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Wolfenstein II: The New Colossus - recensione

Terror Billy a caccia di nazisti anche su Switch.

Bethesda crede fortemente nel single-player. La compagnia statunitense ha innalzato con fierezza questo vessillo in più di un'occasione negli ultimi anni, lanciando addirittura giochi in cui non era incluso il multiplayer. I tre capitoli del nuovo corso di Wolfenstein ne sono i rappresentanti più illustri. Nessuno di essi aveva l'ombra di una qualsiasi modalità multigiocatore e forse anche per questo hanno conquistato milioni di giocatori. Ovviamente il merito è in gran parte della qualità delle esperienze ludiche, che partendo da The New Order per arrivare a Wolfenstein II: The New Colossus hanno pompato adrenalina e piombo nelle vene dei fan. Una serie di FPS dal ritmo incredibile, che hanno viaggiato costantemente a 60 fps senza alcun tentennamento e proposto un gameplay vecchio stile, fatto di cascate di proiettili e medi-pack. Poteva essere una follia, è stato un successo.

Con l'arrivo di Switch in molti hanno chiesto a gran voce l'arrivo di questi giochi sulla console ibrida Nintendo. Sembrava una missione impossibile, ma l'uscita di Doom ha lasciato a terra molte mascelle e convinto il pubblico della versatilità di questo hardware. Il porting è stato affidato allo stesso team, Panic Button, che ha compiuto un altro (mezzo) miracolo. Wolfenstein II: The New Colossus su Switch funziona bene e, seppur con i dovuti compromessi, garantisce un'esperienza di gioco vicina a quella vissuta su PS4 e Xbox One.

Il primo impatto con questa versione Switch dipende molto dal modo in cui deciderete di giocare. In modalità portatile Wolfenstein II è incredibile. Fatta eccezione per qualche sfocatura di troppo nelle cutscenes avrete in mano un FPS come non se ne sono mai visti su una console take-away. Il sistema di controllo è piuttosto comodo nonostante le dimensioni ridotte dei pulsanti dorsali, ma farete l'abitudine anche a questo in pochissimo tempo. Giocando in modalità docked su schermi di dimensioni superiori a 42 pollici ovviamente i downgrade salteranno maggiormente all'occhio. La definizione dell'immagine è più bassa, così come il ridotto livello di dettaglio di molti elementi. Tali scelte sono state fatte per privilegiare la qualità di gioco e mantenerne costante la fluidità, che si attesta su solidi 30 fotogrammi al secondo.

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Il risultato è comunque ottimo considerando il cambio di hardware, ludicamente parlando The New Colossus è estremamente godibile anche su Switch. È abbastanza chiaro che se siete maniaci della pulizia grafica, delle risoluzioni estreme e degli FPS che schizzano da tutte le parti, questa non è la versione migliore da acquistare, ma tali mancanze vengono in parte bilanciate dalla possibilità di giocare l'avventura in qualsiasi posto e in qualsiasi momento. Un plus non da poco, non sufficiente però a consigliare l'acquisto a chi ha già spazzato via gli eserciti nazisti su PS4, Xbox One o PC. L'edizione Switch infatti non propone alcun contenuto extra.

Su questa console non sono disponibili i capitoli precedenti, quindi chi non ha seguito le avventure di Blazko su altre piattaforme potrebbe trovarsi disorientato nel cercare di capire come il protagonista si sia ritrovato nella terribile situazione raccontata nella prima ora di Wolfenstein II. Perché Terror Billy è sulla sedia a rotelle e perché dopo pochi minuti ci viene richiesto di fare una scelta su chi condannare e chi salvare tra due compagni? Purtroppo la mancanza di un riepilogo vi costringerà a recuperare Wolfenstein: The New Order su PS4, Xbox One o PC.

Potete ovviamente giocare The New Colossus anche senza aver assimilato le sfortune precedenti del protagonista. Fregandovene altamente dei "perché" e dei "quando" potrete gettarvi nella mischia e godervi un'avventura che definire esagerata è forse riduttivo. La trama è quella classica: i nazisti hanno vinto e mirano a conquistare il mondo con un esercito immenso e una tecnologia tanto folle quanto avanzata. Gli Stati Uniti sono ormai un loro feudo, ma sulla via della vittoria un solo uomo si erge a baluardo della libertà. Vestendo i suoi panni avrete accesso ad un arsenale mostruoso. Le armi hanno un peso decisamente più "fisico" rispetto a quello di altri FPS e una volta tanto non dovrete preoccuparvi della penuria di proiettili.

Visivamente la differenza con le versioni PS4/One c'è. Panic Button ha comunque svolto un ottimo lavoro, proprio come nel porting di Doom.

L'obiettivo è uno solo: farla pagare a quella maniaca di Frau Engel. Probabilmente l'avete già vista in Wolfenstein: The New Order, nel quale svolgeva il ruolo di co-antagonista. In questo sequel invece Irene Engel è protagonista assoluta. Una generale nazista spietata, che non ha il minimo rispetto per la vita umana. La odierete e bramerete le sue viscere... fuori dal corpo. Raramente ci è capitato di incontrare un personaggio femminile così ben caratterizzato e odioso.

