Wasteland 3 - prova
Dopo l'apocalisse, per la terza volta.
Wasteland è uno degli RPG che hanno fatto la storia del genere. Il titolo originale uscì nel 1988, firmato Interplay e venduto da una Electronic Arts alle prime armi. Le piattaforme su cui fu rilasciato fanno un po' impressione a leggersi oggi: Commodore 64, Apple II e MS-DOS.
Non si tratta però della nascita del genere, visto che la stessa Interplay aveva già pubblicato titoli che usavano la stessa tecnologia nella serie Bard's Tale, composta di tre episodi usciti dal 1985 al 1988. Ma Wasteland fece un discreto scalpore ai tempi, per l'ambientazione e la difficoltà con cui sfidava la pazienza dei giocatori.
La morte di ognuno dei personaggi, infatti, faceva scattare un salvataggio (su floppy disk) che condannava il giocatore, e il suo gruppo di avventurieri, in maniera definitiva. Alcuni raccontano di aver tentato, con alterne fortune, di estrarre il floppy disk in fretta e furia per impedire la scrittura dei progressi. Ma questi erano altri tempi...
Da allora Wasteland è stato rimasterizzato in due versioni (l'ultima recentissima) e ha ricevuto un seguito che è stato piuttosto apprezzato dal pubblico di appassionati. Brian Fargo con la sua Inxile Entertainment sta insomma svolgendo un ottimo lavoro nel riproporre questi grandi classici del genere (Bard's Tale e Torment inclusi) al pubblico, in una nuova veste e con interessanti novità sul lato del gameplay.
Wasteland 3 ha la stessa ambizione di Bard's Tale IV e fin dai primi video mostrati a stampa e addetti ai lavori ha suscitato entusiasmo. Ora, con in mano una versione Beta (il gioco uscirà a Maggio), possiamo finalmente vedere se le aspettative sono giustificate o meno.
Iniziamo col dire che Wasteland 3 segue il leggendario gruppo di Ranger scampati all'olocausto nucleare in un'avventura fuori dall'Arizona, l'ambientazione in cui è invece nata la serie. Stavolta però si va in Colorado e il clima è quello di un gelido inverno, ovvero l'opposto della calura nucleare a cui siamo abituati dalla cultura popolare che tratta il tema post-apocalittico. In questa ambientazione seguiamo le vicende di uno dei personaggi-chiave della serie, Angela Deth.
Senza volervi spoilerare nulla, sappiate solo che dopo una breve introduzione animata vi ritroverete in una situazione terribile in territorio ostile, con un alleato sospetto, una base da gestire, una piccola squadra di sopravvissuti e una manciata di indizi per scoprire cosa sta succedendo.
Wasteland 3 sembra infatti concentrarsi molto sulla narrativa, spingendo sul pedale dell'acceleratore quando si tratta di caratterizzare i personaggi e di illustrare il mondo in cui stiamo giocando. Ogni personaggio importante è doppiato da un attore professionista in maniera molto efficace ed evocativa; i dialoghi sono ricchi e ben scritti, anche se un po' sopra le righe. Si nota però una certa mancanza di serietà in Wasteland 3, poiché tutto sembra calcare i toni in maniera eccessiva; a volte questo modo di scrivere funziona, strappandoci un sorriso o un brivido di disgusto, altre volte sembra semplicemente forzato.
Si inizia il gioco con due personaggi ma ben presto si può rimpolpare il team raggiungendo i sei membri. Wasteland 3 permette di arruolare seguaci sia tra le file dei ranger sia dai personaggi che si incontrano durante l'avventura. È anche possibile creare personaggi customizzati attraverso una procedura piuttosto completa, sia a livello estetico, sia per quanto riguarda le caratteristiche.
Ogni personaggio si contraddistingue per sette attributi (che influiscono sui risultati di certe azioni), skill e perk. Quando si sale di livello si acquisiscono punti da spendere in attributi e skill, e ogni tanto si ottengono dei perk, mosse speciali utili soprattutto in combattimento. Sotto questo punto di vista Wasteland 3 sembra promettere molto bene e ce n'è abbastanza per rendere i personaggi unici e memorabili.
Anche l'inventario ci è sembrato ricco di oggetti interessanti, tra cui armi e armature, e la possibilità di moddarle abbondantemente (in caso si abbia la skill necessaria). L'interfaccia è ottima nel mostrare al giocatore le conseguenze delle sue scelte.
