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Xbox è vicina ad essere una perfetta piattaforma da gioco, ma ha bisogno di giochi - editoriale

La pressione è alta in vista dell'E3.

Dobbiamo dirlo, la decisione di Microsoft di rivelare in esclusiva al Digital Foundry le specifiche di Scorpio, il nuovo aggiornamento hardware di Xbox One, è stata davvero furba. Microsoft sapeva che, una volta che la macchina fosse stata presentata agli sviluppatori, la notizia si sarebbe potuta facilmente spagere in giro, per questo ha deciso di anticipare tutti. Microsoft sa che questa console potenziata ha bisogno di riconquistare i cuori e le menti dei giocatori più incalliti che, tre anni e mezzo fa, sono passati a PlayStation. Per convincere questi ragazzi, bisogna prima convincere le comunità più importanti come NeoGAF, ma per convincere NeoGAF, devi convincere il Digital Foundry.

Naturalmente, il successo di questa strategia dipenderà dalle capacità di Microsoft nel mettere assieme una buona macchina. Una delle scelte più efficaci è stata quella di progettarla come una console pensata esclusivamente per i giochi: la macchina più potente e meglio progettata che si sia mai vista, più simile all'originale Xbox e all'Xbox 360 rispetto al prodotto multimediale di Xbox One. Un'altra buona decisione è stata quella di scegliere la fine del 2017 per il lancio della console, e questo perché Microsoft sapeva che in quel periodo sarebbero state disponibili dei componenti in grado di raggiungere facilmente una risoluzione in 4K nativo, allo stesso tempo, le TV in 4K stanno diventando lo standard dell'industria per il mercato di massa. E questo è già accaduto: provate ad acquistare una soluzione FullHD che non sia di piccole dimensioni. Al contrario, PlayStation 4 Pro di Sony è stata spiegata male, concepita in modo confuso e con tempi decisamente affrettati, visto che è stata lanciata prima che i chipset, o almeno i clienti, fossero pronti.

Phil Spencer si sentirà molto soddisfatto dopo il reveal di Scorpio sul palco dell'E3 di domenica, con tanto di vero nome, data d'uscita e prezzo. Potreste non essere propensi ad acquistare un prodotto che rientra nel concetto di hardware mid-gen, aggiornato semplicemente per buttar fuori più pixel, anche perché questa dote deve ancora essere dimostrata. Quello che però già sappiamo di Scorpio ci suggerisce che, a modo suo, si tratterà di un prodotto particolarmente interessante.

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Ma c'è dell'altro. Spencer e il suo team sono entrati da un po' di tempo in una fase positiva, in cui hanno preso ottime decisioni e hanno fatto dei buoni progetti. Il programma di retrocompatibilità di Xbox 360 sta mantenendo in vita le vecchie librerie dei giocatori, oltre ad arricchire il contenuto dell'offerta di Xbox One con centinaia di grandiosi vecchi titoli che possono essere acquistati in copia digitale. Ciò si collega perfettamente con l'Xbox Game Pass, da poco lanciato, che permette di scaricare oltre 100 giochi con un canone mensile e che, presentandosi come una sorta di "Netflix per i giochi", risulta essere molto più convincente di alcuni servizi per lo streaming più tecnologicamente complessi, come PlayStation Now o OnLive. Per i giocatori si tratta sicuramente di un buon affare ad un prezzo ragionevole, che va ad aggiungere una tonnellata di contenuti videoludici alle loro Xbox.

Per Microsoft invece, si tratta di un nuovo flusso di entrate e di un modo per restare nel settore gaming ancora un bel po', qualcosa che va a loro vantaggio senza per forza distruggere gli altri servizi. Microsoft vuole che questo servizio sia duraturo e valido. L'idea che sta dietro a Scorpio e anche all'estensione di Xbox su Windows, incluse le versioni PC di giochi first-party, è che i videogiochi per console e i rispettivi hardware non devono più essere bloccati in un ciclo di morte reciprocamente assicurata. I giochi possono continuare a vivere, su altre macchine, su altre piattaforme e in altre epoche. Non bisogna andare troppo distanti per capire la loro fonte d'ispirazione: basta dare un'occhiata al vostro launcher di Steam.

