Wo Long: Fallen Dynasty, il provato
Abbiamo provato la demo del nuovo soulslike di Team Ninja, e queste sono le nostre impressioni.
Tra i protagonisti dell’ultimo Xbox Showcase datato giugno 2022, possiamo sicuramente annoverare il prossimo lavoro firmato Team Ninja e Tecmo Koei, ovvero quel Wo Long: Fallen Dynasty che, pur strizzando palesemente l’occhio a NiOh, è sembrato sin dal principio avere anche alcune interessanti frecce al proprio arco.
La conferma di queste iniziali sensazioni ha trovato il giusto sfogo solo pochissimi giorni fa, quando è comparsa in rete una stuzzicante versione demo di questo action/soulslike, in uscita nei primissimi mesi del prossimo anno. Naturalmente, date le figure che si celano dietro al progetto, le similitudini con il travagliato action che ha fatto la sua prima comparsa su PS4 sono molte, ma gli sviluppatori giapponesi sono ugualmente riusciti a sparigliare un poco le carte, modellando attorno ad un concept di gameplay sicuramente riconoscibile, alcune piacevoli variazioni sul tema.
Certo, non tutte le inedite introduzioni sono risultate impeccabili, almeno nel corso della prova effettuata su PS5, ma è evidente come il team di sviluppo si sia sforzato di non appoggiarsi pedissequamente a quanto costruito nella dilogia comparsa su hardware Sony e PC.
Quando si parla di Koei Tecmo, è impossibile non pensare immediatamente alla Cina del periodo dei Tre Regni, visto come il setting in questione sia da sempre uno dei punti saldi dei suoi musou, sviluppati dai ragazzi di Omega Force. Nonostante, nel corso degli anni, tale periodo storico sia stato battuto in lungo ed in largo dalle produzioni del publisher nipponico, sembra esserci ancora spazio per una sua nuova interpretazione, sicuramente più dark di quanto siamo stati abituati a conoscere grazie ai numerosi titoli della serie Dynasty Warriors e Romance of the Three Kingdoms.
In tal senso, dopo aver affrontato la missione oggetto della demo, è impossibile non ritrovare delle nette similitudini con il setting visto nei due citati NiOh, data la presenza di misteriose pietre in grado di conferire poteri demoniaci, orde di soldati non morti e letali creature ispirate alla mitologia cinese. Al momento, per la natura stessa del codice di prova, non è possibile sbilanciarsi in merito al soggetto della narrazione, dato che ad accoglierci non troveremo alcun tipo di cinematica introduttiva. Pertanto viene anche difficile ipotizzare da quale parte del prodotto finale sia tratta la missione giocabile. Si tratta di argomenti che, come logico, troveranno ben altro spazio in occasione della disamina finale.
Una volta avviata la nuova partita e selezionata una delle due modalità grafiche disponibili (le classiche relative a risoluzione e frame rate), ad accoglierci troveremo un esilissimo editor, tramite il quale potremo stabilire le caratteristiche estetiche del nostro personaggio. Invero i modelli selezionabili non sono poi molti, ma fortunatamente è possibile intervenire su di un discreto numero di elementi accessori, in grado di ampliare un poco le possibilità di personalizzazione del nostro character.
Non sappiamo se questa sia la versione definitiva del tutto ma, in occasione della release finale, non ci dispiacerebbe avere a disposizione qualche opzione aggiuntiva, per quanto si tratti di una feature decisamente marginale nell’ottica generale. Una volta data un’identità all’avatar, giungerà il momento di deciderne l’affinità elementale, tra un ventaglio di cinque distinte selezioni, ognuna legata ad un peculiare set di attributi, e che andrà ad influire sugli incantesimi in dotazione, oltre che sullo spirito che potremo scatenare sul campo di battaglia.
Naturalmente, come tutti i soulslike, si tratta di un meccanismo decisamente fluido, dato che in occasione del level up sarà possibile scegliere verso quali statistiche dirigere la nostra selezione; pertanto, nulla ci vieterà di modificare a piacimento l’indirizzo selezionato. Decise le due armi in dotazione tra spade doppie, lance, scimitarre ed altro, giungerà il momento di decidere se cimentarsi nell’esaustivo tutorial, oppure prendere immediatamente parte alla missione.
