Xenoblade Chronicles Definitive Edition - recensione
La lotta fra Bionis e Mechanis non è ancora finita.
L'originale Xenoblade Chronicles è praticamente coetaneo di quel tanto amato, quanto odiato Final Fantasy XIII di casa Square Enix. Non bisogna stupirsi, quando il videogiocatore medio si senta più attratto e incuriosito da un gioco dalla grafica semplicemente incredibile (e che ancora oggi, nella sua versione migliorata per Xbox One X, riesce a lasciare piacevolmente sorpresi), combattimenti spettacolari e tantissimi effetti e lucine a schermo, rispetto a un titolo senza dubbio più modesto, realizzato per Wii, console certamente non all'avanguardia in termini di potenza hardware e che, dopo quasi un lustro dall'uscita, iniziava a soffrire il divario muscolare con le "scatolette" della concorrenza.
Eppure, a coloro i quali (e non sono stati pochi) non si sono lasciati fermare da una prima, superficiale impressione, il lavoro di Monolith Soft è senza dubbio rimasto nel cuore. Un gioco profondamente fantasy nell'estetica, ma in grado di trasmettere messaggi reali e tristemente attuali: una storia in cui razzismo, pregiudizi e paura della diversità non portano mai nulla di buono, in cui nemmeno il potere di prevedere il futuro darà alcun controllo degli eventi, a meno di accettare i propri limiti e aver fiducia nel supporto di chi ci vuol bene. Una storia a cui non mancano momenti scanzonati e leggeri, ma che alza sempre il più il tiro man mano che prosegue, senza - quasi - alcun inciampo lungo la strada e che difficilmente lascerà indifferenti una volta giunta alla sua intrigante, a tratti misteriosa conclusione.
Xenoblade Chronicles Definitive Edition lascia inalterata la narrativa originale, pur aggiustando il tiro su alcuni elementi (anche visivi) che permetteranno ai fan della serie di ricevere alcune conferme circa il collegamento tra questo gioco e il secondo capitolo del franchise. Il lavoro più imponente, come già spiegato nella nostra prova del gioco, ha interessato grafica, sonoro e menu.
Tutto è stato aggiornato per adattarsi agli standard qualitativi attuali, con tracce musicali arrangiate (rimane comunque possibile selezionare l'audio originale), l'UI di gioco sensibilmente più leggibile e pulita e un comparto grafico rivisto da zero, proprio per limare quell'unica, tagliente spigolosità che tanto distaccava in fruibilità il primo Xenoblade Chronicles dal suo successore, pubblicato direttamente per Nintendo Switch.
Il combat system del gioco non ha sofferto particolarmente il passare di un decennio, a conferma della validità del suo concept; è innegabile che al giorno d'oggi alcuni elementi non siano esattamente avanguardistici, come la limitatezza degli ordini impartibili ai compagni di squadra o la gestione di menu e sottomenu delle abilità della spada Monade, più vicino a un sistema di input di un MMORPG moderno (e, a dirla tutta, il combat system è curiosamente affine a quello del Pugilist/Monk di Final Fantasy XIV) e ancora poco "raffinato" nonostante il grosso lavoro di pulizia rispetto alla sua versione originale. Anche le reazioni e i commenti degli alleati, estremamente vocali durante ogni singolo combattimento, poteva risultare divertente dieci anni fa, ma al giorno d'oggi, soprattutto durante sessioni di gioco ed esplorazione di diverse ore, la logorrea non disattivabile del proprio party potrebbe sfibrare molti animi.
Ad esclusione di questi aspetti, Xenoblade Chronicles Definitive Edition risulta ancora oggi un gioco di ruolo godibilissimo: il giocatore ha facoltà di scegliere quale membro del gruppo dovrà controllare direttamente, lasciando che gli altri due personaggi agiscano in autonomia, ad eccezione di qualche generico comando di squadra. Il risultato è un sistema di combattimento dinamico e per nulla banale, soprattutto durante scontri avanzati e bossfight: il posizionamento è tutto, tanto per evitare alcuni attacchi ad area, quanto per attivare gli effetti secondari delle abilità, che molto spesso avranno conseguenze diverse sul bersaglio a seconda che lo si colpisca, ad esempio, sui fianchi o alle spalle.
Ma per vincere le sfide del gioco non basterà la strategia estemporanea e dita veloci: il party va infatti adeguatamente equipaggiato, tanto con armi e armature, quanto con le apposite gemme da inserire nei castoni per potenziare effetti offensivi, difensivi o persino unici. Giusto per darvi un'idea della vastità di attività possibili all'interno di Xenoblade Chronicles, il solo crafting delle gemme richiede abbastanza concentrazione e preparazione da poter essere considerato a tutti gli effetti un minigioco. Non ci soffermeremo a esaminare il sistema di gestione delle numerosissime quest secondarie, l'apprendimento delle Abilità e di potenziamento delle Tecniche, che sono rimasti inalterati rispetto al titolo originale e che comunque seguono meccaniche classiche, tipiche dei GDR.
