WWE All Stars
Due generazioni, un ring.
Quello del wrestling è un segmento di mercato alquanto spinoso. Se infatti negli Stati Uniti questa disciplina non sembra conoscere il significato della parola crisi, con arene sempre piene, alti share televisivi e i relativi videogame nelle posizioni alte della classifica, da noi in Italia le cose sono decisamente differenti.
Scoppiata la bolla di qualche anno fa, dettata più da una questione di moda che non da reale passione del pubblico dello Stivale per questa disciplina a metà tra il lottatorio e il circense, oggi come oggi l'interesse a livello nazionale per il wrestling appare assai basso, sebbene gli occasionali incontri nelle nostre arene siano ancora capaci di richiamare folle numerose.
È chiaro quindi che se per un direttore marketing americano di THQ un titolo come WWE All Stars rappresenta uno degli appuntamenti più ambiti dell'anno, per il suo equivalente italiano questo gioco può rappresentare una bella gatta da pelare, soprattutto se i target del venduto vengono fissati da qualcuno oltreoceano che non si capacita di come sia possibile di ciò che è di moda nel paese a stelle e strisce non lo sia nel resto del mondo.
Questa volta però le cose potrebbero essere leggermente diverse, se è vero che quello che ci è appena stato presentato a New York è un gioco obiettivamente divertente, al di là che tratti una disciplina un po' demodé.
Abbandonata la ricerca del realismo degli ultimi episodi, questo All Stars, più che un seguito di WWE SmackDown Vs Raw 2011, pare a tutti gli effetti un vero e proprio spin-off. Con la sua grafica stilizzata e ipertrofica, capace di richiamare le reali controparti ma di farle sembrare al tempo stesso uscite da una puntata di Ken il Guerriero, la nuova iterazione della serie WWE fa capire fin dall'inizio di non prendersi troppo sul serio. L'impostazione è più arcade e meno simulativa, l'azione è velocizzata e, fatti i debiti raffronti, All Stars sembra stare a Smackdown come Tekken sta a Virtua Fighter.
Il gioco, protagonista della seconda giornata del THQ Gamers Day di New York, ha goduto di una presentazione in pompa magna, con la presenza di vere e proprie star del firmamento del wrestling di oggi e di ieri, gente del calibro di Sheamus, Big Show, Ricky Steamboat e Kofi Kingston, tutti saliti sul palco per fare da testimonial e cantare le lodi di All Stars.
Le impressioni ricavate dalle demo e da un paio d'ore di partite sono buone e All Stars dimostra di avere tutte cose al suo posto. Con colpi lenti e veloci, prese lente e veloci, taunt, counter e colpi speciali utilizzabili dopo avere caricato un apposito Energy Meter, il repertorio tipico dei giochi di combattimento pare essere qui presente.
Se a ciò aggiungiamo anche la presenza di juggle e contro-contromosse, pare proprio di essere di fronte a uno dei più recenti picchiaduro made in Capcom o Namco Bandai.