Logica vuole che, essendo questo il nostro primo incontro con Wo Long: Fallen Dynasty, scegliere di fare pratica è l’opzione migliore, considerando che Team Ninja ha pensato bene di affiancare alle classiche meccaniche soulslike anche delle interessanti feature originali. Oltre alla canonica accoppiata attacco leggero/pesante, i ragazzi dello studio nipponico hanno introdotto la loro personalissima versione del parry.
Tramite la pressione del tasto Cerchio (su PS5), sarà possibile deviare il fendente nemico, naturalmente se agiremo con il dovuto tempismo. Si tratta di una meccanica che, a differenza della parata canonica (disponibile, ma che si limiterà a ridurre il danno subito), ci consentirà di annullare completamente l’attacco nemico, così da lasciarlo scoperto e libero di incassare i nostri colpi. Inoltre, se abbinata alla pressione del dorsale sinistro del pad, ci permetterà anche di rivolgere contro l’avversario i suoi colpi caricati.
L’idea risulta almeno sulla carta molto intrigante ma, almeno nella versione testata, ci è parsa un po’ troppo caotica in quanto a gestione, soprattutto in occasione delle schermaglie contro più nemici. Questo è dovuto al fatto che i combattimenti di Wo Long: Fallen Dynasty risultano essere estremamente frenetici, complice l’assenza della barra della stamina (Sekiro style), situazione che porterà il campo di battaglia ad essere a tratti molto ostico da interpretare. Confidiamo che si tratti, comunque, soltanto di un fisiologico intoppo dovuto alla necessità di metabolizzare a dovere il tutto.
Un’altra feature peculiare del combat system risulta la barra dello Spirito, che ricorda in parte quella della postura vista in NiOh. Tale indicatore, se esaurito nell’avversario a suon di colpi andati a segno, porterà allo stordimento di quest’ultimo; nel nostro caso, invece, colpire con i fendenti, oppure ribattere le mosse nemiche, porterà ad un incremento del suo valore, così da permetterci di inanellare una serie di schivate, oppure lanciare gli incantesimi a nostra disposizione. E dato che tale indicatore andrà a diminuire con il tempo, è logico pensare come il gioco stesso ci inviti ad essere sempre attivi durante le lotte.
A chiudere il cerchio, oltre alle immancabili armi a lunga gittata e alla possibilità di cambiare al volo la lama impiegata, troveremo il nostro spirito elementale, che potremo scatenare sul campo di battaglia non appena avremo caricato il suo indicatore: questo potrà essere utilizzato in due distinte modalità, difensiva ed offensiva, a seconda della combinazione di tasti utilizzata, una trovata tanto semplice quanto intelligente, capace di conferire al tutto un pizzico di strategia in più.
Metabolizzate le meccaniche di combattimento, giunge finalmente il momento di lanciarsi letteralmente nella battaglia ed anche qui, nonostante gli echi di NiOh siano molto forti, sia in termini di presentazione dello scenario che di opzioni presenti presso i vari checkpoint, Wo Long: Fallen Dynasty ha dimostrato di voler comunque andare oltre il conosciuto. A spiccare, in tal senso, è il valore di Spirito del nostro personaggio, che potremo incrementare uccidendo i nemici e che, all’aumentare del suo livello, ci renderà poco a poco più potenti.
Tale meccanica si applicherà anche agli avversari, pertanto sarà sempre bene studiare con attenzione i nostri nemici, prima di lanciarsi all’assalto. Perire per mano loro, oltre a ridurre in parte i nostri punti vita, coinciderà con l’azzeramento del valore di Spirito, tutti elementi che potremo recuperare vendicandoci in modo diretto del nostro esecutore. Si tratta di un meccanismo che va ad impattare anche sulla modalità online asincrona del gioco, dato che tutti coloro che saranno uccisi da nemici particolarmente potenti lasceranno sul campo delle tombe: massacrare l’assassino, in questo caso, ci ripagherà con ricompense maggiori, oltre al piacere di aver giustamente vendicato gli altri player.
