Wii U e PS3: troppo costose?
Il Digital Foundry esamina i costi di produzione delle console e i possibili scenari di vendita natalizi.
L'ultimo trimestre dell'anno sarà particolarmente importante per il mondo delle console: oltre al debutto del Wii U, il periodo natalizio sarà anche una sorta di ultimo atto dell'attuale generazione di hardware targato Microsoft e Sony, i cui rimpiazzi arriveranno l'anno prossimo.
Sarà l'occasione per massimizzare la base di utenza, tagliando i prezzi e recuperando l'investimento attraverso le vendite del software? O verrà scelta una linea di condotta più prudente, fatta di prezzi alti ma vendite più contenute? Questa seconda ipotesi sembra la più probabile, e la cosa ha generato più di una controversia.
I prezzi annunciati da Nintendo per il Wii U (299 dollari per la versione 8 GB, 349 per quella da 32 GB) hanno sorpreso più di un addetto ai lavori. Più o meno si tratta di prezzi in linea con le console passate, senza considerare il valore aggiunto dell'innovativo tablet-controller e dei titoli in esclusiva.
Nonostante questo, si può dire che il lancio Wii U sia caratterizzato da alcune anomalie: la console ad esempio ha più elementi in comune con l'hardware della generazione attuale di quanto Nintendo voglia ammettere. In alcuni casi parliamo di caratteristiche più o meno migliorate, in altri decisamente no. C'è da considerare anche che la maggior parte del software che sarà disponibile al lancio, lo sarà anche su console molto meno costose.
Il prezzo di una console è dettato principalmente dalla distinta base, vale a dire il costo totale dei materiali e dei processi produttivi necessari ad arrivare al prodotto finito. Tra i pregi di Wii U spicca un processore grafico paragonato da molti alle schede video entry-level di fascia enthusiast di un paio di generazioni fa, fornite da AMD.
Le nostre fonti suggeriscono che l'hardware sia più prestante dell'architettura Xenos di Xbox 360 (anche questa opera di AMD) in termini di feature, risultando però deficitario in termini di potenza di calcolo. Nonostante questo, parliamo di una componente adeguatamente migliorata. Passando ai difetti, è impossibile non considerare la CPU tri-core "Espresso" di IBM, palesemente carente se confrontata con la concorrenza.
"Nel Wii U spicca un processore grafico paragonabile a schede video entry-level di fascia enthusiast di un paio di generazioni fa"
Si tratta infatti di una versione migliorata dell'architettura Broadway del Wii, a sua volta una versione overcloccata del nucleo operativo del GameCube. Nintendo spera chiaramente che triplicare i core, aumentare la frequenza di clock e aggiungere feature come l'esecuzione fuori ordine sia sufficiente, ma gli sviluppatori sembrano essere di parere contrario: i giochi maggiormente pesanti dal punto di vista grafico saranno migliori, ma quelli che richiederanno più calcoli da parte della CPU saranno più difficili da gestire. Se Wii U sia o meno una console next-gen (e se il prezzo annunciato sia dunque adeguato) è una questione su cui il dibattito resterà aperto a lungo.
La conclusione che si può trarre sui componenti principali è che Nintendo pare essersi curata non tanto della concorrenza, quanto di realizzare un hardware producibile in massa in modo economico. Comparti in cui la console sarà sicuramente superiore a Xbox 360 si riducono a RAM e memoria flash di immagazzinamento dati, non certo decisivi nel confronto. Sappiamo anche che la componentistica verrà prodotta nella forbice tra 40 e 45 nanometri, cosa che permetterà di tagliare in maniera significativa i costi nel medio-lungo termine. Le altre console next-gen verranno invece fabbricate con processi produttivi a 28 nanometri.
Ovviamente, la caratteristica peculiare enfatizzata da Nintendo è il controller, anch'esso da considerare nei costi di produzione, ma non in maniera determinante. Teniamo presente che produttori cinesi sconosciuti sono in grado di sviluppare tablet basati su Android, con display da 7" e touch-screen capacitivo, processori ARM, 8 GB di memoria flash e 1 GB di RAM, a circa 60-75 euro. Il tablet a schermo resistivo di Nintendo dovrebbe risultare molto più economico, anche in virtù dell'enorme mole di unità prodotte e nonostante la tecnologia di trasmissione audio/video a latenza zero.
Considerando la concorrenza rappresentata da Microsoft e Sony, sulle cui console gireranno parecchi dei titoli che accompagneranno il lancio del Wii U, il prezzo annunciato da Nintendo sembra leggermente troppo alto. Personalmente ci saremmo aspettati prezzi simili a quelli della prima Wii, nell'ordine dei 250 dollari, che nel 2006 furono uno dei fattori che ne decretarono il successo.
A fronte dei 249 dollari dell'Xbox 360 4 GB, che per di più tendono a fluttuare in maniera sensibile verso il basso, si ha la sensazione che Nintendo potrebbe ripetere gli errori fatti con il 3DS. Questa volta, però, sospettiamo che ci sia più margine di manovra per tagliare i prezzi in caso di necessità.