Se il primissimo Wolfenstein diede di fatto vita al genere degli FPS, questi ultimi tre capitoli lo hanno tenuto in vita nella sua accezione più classica. Pochi fronzoli: un patriota incazzato, un'arma (spesso anche due, visto che le potrete utilizzare in coppia) e una miriade di nemici che si frappongono tra voi e i titoli di coda. Le cose si svolgeranno in modo abbastanza lineare quindi niente free-roaming, sandbox e finali alternativi. Non mancano le scorciatoie per arrivare alle spalle di qualcuno, ma in generale questa è vecchia scuola nella sua più pura essenza, che vi piaccia o no.

Essendo la vecchia scuola dovrete poi scegliere un livello di difficoltà prima di partire. Sconsigliati i primi due, a meno che non vi piacciano delle placide camminate nel parco. State per ora lontani anche dall'ultima, decisamente difficile anche se non come quella che si sbloccherà una volta che avrete finito la campagna. Una scelta media è l'opzione più desiderabile: vi regalerà un'esperienza decisamente coriacea ma mai frustrante.

La mancanza dei 60 fps si fa sentire, ma poter giocare Wolfenstein II in versione portatile è comunque una goduria.

Una volta scesi in campo per l'onore e la gloria non avrete più respiro. Verrete braccati con un ritmo forsennato e avrete giusto il tempo per ricaricare o raccattare qualche protezione qui e là. La tattica è ridotta al minimo, anche se il fattore numerico è nettamente a vostro sfavore. Blazko ama l'azione, ma di tanto in tanto dovrete ragionare un attimo in più. Va bene falciare qualsiasi cosa si muova ma un'eliminazione silenziosa ogni tanto non ci sta male. In particolare quando vi permetterà di togliere di mezzo i comandanti prima che questi diano l'allarmi vomitandovi addosso l'inferno nazista. Sono loro inoltre a nascondere preziosi documenti che vi aiuteranno a comprendere meglio i piani di conquista, e i Codici Enigma che sbloccheranno qualche sfida extra.

Nel caso veniate scoperti, non rimanete fermi nello stesso posto per troppo tempo. L'I.A. dei vostri nemici non è raffinatissima ma neanche la più stupida con cui vi siate mai confrontati. Specialmente alle difficoltà più alte, poi, dovrete sudare per sbatterli giù. Non fatevi problemi ad usare qualsiasi cosa troviate, comprese le accette sparse un po' ovunque. Sono utilissime per aprire brevi scorciatoie ma danno il meglio quando vengono piazzate con potenza nel casco di un nemico. Come lo stesso Blazko ama dire: "con un'ascia e un nazista, puoi fare un sacco di cose!".

Come farle, queste cose, dipende da voi. Wolfenstein II: The New Colossus vi fornirà tutti gli strumenti di cui avrete bisogno. Non parliamo solo dell'arsenale bellico ma anche di "poteri". Con il procedere dell'avventura sbloccherete delle abilità che vi permetteranno di potenziare il modo di combattere di Terror Billy. Non stiamo parlando di elementi GDR, più semplicemente vi ritroverete più o meno inconsapevolmente ad "allenare" alcune caratteristiche (dalle eliminazioni furtive all'utilizzo di particolari armi) che nel tempo amplieranno il loro raggio e varietà d'azione.

In alcuni scenari si nota una leggera nebbiolina, un piccolo trucco per evitare problemi di fluidità all'engine di gioco.

Qualche piccolo difetto, però, non manca: il level design ad esempio non è esattamente ineccepibile e in più di un'occasione avrete l'impressione di essere già passati in un particolare luogo. Non è colpa del backtraking, quasi assente in The New Colossus, ma di occasionali ripetizioni nella morfologia degli ambienti. Niente per cui gridare allo scandalo, sia chiaro, e nella concitazione del gioco probabilmente non ci farete neanche caso, ma era nostro dovere farne cenno.

Una breve nota a margine prima di concludere. Se deciderete di acquistare il gioco in versione fisica sappiate che una volta inserita la cartuccia dovrete avere la console collegata in rete per poter giocare. Questo perché nonostante il downgrade il gioco necessita un ulteriore download per partire. Essendo uno dei più grandi arrivati su Switch, tutti i dati non entrano nella scheda inclusa nella confezione. Era già accaduto in passato con altri titoli, come L.A. Noire, e l'impressione è che accadrà sempre più spesso in futuro. Forse è meglio che smettiate di rimandare l'acquisto di quella MicroSD.

Dopo averci deliziati con un'eccellente conversione Switch di Doom, il team Panic Button conferma il suo talento portando a termine una missione ritenuta quasi impossibile: portare l'ultima impresa di Terror Billy su Switch. Non mancano ovviamente dei compromessi tecnici, che però non pregiudicano in alcun modo l'esperienza finale. Poter giocare Wolfenstein II (come Skyrim prima di lui) in versione portatile è un piccolo sogno, mentre in modalità docked il titolo Bethesda fa una splendida figura anche su Switch. Ora non resta che chiudere il cerchio: a quando un porting dei tre Dishonored e di Prey?

8 / 10