Warriors: Legends of Troy
Se Achille fa il verso ai samurai...
Nel corso di una qualsiasi battaglia, dove magari avrete davanti a voi una trentina di avversari, ognuno di essi, anziché approfittare della vostra palese inferiorità numerica, aspetterà pazientemente di prendersi una spadata in fronte prima di cominciare ad attaccarvi, lasciandovi così tutto il tempo di eliminare il vostro bersaglio di turno. Dei veri gentlemen, non c'è che dire...
La situazione cambia, anche se non radicalmente, nelle sporadiche boss battle proposte. In tali frangenti la necessità di utilizzare specifiche strategie di attacco e difesa si fa decisamente più evidente, richiedendo dunque un impegno maggiore rispetto ai combattimenti più tradizionali. Al di là di tutto, è comunque importante sottolineare che, una volta padroneggiate le dinamiche di contrattacco e parata, nessun avversario sarà in grado di impensierirvi seriamente.
Le uniche feature degne di nota del combat system sono infatti la possibilità di attivare la "furia", che determina un temporaneo aumento della potenza offensiva del personaggio di turno, e la presenza di più stili di combattimento in relazione all'arma utilizzata.
Utilizzando una normale spada, ad esempio, si dispone di attacchi letali per la fanteria più resistente o munita di scudo, mentre raccogliendo una lancia è possibile fare a pezzi interi gruppi di nemici con pochi semplici attacchi. Insomma, si tratta delle ormai conosciutissime variabili che da anni caratterizzano i prodotti realizzati dalla software house nipponica.
A questo si aggiunge poi un classico sistema di potenziamento/personalizzazione che, attraverso i Kleos ottenibili dopo ogni uccisione, permette di accrescere le statistiche dei propri guerrieri, acquisire nuove abilità o sbloccare particolari oggetti dalle proprietà più diverse.
Anche in questo caso gli sviluppatori avrebbero senz'altro potuto fare qualcosa in più per rendere l'evoluzione dei propri eroi più appagante e divertente, ma tutto sommato possiamo dire che questo sistema di crescita sia forse una delle cose migliori dell'intero prodotto.
Nonostante una premessa narrativa ricca di potenzialità, Warriors: Legends of Troy si dimostra dunque solo l'ennesimo mediocre titolo di una software house che sembra ormai incapace di rinnovarsi e di proporre qualcosa che esuli da un concept ormai quasi ventennale.
Al di là di un contesto inedito, il titolo in questione non mostra infatti particolari differenze rispetto a un qualsiasi Dynasty Warriors e ciò vuol dire che chiunque non sia un vero irriducibile della compagnia nipponica andrà incontro a un'esperienza monotona, banale, ripetitiva e incapace di garantire il benché minimo stimolo.