Naturalmente, come ogni soulslike che si rispetti, non mancherà la possibilità di livellare, spendendo presso i vari checkpoint le pietre spirituali recuperate dai nemici. Attivare i vari punti di controllo, inoltre, avrà anche un effetto diretto sul nostro livello spirituale, dato che ciascuno di loro andrà ad influire sul valore minimo raggiungibile in caso di morte: in soldoni, più checkpoint attiveremo e minore sarà la decrescita dello Spirito una volta sconfitti. Uno stratagemma dalla doppia valenza, questo, che ci spingerà ad esplorare in lungo ed in largo la mappa di gioco, dato che i save point non saranno tutti disposti lungo la route principale, ma potrebbero anche essere nascosti in zone opzionali (questo almeno per quanto riguarda la missione oggetto della demo).
Sommate a tutto ciò la possibilità di recupera un quantitativo impressionante di equipaggiamenti lootabili (forse un po' troppi, in effetti), la possibilità di evocare altri giocatori o direttamente degli NPC (in entrambi i casi utilizzando un consumabile facilmente reperibile) ed avrete una panoramica abbastanza completa dell’ossatura di Wo Long: Fallen Dynasty (alcune opzioni di gioco sono logicamente non accessbili in questo stadio).
Tutto bello, dunque, quello che ha da offrire la demo del nuovo lavoro Team Ninja? Beh, diciamo che una piccola criticità, per quanto puramente soggettiva, può essere imputata alla difficoltà generale, che è risultata essere una lontanissima parente di quella sperimentata nei precedenti lavori dello studio. Probabile che si tratti di una semplice scelta di accessibilità, magari circoscritta unicamente a questa sessione di prova, ma la sensazione avvertita una volta avuta la meglio del boss finale, è quella di un titolo molto più semplice del previsto.
Superato lo scoglio della prima, improvvisa dipartita, arrivare all’arena di fine missione è risultata una vera passeggiata di salute, assolutamente priva di ulteriori game over. Troppa abilità nelle nostre mani? Si tratta di un aspetto che troverà la giusta risposta in occasione della recensione, ma che se confermato potrebbe far storcere inevitabilmente la bocca ai puristi. E magari fare la gioia di chi ha sempre desiderato imbattersi in un soulslike più accessibile della media.
L’esame del codice review, inoltre, sarà utile anche per valutare a dovere il netcode generale, che in occasione delle nostre scorribande online è risultato non proprio impeccabile e vittima di qualche episodio di lag. Così come è rimandato il giudizio sul comparto grafico, sicuramente molto intrigante ma non privo di qualche intoppo, a prescindere dall’opzione scelta: i 30 frame legati all’aumento di risoluzione non sono proprio stabili, così come i 60 della modalità prestazione (comunque da preferire, vista la tipologia di gioco). Lo stacco con NiOh, comunque, è estremamente palpabile ed evidente, segno di come la natura current gen only del tutto abbia fatto bene al comparto tecnico del titolo.
Questo incontro preliminare, quanto inaspettato, con Wo Long: Fallen Dynasty ha confermato come i ragazzi di Team Ninja siano riusciti a metabolizzare a dovere quanto appreso, in ottica soulslike, con i due titoli della serie NiOh, la cui eredità è palpabile in questo nuovo titolo. Pur essendo costruito su tali, solide fondamenta, l’avventura che ci trasporterà nella Cina dell’epoca dei Tre Regni sembra avere tutte le carte in regola per muoversi con sicurezza sulle proprie gambe, complici una serie di meccaniche che, per quanto derivative, si sono dimostrate in grado di offrire una benvenuta nota di freschezza.
Certo, i combattimenti risultano a tratti un po’ caotici nella lettura, mentre il livello di difficoltà generale sembra essere un lontano parente di quello visto negli altri esponenti del genere, ciononostante scorrazzare per l’ampia mappa oggetto della missione della demo è risultato appagante e divertente. Logico, pertanto, come ci si avvicini alla release finale armati di una buona dose di curiosità.