When The Past Was Around - recensione
Dove le parole non arrivano… la musica parla.
Una storia può essere raccontata in tanti modi e Mojiken Studio, con originalità e coraggio, ha scelto di seguire una strada diversa dalle altre. La musica è in grado di trasmettere emozioni indescrivibili e, in questo caso, sarà proprio la melodia dolce e nostalgica di un violino a guidarci.
When The Past Was Around è un'avventura grafica punta e clicca colma di sentimenti. La protagonista è una giovane ragazza di nome Eda, incerta sul suo futuro e persa in una miriade di pensieri; ha sempre suonato il violino ma, improvvisamente, non le è bastato più. Ogni nota sembrava vuota e inutile. Ogni corda vibrava meccanicamente e non risuonava più con la sua anima.
La dolcissima relazione col gufo (un uomo il cui volto assume le sembianze del rapace) le fa scoprire una nuova musica, così dolce da poter toccare il cielo con un dito. Più lui suonava, più lei si sentiva vicina a lui, come due calamite destinate ad attrarsi. Al tempo stesso il destino li allontanava, lasciando qualche piuma sparsa, delle note estremamente nostalgiche e un vuoto viscerale paragonabile a un lutto. Eda, che sentiva di aver ritrovato la speranza, era nuovamente persa nel suo tunnel di incertezze. Il gioco è quindi una storia di accettazione, di superamento e di flashback tanto meravigliosi quanto dolorosi.
Il team ha probabilmente voluto proiettarci in un contesto prettamente interpretativo; non conosceremo mai, ad esempio, il motivo per cui l'uomo sia stato rappresentato sotto forma di gufo. Che si tratti di una tattica per idealizzare il compagno di Eda? Che ci sia un significato simbolico e onirico? Non lo sapremo mai.
Come si può sperimentare con la demo (non si tratta di uno spoiler), l'uomo sembra sparire nel nulla, lasciando la povera donna destabilizzata e accecata dal dolore. Il gioco vi guiderà nel passato e vi permetterà di comprendere alcune dinamiche che noi, tuttavia, abbiamo trovato poco chiare.
La trama si dirama in cinque capitoli che raccontano le vicende della coppia separatasi, con un gameplay dalla durata di circa due ore (anche meno se siete molto veloci con la risoluzione degli enigmi). L'ambientazione vede luoghi tipicamente familiari e quotidiani con cui poter interagire, seguendo il classico stile di un punta e clicca. Cliccare su un punto del terreno, tuttavia, non farà spostare Eda, che resterà in attesa fino a quando non risolverete gli enigmi per sbloccare la nuova stanza.
Gli enigmi sono molto piacevoli e semplici, fatta eccezione per un puzzle che ci ha tolto più tempo del previsto. Non aspettatevi dei grattacapi che vi facciano spremere le meningi, bensì dei piccoli indovinelli intuitivi ma stimolanti nella loro genuinità. Nella parte bassa dello schermo potrete usufruire di un inventario che, esplorando la stanza, raccoglierà gli oggetti utili per il procedimento della trama. L'utilizzo degli strumenti sarà decisamente semplice e non richiederà più di due passaggi, come potremmo riscontrare facilmente in un classico punta e clicca.
Trattasi di un'esperienza di due ore preferiamo non svelarvi ulteriori dettagli, ma vogliamo introdurvi il vero punto forte di questo titolo. I disegni sono realizzati interamente a mano e ci hanno conquistati dal trailer, complice una palette di colori tenui e rilassanti. Il gioco è un graphic novel interattivo a tutti gli effetti, arricchito da un quadro musicale che si compone di tonalità diverse in base alle emozioni scaturite.
Questo titolo dimostra quanto sia talvolta inutile puntare a scene colme di dialoghi: far vibrare le giuste corde, seppur con semplicità, permette di creare una sintonia col giocatore. Artisticamente parlando, quindi, i disegni sono meritevoli di lode in ogni singola sfaccettatura. I momenti più dolci si tingeranno di tonalità meravigliose quanto la brezza d'estate, mentre le situazioni più dolorose saranno contornate da sfumature più cupe che riusciranno ugualmente a guidarci e a coinvolgerci per tutto il tempo.
Il comparto musicale è meraviglioso, ma dobbiamo esporvi un dettaglio che abbiamo notato. Quando la ragazza o il gufo suoneranno il violino, potrete cliccare a tempo su alcune note che usciranno dallo strumento. Non abbiamo riscontrato una compatibilità sonora con la canzone di sottofondo: le note prodotte attraverso i nostri click risultavano leggermente stonate e, alla fine, non avevano granché coerenza musicale.
Avremmo preferito un'interazione simile a un rhythm game: in questo modo cliccare sulle note fluttuanti avrebbe donato più completezza e divertimento all'interazione. Abbiamo comunque apprezzato il talento del compositore Masdito Ittou Bachtar, perché ha donato una splendida luce all'esperienza di gioco e ha valorizzato al meglio la musica, protagonista indiscussa.
La nostra prova effettuata su Steam è andata generalmente bene ma abbiamo affrontato un bug piuttosto tedioso: in alcuni frangenti è capitato che l'immagine si ingrandisse su Eda in modo anomalo, impedendoci qualsiasi tipo di interazione. Siamo riusciti a procedere cliccando svariate volte in punti casuali della mappa, altrimenti avremmo dovuto riavviare il gioco e probabilmente ripetere il capitolo dall'inizio. Vi mostriamo uno screenshot per farvi comprendere meglio la problematica.
Come avete potuto intuire il gioco è privo di qualsiasi dialogo, ma l'interfaccia gode della localizzazione in Italiano. When The Past Was Around, nel complesso, è davvero piacevole, grazie a dettagli musicali e artistici degni di lode. Mojiken Studio tuttavia ha trasmesso alcune incertezze sulla trama: la base è ottima e gode di una componente emotiva che non lascia indifferenti ma la storia, per quanto dolce ed emozionante, risulta confusionaria. Avremmo preferito un lavoro di interpretazione sul finale, con una storia chiara che non ci facesse arrivare alla conclusione con ulteriori dubbi.
Abbiamo particolarmente apprezzato la risoluzione di alcuni difetti, riscontrati soprattutto nel prologo gratuito disponibile su Steam. In quella versione, nel passaggio da una stanza all'altra, le musiche sembravano sovrapporsi e il volume era molto più alto rispetto ai suoni ambientali. Nel gioco completo non abbiamo riscontrato nulla di tutto ciò, anzi, cliccando sui vari hotspot il volume della musica si abbassa per dare priorità al suono dell'oggetto con cui interagiamo.
In conclusione, alcuni punti come la longevità, la storia poco chiara e i dettagli tecnici hanno leggermente penalizzato un gioco che poteva definirsi un piccolo capolavoro artistico e videoludico.
When The Past Was Around tuttavia è un'avventura piacevole, dolce e fortemente poetica. La musica parla e sostituisce i dialoghi, deliziandoci con dolci note dall'impronta malinconica. È una storia che parla di una separazione che, seppur con sfumature diverse, può scavare nei nostri ricordi e nelle nostre ferite, nonostante sembrino cicatrizzate.