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WoW Wrath of the Lich King Classic, il Provato

Le terre innevate di Northrend ci invitano per una nuova avventura.

Le fredde lande di Northrend hanno aperto le loro porte per una beta ad invito limitato, per permettere a giocatori veterani e nuove reclute di testare i vari aspetti di Wrath of the Lich King Classic, prima del suo lancio nei prossimi mesi (uscita prevista entro il 2022).

Nulla è cambiato per chi ha già solcato i cieli e le lande ghiacciate di questo continente, che ha visto battaglie epiche, tradimenti, morti ed eccellenti resurrezioni (beh, quasi), e che ha chiuso un ciclo narrativo cominciato con i titoli RTS del franchise, culminando con un combattimento a dir poco epico in cima alla torre di Icecrown.

Il nemico? Arthas, il principe di Lordaeron convertito al lato oscuro da entità malevoli per mezzo di una spada, Frostmourne, capace di consumare l’essenza vitale dei nemici sconfitti, ed un elmo in grado di azzerare quel poco che era rimasto del suo libero arbitrio, trasformandolo in una pedina di una scacchiera ben più grande. Un Re su un trono ghiacciato, in grado di controllare le orde non morte, che altrimenti scorrazzerebbero per tutto Azeroth.

Il menu di creazione del nostro Death Knight. Poche scelte, spartano, dritto al punto: proprio come ce lo ricordavamo.

Tutt’oggi la sequenza della sua morte fra le braccia dello spirito del padre, anch’esso caduto per mano di Frostmourne e intrappolato in essa, è una delle sequenze cinematiche più intense, amate e commoventi dell’intero gioco, e che quasi esitiamo a saltare nelle nostre innumerevoli run per ottenere la cavalcatura Invincible, nella nostra routine di farming settimanale.

WoTLK è stata l’espansione che ha visto il punto più alto per numero di giocatori, con oltre 12 milioni di sottoscrizioni mensili. Un apice mai più raggiunto purtroppo nelle espansioni successive.

La trama, i vari cattivi di turno, i raid di portata epica (Naxxramas, Ulduar e lo stesso Icecrown, tre dei raid più amati in assoluto), componevano un mix di perfezione per contenuto, narrativa e puro divertimento, con tantissime locazioni suggestive da esplorare.

Northrend è un continente vasto, diversamente vario, composto da 11 zone fra cui persino una regione interamente dedicata al PVP, con combattimenti tra veicoli, assedi e boss che possono essere affrontati solo se la propria fazione controlla la cittadella di Wintergrasp.

La celebre schermata di login con la neve che copre Icecrown e Sindragosa che vola in giro e ci assorda con un ruggito maestoso.

Con l’introduzione degli Achievement moltissimi giocatori hanno riscoperto contenuti vecchi e nuovi sotto una nuova luce, quella del collezionismo, del “completare” un gioco che pare essere “infinito”. Ore ed ore spese a raccogliere oggetti, completare quest e minigame all’interno del gioco, il tutto per ottenere il tanto agognato 100%!

Per molti Wrath è stata l’espansione che finalmente ha ingrandito il gruppo di classi a nostra disposizione, con l’introduzione dei Death Knight, una classe élite che cominciò la sua avventura in Azeroth al servizio proprio del Lich King, e che presto si rense conto della malvagità del suo sovrano e, con una serie di quest, finalmente riuscì a rompere quel legame di sottomissione e controllo per unirsi alla fazione dell’Orda o dell’Alleanza.

L’avvento di questa classe fu accolto con grande eccitazione e ogni giocatore creò il proprio Death Knight (con conseguente sovrappopolazione in ogni gruppo per i dungeon), anche solo per vivere le quest iniziali, stupendamente create e forse fra le migliori missioni introduttive dell’intero gioco.

Un’espansione che introdusse la possibilità di avere specializzazioni multiple, da cambiare a seconda delle necessità, finalmente liberando i giocatori dall’odioso reset dei talenti con costo monetario incrementale, con lo scopo ultimo di portare sicuramente più versatilità ai vari gruppi.

L’inizio dell’avventura per il nostro Death Knight, al momento ancora al servizio del Lich King.

Gruppi che finalmente si lasciano alle spalle i raid da 40 persone (già però abbandonati in Burning Crusade), come un ricordo che non tornerà più a tormentare le gilde, sempre obbligate a schierare party enormi, consolidando l’esperienza raid per team da 10 e da 25 eroi, permettendo a chiunque ora di vivere sulla propria pelle anche una versione rimasterizzata di Naxxramas che solo una ristrettissima cerchia di giocatori ha potuto conquistare alla fine di WoW Vanilla (prima dell’arrivo di Burning Crusade)(io purtroppo all’epoca non riuscii a completarla, ndSS),

Senza parlare della nuova professione, Iscrizione, che aggiunse un sistema di glifi per potenziare le abilità chiave di ogni classe o semplicemente cambiarne l’aspetto. Una feature che venne poi abbandonata e che tuttora viene rimpianta da una buona fetta dei giocatori, che vedevano in questa personalizzazione un forte elemento RPG.

Abbiamo provato a lungo questa beta e ci è sembrato di tornare a casa, arrivando negli Howling Fjords, portati da una nave, accompagnati da una colonna sonora che forse è davvero inarrivabile per emozioni trasmesse e brividi lungo la schiena. Una zona così affascinante e semplicemente splendida, dominata dalla torre di Utgard, con i suoi due dungeon. È stato davvero bello rivivere quei primi momenti di stupore, la torre di Wyrmrest in mezzo a una battaglia infinita tra draghi, i Nerubian a tramare sottoterra la nostra sconfitta e l’indimenticabile profilo di Icecrown a dominare l’intera zona.

L’albero dei talenti che in molti rimpiangono (ma che tornerà in Dragonflight).

Abbiamo forse perso quel senso di scoperta, di meraviglia. Per chi affronterà questa versione Classic per la prima volta, proviamo quasi invidia. Forse Wrath of the Lich King Classic sarà l’ultima espansione a subire questo soft-reset. E probabilmente è giusto chiudere questo esperimento, che in molti pensavano impossibile, con la miglior espansione di sempre.