"I costi di produzione, confezionamento e trasporto del nuovo modello permetteranno a Sony di risparmiare parecchio"
Di contro, confrontando i prezzi con quelli annunciati da Sony per la PlayStation 3 Super Slim, Nintendo potrebbe aver centrato il bersaglio. La nuova revisione della PS3, la cui proiezione a terra supera di poco in ingombro un comune foglio A4, conserva tutte le funzionalità hardware e software della precedente PS3 Slim: stesse porte, supporto Blu-ray, possibilità di utilizzare un altro hard disk. L'unica incognita riguarda le potenzialità di upgrade del modello da 12 GB di memoria flash che arriverà esclusivamente in Europa.
In ogni caso, come il Wii U, anche la PS3 Super-Slim è costruita con un occhio di riguardo verso i costi di produzione, notevolmente più bassi rispetto a quelli della Slim originale. I materiali dell'involucro esterno sono meno rifiniti, e i pulsanti di accensione ed espulsione del disco sembrano di qualità palesemente inferiore rispetto ai soliti standard. L'elemento più controverso è però il lettore ottico: Sony ha optato per un lettore Blu-ray decisamente più economico, caratterizzato da uno sportellino scorrevole. Il meccanismo è funzionale ma la qualità delle plastiche e lo scorrimento non proprio agevole sono deludenti.
Se la riduzione dei costi di produzione avesse portato a un abbassamento del prezzo di vendita, le reazioni del pubblico sarebbero state certamente differenti, mentre al momento il nuovo modello è visto quasi come un aumento del prezzo della console. Il modello da 320 GB della PS3 Slim sembra essere un'alternativa più allettante rispetto al modello da 500 GB della PlayStation 3 Super Slim, anche in virtù della migliore qualità dei materiali.
La mancata riduzione dei prezzi di questo nuovo modello può disorientare ma bisogna tenere in conto fattori come le attuali tecnologie di produzione e la difficile situazione finanziaria di Sony. Le console dell'attuale generazione sono ancora legate ai processi produttivi a 45 nanometri, e il volume delle produzioni a 28 nanometri non sarebbe ancora sufficiente a sostenere le vendite di dispositivi come PlayStation 3. L'unico risparmio possibile sarebbe quindi legato all'evoluzione della tecnologia attuale.
Grazie al profilo LinkedIn di Elizabeth Gerhard di IBM, sappiamo che l'architettura del Cell è stata portata ai 22 nanometri, ma è ancora troppo presto per adottare questo processo produttivo. Sicuramente il nuovo casing ospiterà in futuro la versione rinnovata del processore, ma nel frattempo i costi di produzione, confezionamento e trasporto del nuovo modello permetteranno a Sony di risparmiare parecchio.
"Microsoft si gode i prezzi di produzione più bassi del settore"
L'altro elemento da considerare nella mancata riduzione di prezzo è l'attuale situazione finanziaria di Sony: la presenza dell'hard disk aumenta di molto i costi, al punto che le inondazioni dell'anno scorso in Thailandia e il conseguente calo nelle produzioni di hard disk potrebbero aver annullato del tutto i margini di guadagno derivanti dalle vendite di PS3 Slim.
Non a caso il nuovo modello base da 12 GB di memoria flash elimina completamente l'hard disk e sostituisce il lettore Blu-ray, altro componente costoso, con un modello più economico. In tutta sincerità ci aspettavamo un prezzo più vicino alle 150 sterline (190 euro) considerando anche solo questi due fattori, ma non è escluso che Sony provveda in questo senso prima del periodo natalizio, a seconda dell'andamento delle vendite.
Tutti questi fattori giocano a vantaggio di Microsoft, che con l'Xbox 360S si trova in una botte di ferro: il costo dei lettori DVD resta molto più basso degli equivalenti Blu-ray, mentre la CPU e GPU integrate in una singola unità abbatte sia i costi di produzione che quelli di componenti come il sistema di raffreddamento, un grosso vantaggio rispetto a PlayStation 3.
Dal lancio della versione 360S a oggi non è cambiato molto, a parte l'accorpamento di qualche microchip secondario. Microsoft continua comunque a studiare nuovi modi di tagliare i prezzi, ed è praticamente certo che il processore principale passerà a processi produttivi migliori rispetto ai 45 nanometri attuali, anche se non prima dell'anno prossimo.
Lo scenario è piuttosto chiaro: Nintendo è convinta che il prezzo del Wii U sia abbastanza appetibile, cosa che indirettamente aiuta Sony, la quale può lanciare la sua PlayStation 3 Super Slim senza ritoccare eccessivamente i prezzi. Il tempo dirà se questa strategia avrà successo ma Sony ha comunque un'arma segreta a sua disposizione: il servizio PlayStation Plus, col suo eccellente catalogo di giochi istantaneamente disponibili. Sarà determinante vedere se e quando la sottoscrizione da tre mesi di prova verrà inclusa nell'acquisto della console.
Nel frattempo Microsoft si gode i prezzi di produzione più bassi del settore. Sarà interessante scoprire cosa escogiterà questa volta, vista la politica dei prezzi particolarmente aggressiva adottata lo scorso anno all'inizio del periodo natalizio, che portò all'eccezionale cifra di 900.000 console piazzate in un singolo fine settimana.
Traduzione a cura di Emiliano Baglioni.