Way of the Samurai 3
Aquire ci prova ancora.
Sebbene sia innegabile che si tratti di un problema marginale, è altrettanto vero che il ritmo dell’esperienza ne risente in maniera tutt’altro che marginale.
A onor del vero è comunque importante sottolineare come il mondo di gioco, pur essendo completamente esplorabile, non evidenzi una grande vastità territoriale, limitando dunque il tempo necessario per portare a termine qualsiasi incarico.
Sul fronte del gameplay il titolo evidenzia una discreta realizzazione, proponendo un combat system abbastanza approssimativo caratterizzato da semplici scambi di colpi in cui il vincitore è quasi sempre determinato dal rapporto tra gli attributi delle armi utilizzate dai due “contendenti”.
Oltre alla possibilità di parare, saltare o sferrare due sole tipologie di attacco (una leggera e una potente), non vi sono infatti altre alternative offensive, limitando dunque ogni scontro alla semplice, forsennata pressione dei tasti di attacco, nella speranza di avere la meglio sugli avversari. Insomma, chiunque dovesse riuscire a mettere le mani su una buona arma, riuscirà a farsi strada tra i nemici senza particolari problemi.
Nonostante delle meccaniche di combattimento non particolarmente convincenti, la possibilità di sbloccare un buon numero di mosse extra per ogni arma posseduta, riesce a risollevare, almeno in parte, la situazione.
Ogni combattimento permette infatti di acquisire un certo quantitativo di esperienza (in base agli attacchi andati a segno, e non dunque in base al nemico eliminato) che, al momento opportuno, fa salire di un livello la padronanza dell’arma utilizzata, dando così accesso a tecniche supplementari.
Con il passare del tempo è dunque possibile “specializzarsi” nell’uso di un determinato strumento di morte, diventando così una vera e propria macchina da guerra sul campo di battaglia.
Tecnicamente parlando la situazione non è purtroppo delle migliori, evidenziando (strano ma vero) ben pochi passi avanti rispetto ai due precedenti capitoli rilasciati su PS2 anni fa.
Oltre a un pesante aliasing, il titolo evidenzia infatti modelli poligonali di scarsa fattura (accompagnati da animazioni non particolarmente fluide), ambientazioni ed effetti di luce sostanzialmente mediocri. Il tutto senza contare la mancanza di qualsivoglia interazione con gli elementi di contorno (eccezion fatta per pochi, pochissimi oggetti come le casse).
Way of the Samurai 3 propone dunque un concept interessante e ricco di ottimi spunti ma, esattamente come i suoi due sfortunati predecessori, non riesce a garantire un’esperienza di gioco che possa risultare davvero appetibile alla maggior parte dei videogiocatori, eccezion fatta per gli amanti della categoria o del franchise in questione.
Oltre a un comparto tecnico insufficiente e un combat system a tratti poco convincente, il titolo soffre infatti di svariati problemi, tra cui un ambientazione open-world molto limitata, incapace di trasmettere quel senso di libertà tanto caro agli sviluppatori. Un’ennesima occasione mancata dunque, per un debutto sul palcoscenico della next-gen che poteva essere senz’altro migliore.