Warhammer 40.000 Inquisitor Martyr - recensione
Il Diablo fa le pentole ma non i coperchi.
Dopo essersi fatto le ossa con la serie The Incredible Adventures of Van Helsing, i ragazzi di NeoCore Games hanno deciso di cambiare scenario facendosi un viaggetto nello spazio, ma rimanendo comunque saldamente ancorati al mondo degli Action-RPG che ben conoscono. Confrontarsi con il marchio Warhammer però non dev'essere stato uno scherzo. L'universo creato da Games Workshop è ormai sconfinato e può vantare una foltissima schiera di fan in tutto il mondo. Un passo falso, una parola detta fuori posto e ti ritrovi con milioni di denti alla giugulare.
Inevitabile poi il confronto con sua maestà Diablo, termine di paragone imprescindibile per tutti i giochi che appartengono a questo genere. Puoi cambiare ambientazione, modificare una miriade di aspetti del gameplay, inserire come protagonista una mela danzerina ma verrai sempre e comunque messo sulla bilancia con la leggendaria saga Blizzard.
Prima di scoprire come Warhammer 40.000 Inquisitor Martyr se la sia cavata, è doveroso dare una minima traccia della trama, che si svolge nel settore Caligari. Una nave chiamata Martyr è scomparsa da anni in seguito a strane anomalie e indovinate un po'? Il vostro personaggio viene incaricato dai severi Lord Inquisitori di indagare sull'accaduto. Sappiamo già dove tutto questo andrà a parare, vero?
Dopo 10 minuti è più che chiaro che il luogo è infestato dalla corruzione, il che significa che in quanto Inquisitore voi dovrete "purgare" il tutto a suon di mazzate. In tipico stile action-RPG verrete messi al centro di una battaglia che vi vedrà costantemente in inferiorità numerica, ma che al tempo stesso vi consentirà di potenziare il vostro personaggio con equipaggiamenti di tutti i tipi, armi esotiche e ovviamente poteri inimmaginabili.
Questo avverrà con calma perché all'inizio non sarete altro che una recluta. Prima di iniziare dovrete scegliere che tipo di guerriero/a vorrete essere e la vostra classe di appartenenza. Occhio perché la scelta non va fatta così alla leggera, pur essendo disponibili poche opzioni da questo punto di vista lo stile di gameplay può cambiare radicalmente tra un personaggio e l'altro. C'è come sempre il protagonista potente e lento, il cosiddetto Tank, al quale si contrappone l'Assassina, veloce e abile soprattutto con le armi dalla distanza. Nel mezzo troviamo lo Psionico, che riesce a differenziarsi grazie alla possibilità di usare poteri devastanti ma al tempo stesso pericolosi in caso di abuso.
Quest'ultimo personaggio è forse il più interessante ma è anche quello che nel breve termine dà meno soddisfazioni, un po' come i maghi e gli stregoni nel fantasy classico. Per poterlo vedere al massimo della forma dovrete farne esplodere di budella. Se non avete tutta questa pazienza troverete parecchia goduria anche nelle altre due alternative e in ogni caso potrete modificare non poco le attitudini del vostro Inquisitore, scegliendo tra tre sotto-classi per ognuno di essi.
Ognuna di esse ha una profondità di personalizzazione assolutamente incredibile. Sono letteralmente centinaia le possibilità offerte al giocatore tra perk, statistiche passive e armi che possono modificare anche radicalmente l'efficacia dell'Inquisitore sul campo. Questa abbondanza di opzioni fornisce un convincente senso di progressione del personaggio, ma purtroppo non va a braccetto con la varietà di gioco, come vedremo tra poco.
Una volta scesi in campo dovrete fare i conti con una discreta quantità di menù e con un HUD non abbastanza ingombrante, che richiede qualche minuto per essere "assimilato". Su console, proprio come in Diablo 3, ad ogni pulsante del controller è assegnata una skill, che a seconda del tipo richiede un diverso tempo di ricarica. Avrete a disposizione due set di equipaggiamenti, che vi daranno accesso ad altrettante possibilità di fuoco. Passare dall'uno all'altro è immediato e spesso può fare la differenza, soprattutto quando sarete attorniati dai nemici e vorrete ridurre al minimo i tempi di ricarica.
I controlli non sono quelli dei classici twin-stick shooter e includono un sistema che mira automaticamente il bersaglio più vicino. Può tornare utile quando si è attorniati da una miriade di nemici ma in altri casi non funziona in maniera impeccabile. In alcune occasioni tende infatti ad "incagliarsi" su elementi di scenario interattivi (come barili esplosivi) e per tornare a bersagliare il nemico scelto è necessario tornare a mirare manualmente.
Rispetto ad altri Action-RPG simili, in Warhammer 40.000 Inquisitor: Martyr troviamo un elemento piuttosto raro, le coperture. Ogni ambientazione fornisce un generoso quantitativo di luoghi dietro i quali ripararsi, che pur non rivestendo un ruolo chiave come in Gears of War, in alcuni casi possono tornare utili. Hanno una resistenza ai colpi piuttosto limitata ma questo vale sia per voi che per i nemici, che inoltre tendono a nascondersi anche dietro coperture particolarmente... esplosive. Sfruttatele a vostro vantaggio perché, come dicevamo poco fa, sarete spesso in netta inferiorità numerica e polverizzare una ventina di nemici in un colpo solo può essere un discreto sospiro di sollievo.
Tale feature acquista maggiore senso nel caso decidiate di affrontare missioni di livello superiore a quello raggiunto dal vostro personaggio. Se siete in cerca di onore e gloria (oltre ad un loot decisamente superiore) sfruttare le coperture diventa molto più importante perché il volume di fuoco che vi pioverà addosso sarà in grado di spazzarvi via in pochi secondi.
Dal punto di vista narrativo, la premessa iniziale è abbastanza scontata e con il passare del tempo perde quasi totalmente senso. Anche il setting non è particolarmente ispirato, la maggior parte delle ambientazioni si riducono ad un dedalo di corridoi particolarmente scuri che farebbero venire la claustrofobia ad una cucciolata di Alien. Dopo poche ore Warhammer 40.000 Inquisitor Martyr ha già scoperto buona parte delle sue carte, le missioni principali si assomigliano fin troppo e quelle secondarie (create tramite un algoritmo randomico) riescono solo in parte a mantenere a galla la barca.
Si va avanti più che altro per spazzare via orde di nemici, salire di livello e trovare equipaggiamenti sempre più rari. Si arriva così all'end-game quasi senza accorgersene, senza aver superato momenti particolarmente memorabili. E forse è proprio questo uno dei problemi maggiori del gioco: non dà modo all'universo di Warhammer di 'esplodere' sotto gli occhi del giocatore, inondandolo dell'epicità che da sempre contraddistingue questo franchise. È possibile che ciò avvenga con le future espansioni gratuite, che includeranno nuovi pianeti e missioni, ma per ora l'offerta è più di quantità che di qualità.
Molti giochi tendono ad allungare il brodo per raggiungere una longevità degna di nota, ma se la varietà dei contenuti offerti non è almeno sufficiente, la noia tende a regnare sovrana abbastanza velocemente. Questa situazione può andare anche bene se vi piacciono i giochi lunghi e ripetitivi, se invece siete alla ricerca di un clone di Diablo davvero degno di nota le alternative non mancano. Magari potreste iniziare proprio da The Incredible Adventures of Van Helsing degli stessi NeoCore, disponibile ormai da tempo anche su PS4.