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Yakuza 7 ha uno dei migliori sistemi di combattimento a turni degli ultimi anni - prova

Abbiamo giocato le prime 30 ore del nuovo epico gioco SEGA.

Devo ammettere che, all'annuncio di Yakuza 7, primo titolo della serie principale del franchise dalla conclusione della storia di Kiryu, la mia prima reazione è stata di scetticismo. Chiunque sarebbe stato il nuovo protagonista, avrebbe dovuto raccogliere un'eredità molto pesante. E poi c'era la questione dei combattimenti, che sarebbero stati a turni. Era un boccone difficile da mandar giù.

Per fortuna, Yakuza 7 è risultato divertentissimo, oltre che un tributo d'amore verso i JRPG e a tanti altri titoli. Tutto ha inizio non con il nuovo eroe Ichiban Kasuga, ma con un veloce sguardo alla vita di Masumi Arakawa, capo del Clan Arakawa, una piccola famiglia fedele al clan Tojo. Arakawa non ha una vita semplice - tra i tanti pensieri, suo figlio è rimasto disabile dopo che Masumi dovette nasconderlo in un armadietto della stazione ferroviaria (!) quando era ancora un bambino. In pieno stile Yakuza, Arakawa salva la vita a un adolescente Ichiban, il quale gli giura fedeltà al punto da scegliere, tempo dopo, d'essere mandato in carcere al suo posto.

Quando, 18 anni dopo il suo arresto, Ichiban esce di prigione nel 2019, il mondo è cambiato drasticamente, ma probabilmente il suo più grande shock è scoprire che la famiglia Arakawa si è unita all'Alleanza Omi, famosa nemesi del Clan Tojo che Arakawa originariamente serviva. Quando Ichiban prova a chiedere spiegazioni allo stesso Arakawa, il suo ex salvatore gli spara.

Il cattivone di turno questa volta è interpretato dal famoso attore giapponese Shinichi Tsutsumi.

Siccome Yakuza tende a prendere il via con lo stesso tempo necessario ad altri giochi per raggiungere la conclusione - la sequenza iniziale mi ha chiesto abbondanti dieci ore per essere completata - Ichiban non muore, ma si risveglia in un cassonetto a Isezaki Ijincho, nella periferia di Yokohama. Anche se quest'ambientazione è ancora una volta realizzata ispirandosi a un vero quartiere a luci rosse, non si tratta della zona più rimarchevole della città. "Ijincho" significa letteralmente "città emarginata", come un posto dove si riuniscono a vivere le persone incapaci d'adattarsi a qualunque altro luogo. Questo include, ovviamente, una triade mafiosa, ma anche una numerosa popolazione di senzatetto. Ichiban e suoi nuovi amici, l'ex poliziotto Koichi Adachi e l'ex infermiera Nanba, appartengono decisamente alla seconda categoria.

La presenza degli elementi JRPG viene giustificata all'interno del gioco. Ichiban è notoriamente un grande fan del franchise Dragon Quest, e ora che non fa più parte della yakuza, decide quindi di diventare un eroe. Questo ci dice molto su che tipo di persona sia Ichiban. Kiryu era sicuramente di buoni sentimenti, ma Ichiban ha un cuore ancora più grande. È anche rumoroso, impulsivo e piuttosto stupido. Un benvenuto contrasto con i classici eroi stoici e straordinari in ogni aspetto della loro vita.

Quando ci si imbatte in dei nemici fra le strade di Ijincho, il combattimento ha inizio non appena si viene individuati. Inoltre, gli avversari riappaiono successivamente, più o meno sempre nelle stesse posizioni. Non appena la battaglia ha inizio, il giocatore può scegliere tra un attacco fisico, mettersi in guardia, attacchi speciali e uso di oggetti.

I combattimenti hanno ancora il loro impatto visivo.

