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WET

Tarantino ne andrebbe fiero...

Ciclicamente nel mondo dei videogiochi uno sviluppatore decide che i tempi sono maturi per riunire in un unico prodotto le caratteristiche distintive di altri 4 o 5 titoli. Questa volta è il turno di Bethesda, che tira fuori dal cilindro (in veste di publisher e non di developer) un minestrone a base di Stranglehold, Prince of Persia e Mirror's Edge, il tutto condito con una salsa dal marcato sapore tarantiniano. WET è proprio questo, uno dei tanti Frankenstein del videogioco, che ha comunque il pregio di poter contare su uno stile profondamente caratterizzato e su alcune idee divertenti.

Fin dalle prime battute di gioco ci si rende conto di avere fra le mani qualcosa di particolare, che sicuramente non cerca di impressionare con una veste grafica da urlo. Al contrario, tecnicamente Wet appare subito piuttosto grezzo, spigoloso e poco dettagliato, sia nella realizzazione dei personaggi che di alcune parti delle ambientazioni.

Quando mi sono riferito a Stranglehold, di certo non l'ho fatto pensando all'interattività degli scenari, visto che nella creatura Bethesda gli elementi che possono essere fatti a pezzi sono davvero pochi, e il massimo che vi potrà capitare durante gli scontri sarà di rompere le solite casse (quelle più chiare, però, perché le altre sono di adamantio), far esplodere gli immancabili barili rossi e poco altro. Anche se non si può distruggere quasi nulla, tuttavia, ci sono altri modi per interagire con l'ambiente, ed è qui che entrano in scena le somiglianze con Prince of Persia e Mirror's Edge.

WET è in tutto e per tutto un omaggio al vecchio cinema d'azione. Nel gioco c'è di tutto, dall'effetto “pellicola vintage” a quello della bobina rovinata che segue la morte del personaggio. In alcune occasioni l'azione viene perfino interrotta da alcune pubblicità d'epoca assolutamente fantastiche!.

La provocante e letale Rubi Malone, protagonista del gioco, vanta capacità atletiche eccezionali, che le permettono di esibirsi in spettacolari tuffi carpiati, in leggiadri volteggi alla sbarra o in rischiose corse sul muro, il tutto vomitando piombo o calando la propria spada su decine di scagnozzi tutti uguali. Fate parte di quella cerchia di persone che riteneva sbagliata la scelta fatta con il nuovo Prince of Persia di non far morire il giocatore dopo ogni salto sbagliato?

Con Wet vi troverete a vostro agio, allora, visto che ogni volta che mancherete un appiglio piombando nel vuoto verrete rispediti all'ultimo checkpoint dopo l'immancabile caricamento a spezzare i ritmi di gioco. Fortunatamente, però, WET non ha solo difetti, ma al contrario si distingue per alcune idee davvero niente male.

La prima riguarda la scelta dello stile generale che permea l'avventura. I dialoghi assurdi con il doppiaggio fuori sync, i personaggi che sembrano usciti direttamente da Kill Bill, la colonna sonora eccezionale (di cui possono essere sbloccati singoli brani per ascoltarli con calma nel menu principale), le situazioni grottesche e surreali che ci si trova ad affrontare (non posso non citare la sparatoria in un locale in cui suona una band, dove a un certo punto la cantante inizia a bersagliarci con una gatling dorata!), sono tutti elementi che contribuiscono a creare un prodotto divertente e capace di non prendersi sul serio, a differenza della maggior parte dei titoli attualmente in circolazione.

I momenti più coreografici di WET sono sicuramente quelli della Modalità Collera, dove a Rubi va il sangue al cervello e una musica frenetica accompagna l'azione. In queste fasi di gioco gli unici colori su schermo sono il rosso (dominante), il nero e il bianco, con risultati davvero spettacolari! Eseguire le uccisioni a catena in questi frangenti è un vero spasso..

A questo si aggiungono vari tocchi di classe, che però si rivelano spesso troppo timidi, come se i programmatori stessi li avessero inseriti con poca convinzione. Gli spostamenti in ascensore, per esempio, vengono sempre mostrati come se venissero ripresi dalle vecchie telecamere in bianco e nero installate al loro interno, mostrando Rubi che sbuffa e preme con impazienza il tasto del piano, oppure che approfitta della pausa per suonare la sua armonica a bocca.

Peccato però che le scene di intermezzo siano solo queste due, che si ripetono più volte nel corso del gioco. Un altro elemento piacevole è il sistema di gestione delle combo e dei moltiplicatori, che spinge il giocatore a eseguire serie sempre più lunghe di evoluzioni per abbattere i nemici su schermo. In questo modo non solo si ottengono più punti, ma più è alto il moltiplicatore, più l'energia di Rubi si rigenera velocemente, evitando fastidiose morti premature. WET è quindi un gioco da avere? Non necessariamente, ma potrebbe essere un buon compagno nei periodi privi di uscite altisonanti, quando si sente il bisogno di un gioco semplice, onesto e in grado di far passare piacevolmente qualche ora. A patto che non detestiate i film di Tarantino, ovviamente!

7 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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Wet

PS3, Xbox 360

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