XCOM
2K Marin e il reboot che non ti aspetti.
Raccogliere l'eredità lasciata da uno dei marchi più rappresentativi dell'RTS a turni e trasformarla in un reboot desideroso di innovare e stupire il giocatore, senza però tradire le proprie venerabili origini, non è propriamente una passeggiata di salute.
Se poi il brand in questione risponde al nome di X-com, una serie difficilmente sconosciuta ai giocatori degli anni '90 capace di mescolare un gameplay diretto ed immediato ad un livello di tatticismo divenuto metro di paragone per moltissime produzioni successive, l'evenienza di incappare nel fantomatico buco nell'acqua non è così remota anche per la software house più rodata.
I ragazzi di 2K Marin, a quanto pare, non sembrano essere preoccupati da una tale sfida: ed ecco che, ad un anno esatto dal primo annuncio ufficiale, possiamo posare gli occhi su una prima alfa funzionante di XCOM, reboot spirituale della leggendaria serie targata Microprose che, dal 1993 al 2001, ha rivoluzionato l'ideologia comune della strategia a turni in tempo reale. Riuscire a rievocare i fasti del primo, indimenticabile UFO: Unknown Enemies (senza dubbio l'episodio più riuscito della saga) non sarà affatto cosa facile, anche se quanto abbiamo avuto modo di osservare in questa ultima giornata losangelina lascia adito a parecchie speranze.
XCOM è ambientato nell'America del 1962, in un mondo uscito tutto tranne che indenne dal secondo conflitto mondiale ma già tristemente impegnato in un'estenuante battaglia contro una tremenda minaccia aliena (gli Estranei), bramosa di cancellare l'umanità dal pianeta e trasformare quest'ultimo in un'enorme riserva di silicio. A mettere i bastoni tra le ruote dei visitatori ci pensa XCOM, un'agenzia segreta istituita dal governo USA per fronteggiare il nemico e, proprio per tale motivo, provvista dei migliori scienziati e delle tecnologie più evolute.
Nei panni dell'agente William Carter veniamo dunque introdotti a questo FPS non convenzionale, dove le dinamiche di gioco più classiche vengono arricchite dal team working e dalla gestione tattica degli elementi della nostra unità. La demo E3 si apre infatti con Carter alle prese con l'ultimo caso di attacco alieno, invitato dal collega Leon Burnes a scegliere i componenti della propria squadra. Ciascuno di questi elementi è caratterizzato da un albero di skill ben definito e una "classe di appartenenza" che lo rende più abile in determinate azioni.
La scelta iniziale dei compagni di squadra, per ovvi motivi, è piuttosto limitata: le cose si fanno interessanti con il progredire del titolo, dove potremmo creare un'unità di 8 persone di cui 2 al massimo potranno seguirci nelle varie missioni. Scegliere con attenzione è estremamente importante, poiché i colleghi "scartati" non necessariamente potranno esser selezionati in un secondo momento: il rischio di trovarsi nel cuore di un'operazione delicata con degli uomini non perfettamente consoni, rimpiangendo le proprie scelte passate, è tutto tranne che trascurabile.
Creato il team, lo step successivo è quello della selezione della missione: anche in questo frangente vige la più assoluta non linearità, laddove il giocatore può decidere a proprio arbitrio quali missioni intraprendere e quali no. Anche in questo caso, affrontare lo scheduling delle operazioni richiede un approccio tattico non indifferente: optare per un salvataggio di uno scienziato rapito degli alieni in luogo di un più abusato attacco frontale può portare enorme benefici, primo fra tutti il progredire della tecnologia a nostra disposizione. Ogni scelta del giocatore, stando alle parole degli sviluppatori, influenza non solo la storyline, ma anche il modo di affrontare l'attacco nemico nel proseguo.