Proseguendo nell'aspetto "organizzativo" abbiamo potuto vedere come ci sia un sistema di reputazione che tiene traccia dei nostri rapporti con le diverse fazioni in gioco, nonché della fama generale del nostro gruppo nel mondo. A proposito dell'universo di gioco, nella versione da noi provata non era possibile vedere la mappa strategica; quello che abbiamo potuto provare è invece il livello di tutorial, una prima infarinatura della base e una missione della storia principale.
La base è una delle novità più interessanti, visto che sarà possibile dotarla di uno staff e di upgrade vari che, presumibilmente, ci daranno vantaggi durante il resto dell'avventura. All'inizio è completamente vuota ma abbiamo visto qualche locale interessante, soprattutto il garage. Wasteland 3 sembra infatti voler insistere su veicoli e creazioni robotiche di taglia importante.
Durante le nostre avventure in questa Beta abbiamo infatti affrontato nemici meccanici piuttosto spaventosi e complicati da abbattere, e non vediamo l'ora di scoprire cosa possiamo mettere in quel garage e come questo potrà aiutarci nei combattimenti. Dalla quantità di bazooka e armi anticarro in circolazione si può dedurre che i combattimenti avranno un sapore un po' più "meccanico" di quelli presenti in Wasteland 2.
E veniamo ai combattimenti. Quando si incontrano nemici è possibile avvicinarci facendo attenzione ai raggi di percezione degli avversari. Non c'è un sistema stealth ma è possibile posizionare i propri personaggi singolarmente prima della battaglia, facendo appunto attenzione a questi raggi. Sulla carta il sistema è simile a quanto visto in Mutant Year Zero (e nel recente spin-off, Corruption 2029) ma, per il momento, sembra decisamente più macchinoso e meno intuitivo.
Quando i nemici ci notano (o noi spariamo un colpo), scatta il combattimento a turni su una griglia a quadrati. Il sistema funziona ad 'action point' che si spendono per muoversi, sparare o utilizzare oggetti. Il cover è a due livelli (in stile X-Com per intenderci) e nella versione da noi provata c'erano ben poche abilità con cui sperimentare. L'aggiramento è comunque una delle armi principali, insieme con l'utilizzo di esplosivi.
Il sistema di salute, ferite e rivitalizzazione ci è parso profondo e ben congegnato. Aumentare la salute non equivale a curare una ferita e, se non si stabilizza un personaggio che ha esaurito la salute entro tre turni, questo raggiunge il creatore.
La rappresentazione dei combattimenti è molto violenta, ricca di effetti speciali, parlato e, in generale, molto sopra le righe sia visivamente che a livello di audio. Si tratta di uno stile preciso che rispettiamo ma l'interfaccia ci è parsa piuttosto confusa e i singoli elementi informativi troppo ammassati tra loro per essere chiari. Non è mai evidente chi è chi e numeri e barre si confondono sullo schermo perché vengono mostrati tutti insieme.
Il sistema di iniziativa è anch'esso piuttosto oscuro (e non spiegato), e troppe volte siamo rimasti interdetti rispetto a quello che succedeva sullo schermo, anche dopo parecchie ore di gioco. Insomma, sotto questo punto di vista ci aspettiamo dei decisi miglioramenti per allinearlo alla qualità del resto della produzione.
Il combattimento in sé è divertente e sfidante ma senza poter vedere i perk e le abilità speciali, abbiamo avuto l'impressione di una certa mancanza di nuove idee e originalità. Oltre a questo, l'esperienza che abbiamo avuto è stata molto lineare con mappe limitate a livello di dimensioni ed eventi scriptati.
Wasteland 3 avrà dieci diverse conclusioni e, da quanto dichiarato dagli sviluppatori, ci è parso di capire che molte delle scelte che compiremo decideranno appunto verso quale finale ci incanaleremo. Questo è molto incoraggiante e speriamo che il resto del gioco rispecchi questo livello di apertura. In definitiva le nostre impressioni su sono abbastanza contraddittorie.
Wasteland 3 sembra un RPG tattico molto competente e realizzato in maniera professionale, a cui però sembra mancare un po' di cuore, innovazioni e un certo livello di pulizia nella realizzazione dell'interfaccia di combattimento (che è il centro dell'esperienza).
Ma, lo ripetiamo, la Beta che abbiamo giocato era molto limitata: c'è ancora ampio spazio per sperare e, per Inxile, per raffinare l'esperienza.