Anche il rapporto con i vari personaggi non è qualcosa da sottovalutare, visto che una maggiore intesa fra i membri del gruppo permetterà Assalti di Gruppo notevolmente più potenti; per accrescere l'affinità, si potranno donare oggetti e tesori, completare con successo i dialoghi empatici disseminati in lungo e largo in tutte le mappe del gioco e, semplicemente, continuare a esplorare e combattere insieme nel corso dell'avventura. Come se tutto questo non bastasse, il sistema d'intesa si estende anche al rapporto con i vari npc del mondo e le zone in cui essi risiedono... e per quando non sia indispensabile essere amati da ogni essere vivente del titolo, i videogiocatori appassionati di completismo avranno pane per i loro denti, soprattutto se si considera che è possibile far impiegare a ogni personaggi le abilità altrui, a patto che i corrispondenti eroi le abbiano già apprese e si abbiano a disposizione una quantità adeguata di Tasselli Intesa per attivarle.
Interessanti e benvenute introduzioni di gameplay in questa Definitive Edition sono la modalità casual e la modalità pro: la prima è, a tutti gli effetti, una easy mode, che rende le battaglie più semplici, senza alcun malus narrativo; la seconda, impedisce il level up automatico dei protagonisti, consentendo al giocatore di scegliere, chi, quando e quanto accrescere il livello dei propri eroi.
Altra apprezzabile aggiunta di Xenoblade Chronicles Definitive Edition è la Modalità Contro il Tempo, la quale, come suggerisce il nome, richiede al giocatore di sconfiggere diverse ondate di nemici entro un tempo limite. I premi ottenibili superando le diverse sfide riguardano soprattutto equipaggiamenti unici, molto deboli in battaglia ma che, una volta ottenuti, sbloccheranno il relativo aspetto "glamour", permettendo ulteriore personalizzazione dei set equipaggiati da ciascun membro del gruppo.
Impossibile non menzionare Future Connected, la più succosa delle novità presenti all'interno di Xenoblade Chronicles Definitive Edition: si tratta di un vero e proprio epilogo inedito, un capitolo extra della storia principale, ambientato un anno dopo e nel quale vedremo riapparire volti noti e faremo la conoscenza di nuovi amici e nuove minacce.
Future Connected modifica alcune meccaniche rispetto all'avventura originale: Shulk non ha più accesso alle sue visioni per prevedere le mosse dei nemici, alcune abilità vengono utilizzate in modo diverso dai personaggi e le Tavole Abilità sono state rimosse; le gemme da incastonare saranno recuperabili direttamente dai Giacimenti d'Etere; i dialoghi empatici sono stati sostituiti dalle confidenze, che non incrementano l'intesa fra i partecipanti ma si limitano a mostrare conversazioni di approfondimento sul loro rapporto e il contesto della storia; gli Assalti di Gruppo hanno lasciato il posto ai Colpi Collettivi dei Ponspettori, meno articolati nell'esecuzione ma non per questo meno spettacolari e letali. Infine, le Tecniche saranno potenziabili con l'acquisto di Manuali Tecnici, ma solo scambiando questi ultimi con Monete Tecniche, un drop recuperabile sconfiggendo i mostri unici e le inedite Belve della Nebbia.
In buona sostanza, Future Connected screma alcuni elementi del gioco base, semplificandoli per una migliore quality of life e una progressione più rapida, ma non per questo più semplice: Shulk e i suoi amici cominceranno il capitolo al livello 60 e fin da subito anche le creature comuni potrebbero dare del filo da torcere, soprattutto nei primi momenti di assestamento alle nuove meccaniche di gioco.
Non approfondiremo gli elementi narrativi di questo epilogo inedito, ma con la sua durata di circa 10 ore, pensiamo che sia un elemento estremamente a favore dell'acquisto, anche per chi ha avuto modo e occasione di spolpare a dovere il titolo originale, tanto per la gestione delle figure già conosciute, quanto per le new entry, amichevoli e ostili. Tecnicamente, su Nintendo Switch Xenoblade Chronicles Definitive Edition si assesta sul valore tecnico già visto con Xenoblade Chronicles 2: un framerate stabile a 30fps e una risoluzione variabile, che oscilla tra 504p e 720p in modalità docked fra 378p e 540p nel caso lo si giochi in portatile.
Xenoblade Chronicles Definitive Edition porta su Nintendo Switch uno dei migliori giochi di ruolo moderni mai creati: la componente grafica, sempre stata il fianco scoperto del titolo, è stata aggiornata con cura e rispetto per il lavoro originale, così come i riarrangiamenti musicali.
Le meccaniche di gioco risultano ancora oggi incredibilmente attuali, a conferma di quanto maturo fosse il lavoro di Monolith Soft ai tempi della pubblicazione; stesso dicasi per la narrativa, che non abusa dei clichè del genere e offre una storia semplice, coinvolgente e con la giusta dose di mistero e grossi nemici da abbatttere, soprattutto nelle sezioni finali.
Infine, gli extra di gameplay inseriti nel gioco classico e l'intero nuovo capitolo Future Connected ben si integrano al contenuto originale, senza mai stonare e anzi, aggiungendo quel tocco di varietà e "freschezza" che farà felici tanto i nuovi arrivati, quanto i fan di vecchia data.