Yakuza 4
Nuovi eroi e gameplay vecchio.
Come vi avevamo promesso nell'hands-on di qualche settimana fa, è finalmente arrivato il momento di giudicare Yakuza 4, ennesimo episodio della serie SEGA che nell'immaginario di molti ha erroneamente preso il posto di Shenmue.
Nei tre capitoli precedenti questo franchise ha visto tutte le proprie vicende ruotare attorno alla figura di Kazuma Kiryu e al provocante quartiere di Kamurocho, vere colonne portanti di Yakuza e imprescindibili punti di riferimento per i giocatori legati all'opera di Nagoshi.
Come anticipato questa volta la storia non si sofferma unicamente su Kazuma, ma introduce tre nuovi personaggi che vanno ad affiancarsi alla figura dell'ex boss di Kamurocho (ormai trasformatosi nel gestore a tempo pieno di un orfanotrofio).
Per tutti coloro che si fossero persi i capitoli precedenti di Yakuza, dal menu principale è possibile avviare un filmato riassuntivo in cui le avventure di Kiryu vengono riepilogate in perfetto stile Beautiful, permettendo così di farsi un'idea del profilo caratteriale del personaggio e delle vicende che hanno portato alla situazione di questo nuovo episodio.
Episodio che, per portare una ventata d'aria fresca all'interno di una formula ormai stantia, sposta l'attenzione su tre volti nuovi dotati di una caratterizzazione curata quanto quella del buon vecchio Kazuma.
Yakuza 4, infatti, permette al giocatore di vestire i panni di antieroi inediti a cui associare nuove storie, nuove relazioni e, soprattutto, nuovi stili di combattimento. La struttura narrativa vanta un'impostazione piuttosto interessante, visto che segue una alla volta le storie dei vari protagonisti convergendo verso il punto d'incontro sul finale nel quale giunge finalmente il momento di Kazuma, in un climax particolarmente coinvolgente.
Se siete appassionati di questa serie, in fin dei conti, saprete già quanto Yakuza sia famosa per la qualità delle sceneggiature che la riguardano, in particolar modo per le intense fasi finali che conducono a conclusioni memorabili capaci di stamparsi a fuoco nella mente dei giocatori.
Sotto questo punto di vista Yakuza 4 non rappresenta un'eccezione, ma grazie alla presenza di un maggior numero di personaggi forti rispetto al passato è in grado spingere ancora di più sull'intensità emotiva e sulla spettacolarità degli eventi.
Come da tradizione, quindi, la trama è il pezzo forte di Yakuza 4, titolo che sotto ogni altro punto di vista si rivela piuttosto vecchio e ancorato a un gameplay che fatica a trovare una strada per rinnovarsi a dovere.
La novità più interessante è rappresentata dalle profonde differenze di stile di combattimento dei quattro personaggi, dettaglio che permette al giocatore di provare sensazioni diverse a seconda dell'eroe impersonato.
Usando Akiyama, proprietario di un'agenzia di prestiti piuttosto particolare, ci si può esibire in spettacolari combinazioni di calci acrobatici degni dei migliori film di Kung Fu, mentre nei panni di Tanimura, poliziotto semi-corrotto abituato a lavorare sul filo dell'illegalità, ci si affida principalmente a una difesa rocciosa e alla capacità di approfittare dei varchi lasciati dagli avversari.
Il massiccio Saejima, detenuto evaso di galera del quale nel corso della storia si scopre un inaspettato lato emotivo, basa tutto sull'uso della forza bruta e sul lancio di oggetti troppo pesanti per qualsiasi altro personaggio, mentre il buon Kiryu...beh, lui è sempre uguale e si rivela ancora una volta un cocktail perfetto di forza e destrezza.
Come da tradizione il sistema di combattimento si basa su serie di combo acquisibili e potenziabili attraverso un apposito menu. Vincendo i combattimenti si accumulano punti da investire in nuove tecniche o nel miglioramento di quelle già disponibili. Il sistema, già funzionale nei capitoli precedenti, riesce ancora a far provare il giusto senso di progressione, anche se dal nostro punto di vista SEGA avrebbe potuto impegnarsi per offrire qualcosa di nuovo e di più evoluto.