X-Men Origins: Wolverine
Graffiante sorpresa.
Graficamente solidissimo, con un convincente sfoggio dell'immancabile Unreal Engine III ed ottime animazioni con una brutalità sconvolgente a fare da denominatore comune, X-Men Origins si rivela, come già detto non senza sorpresa, un pacchetto squisitamente completo: un titolo capace di impressionare con ambientazioni evocative, una narrazione meno banale del previsto ed un'azione sempre varia e ritmata nella sua compiaciuta devastazione.
Appagante nelle dinamiche di lotta, con un combat system che non avrà la chirurgica eleganza formale di un Ninja Gaiden qualsiasi ma che risulta complessivamente in grado di rivaleggiare con quanto visto in God of War, X-men Origins è un videogioco dannatamente divertente da giocare: privo di soluzioni deliberatamente hardcore, ma non per questo banale o senza l'adeguato grado di sfida. Insomma deliziosamente "a portata di joypad" per chiunque desideri divertirsi con un action game né troppo banale né eccessivamente esoso o frustrante.
Ma non è tutto: l'ultima creatura Raven Software è un prodotto piacevolmente curato tanto nella forma quanto nella sostanza. Per placare la vostra insaziabile sete di sangue oltre alle spettacolari combo caratteristiche del genere potrete infatti servirvi di prese aeree, contromosse ed animalesche finisher puntualmente celebrate da enfatici slow motion e gasantissimi giri di telecamera. Per non parlare delle interessanti possibilità derivanti dalle uccisioni ambientali, da eseguire sfruttando a proprio vantaggio la conformazione dei livelli (lanciando i nemici nel vuoto, impalandoli, fulminandoli e quant'altro...).
Pur trattandosi di un videogame tutt'altro che rivoluzionario, questo spin-off incentrato sulla giovinezza del più carismatico degli X-Men si concede un paio di trovate originali ed inedite. Per prima cosa meritano una menzione particolare i Sensi Ferali di Wolvie, ovvero un particolare metodo di visione dai colori alterati (ottenibile premendo il d-pad verso l'alto) utile per orientarsi all'interno degli stage, enormi ma non propriamente labirintici...e per individuare nemici ed oggetti con cui interagire.
Ma la vera ed irrinunciabile chicca è l'Affondo: premendo il dorsale destro lockerete un apposito mirino su un avversario (posto tranquillamente anche ad una decina di metri da voi), e con una seconda pressione del dorsale sinistro effettuerete un repentino balzo al suo indirizzo. Una volta piombati addosso al nemico, ovviamente con la signorile delicatezza propria del caro vecchio Logan, avrete modo di continuare con la vostra combo, infilzando ed affettando con barbara ferocia. Grazie a questa brillante intuizione il ritmo di gioco si farà indiavolato, per una carneficina senza soluzione di continuità che arriverà a prescindere dalla prossimità dei vostri oppositori: grandioso.
Ulteriormente arricchito da una sovrastruttura da RPG (con tanto di albero per sbloccare in maniera non lineare nuove mosse ed abilità) e da apprezzabili passaggi vagamente in stile platform (con persino qualche enigma alla Tomb Raider), X-Men Origins: Wolverine è un titolo sorprendente ma inevitabilmente imperfetto. Tra i difetti si segnalano una globale mancanza di esplorazione (perché va benissimo il focus sul menare le mani, ma qualcosa di meno vincolato al solito susseguirsi di stanze e corridoi sarebbe andato ancora meglio!) ed una certa ripetitività di fondo nel level e nell'enemy design. Nulla di particolarmente grave, intendiamoci, anche se senza queste sbavature la fatica dei creatori del mitico Heretic si sarebbe potuta confrontare praticamente ad armi pari con i mostri sacri del genere.
Violento, carismatico, crudele e fuori controllo: il miglior videogame dedicato agli X-Men (o meglio ad uno di loro...) è servito. Datemi retta: nell'attesa di tornare a furoreggiare per l'Olimpo in compagnia del Fantasma di Sparta e prima di prendere a calci nel didietro Satana in persona con l'Alighieri un po' così di EA vale davvero la pena di affilare gli artigli. Prendete e giocatene tutti.