Dal momento che, per la maggior parte, Steam va avanti grazie agli acquisti digitali, forse questo è soltanto un modo subdolo per ritentare la mossa, storicamente poco apprezzata, di togliere ai giocatori la proprietà dei giochi. Come ha però mostrato ancora una volta Steam, se ai giocatori si offrono titoli convenienti e validi in cambio, la rinuncia alla proprietà è un sacrificio che gli utenti sono pronti a compiere. E questa volta Xbox sta portando avanti il progetto con la giusta prospettiva e con valide ragioni: un'altra grande decisione.

Tutto questo porta Xbox ad essere una buona piattaforma su cui giocare, a partire da funzionalità più piccole come il Copilota: un adorabile strumento di accessibilità che consente di dividere i controlli tra due gamepad. Oppure come l'Xbox Creators Program che aprirà la piattaforma a molti più sviluppatori e potrebbe, forse, portare ad una parziale rinascita di quel folle entroterra che era Xbox Live Indie Games su Xbox 360.

Probabilmente intuite che a questo punto ci starebbe un "ma", uno di quelli belli grandi.

Confrontarsi con un concorrente dominante, come PlayStation (per non parlare di Steam su PC), è proprio una bella gatta da pelare e non è sufficiente un ambiente piacevole. Potrebbe non bastare neanche la promessa che Scorpio possa offrire la migliore versione dei propri giochi preferiti, non più almeno. Ha funzionato per PS4, ma quella era una condizione di parità. Scorpio deve invece combattere contro l'inerzia generata da tutti i giochi PS4 già acquistati, contro tutti gli amici presenti sul PSN.

Forza, quando vedrà la luce, potrebbe essere uno dei giochi di corse più belli di sempre, ma è sufficiente per vendere più console?

C'è solo un'arma che può servire a combattere questa guerra, ovvero giochi esclusivi must have. Ne basterebbe anche solo uno, se fosse sufficientemente buono, se fosse un Halo: Combat Evolved o uno Zelda: Breath of the Wild. L'importante è che siate portati a desiderarlo, che vi emozioni e che sia unico.

Questo è un punto su cui Xbox è recentemente in difficoltà, forse sorprendentemente considerando che la divisione console è in mano a Spencer, una volta a capo di Microsoft Game Studios e noto uomo con predilezione per i software. I titoli pubblicati da Microsoft Game Studios sono di alta qualità, giochi rifiniti, ma anche disperatamente poco emozionanti, ad eccezione del divertente Forza Horizon 3. Nomi titanici del gaming come Halo e Gears of War sembrano ora stanchi e senza ispirazione dopo anni di seguiti che si sono mantenuti al sicuro non osando, come se fossero fossero usciti dal lavoro di esperte cover band piuttosto che dei gruppi originali. Una promessa collaborazione con le rock star di Platinum Games, per sviluppare Scalebound, è stata cancellata. Forza Motorsport 7 sarà meraviglioso in 4K, ma non accenderà l'E3, neanche lontanamente. Crackdown è il favorito dai fan, ma è un altro sguardo al passato. Sea of Thieves di Rare, infine, è originale e ambizioso, ma è facile notare una mancanza di fiducia nel modo in cui è stato mostrato fino ad ora. Dove sono l'Horizon: Zero Dawn o il Breath of the Wild o il Bloodborne di Xbox? Dov'è quel gioco Xbox esclusivo che ci fa schizzare il sangue al cervello?

Non lo so, ma vorrei tanto. Il fatto è che ormai sono anni che Xbox è impegnata solo a metà con gli sviluppatori first-party e il lavoro che è stato fatto era privo di rischi. Non è sicuramente una buona cosa all'interno di un'industria creativa e il contrasto con il sistema di pubblicazione first-party di Sony, con la sua disponibilità a rinviare l'uscita, a fallire e a finanziare pesantemente folli progetti vanitosi, è come tra la notte e il giorno.

La pressione è quindi altissima. Con Scorpio, Xbox potrebbe non riuscire a posizionarsi meglio nella guerra tra console per il recupero del campo di battaglia perso. Per conquistare terreno all'E3 ha bisogno di qualcosa di più forte che prendere solo buone decisioni, ma fare qualcosa in cui fallisce da lungo tempo: ha bisogno di sorprenderci.

Avatar di Oli Welsh
Oli Welsh: Oli was Eurogamer's MMO Editor before a seven-year stint as Editor. He worked here for a colossal 14 years, shaping the website and leading it.
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