Ciò che rende le battaglie lontane dall'essere percepite statiche è il fatto che tutti si muovono continuamente. A differenza dei classici "movimenti finti" dei JRPG, qui il posizionamento conta moltissimo. Nonostante non si possa spostare direttamente il personaggio, vale la pena di aspettare che i nemici si ammassino, visto che molti attacchi speciali possono colpire più di un bersaglio. Di contro, trovarsi davanti un gran mucchio di nemici significa che uno di essi potrebbe interrompere l'attacco diretto verso i suoi compagni. Se Ichiban si trova vicino a un'arma, come un cono stradale o una bicicletta, lo afferrerà per usarlo automaticamente. Cosa più importante, difficilmente i combattimenti richiedono molto tempo - a volte, persino più rapidi del classico combattimento beat-em-up per strada finora visto nella serie.

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Gli attacchi sono divertenti da guardare anche dopo averli usati diverse volte, visto che hanno ancora lo stesso impatto dei precedenti titoli Yakuza. I nemici rimbalzano e attivano il ragdoll dopo essere stati colpiti con violenza e gli attacchi speciali riempiono lo schermo dei classici effetti visivi. A volte però qualcosa va storto - ho visto il mio personaggio colpire debolmente gli ostacoli anzichè i nemici, o fermarsi davanti a un recinto come un Sim smarrito.

Yakuza 7 impiega un vero e proprio Job System per aumentare la varietà dell'esperienza. Dato che Ichiban è un senzatetto, la sua prima preoccupazione è quella di guadagnare denaro in qualche modo. I combattimenti permettono ancora di ottenere qualche spicciolo, ma visto che nessuno a Ijincho è particolarmente benestante, i ricavi sono miseri. I Job ottenibili durante la campagna principale, offrono dei cambiamenti estetici come in Final Fantasy X-2 o Lightning Returns. Una volta sbloccato il nuovo Job, il personaggio non solo ottiene un nuovo costume, ma anche statistiche diverse e attacchi completamente nuovi. Non è però possibile cambiare classe durante il combattimento, per farlo bisogna visitare l'ufficio di collocamento più vicino. Inoltre, fin dove ho giocato non sembra vi sia un numero particolarmente elevato di Job e membri del party.

La dimostrazione che Ichiban, letteralmente nato in un bordello, è l'eroe di cui il mondo ha bisogno.

Adoro l'impegno profuso, fin nei minimi dettagli, nel contestualizzare il sistema da gioco di ruolo classico all'interno di un'ambientazione "normale", quotidiana. Per curare le alterazioni di stato, bisogna comprare medicine e rimedi omeopatici in farmacia. L'equipaggiamento è venduto da anziane proprietarie di boutique o, soprattutto, dai negozi di accessori erotici, e include armi come bastoni luminosi di segnalazione, o da passeggio, e ovviamente enormi sex toy.

Durante le missioni secondarie, si guadagnano punti abilità da investire in statistiche come "saggezza" e "passione", in base al tipo di risposte date agli NPC. Per imparare attacchi combinati con gli altri membri del gruppo, bisogna dedicarsi a migliorare il rapporto tra Ichiban e i suoi amici, attraverso attività come guardare un film insime o karaoke di gruppo. Non manca l'incentivo a partecipare a questi minigiochi e attività opzionali, visto che permettono di ottenere sempre utili oggetti e denaro - fino ad ora mi sono sempre tenuto stretto uno o l'altro, e un buon equipaggiamento fa davvero la differenza in combattimento. Durante le missioni secondarie è possibile incontrare personaggi dei precedenti giochi Yakuza, come Gary Buster Holmes, per poi utilizzarli (pagando) come "evocazioni" in battaglia grazie alla feature "Delivery Help".

Fra i vari minigiochi disponibili non manca nulla di quanto già visto nei titoli precedenti, come il Majong, il gioco d'azzardo, i cabinati arcade e ovviamente il karaoke, ma tutti impallidiscono davanti ai nuovi giochi, come la corsa contro gli altri senzatetto per la raccolta di bottiglie di plastica e il "Delinquent Kart".

Sfidare i senzatetto nella raccolta di bottiglie o cercare di non addormentarsi al cinema. Divertimento per tutta la famiglia!

Per adesso adoro Ichiban, mi sto divertendo con i minigiochi e sto apprezzando tutti i cambiamenti. E ho appena scalfito la superficie del gioco. Considerando qualche ora extra, necessaria giocando in giapponese per tradurre tutto ciò che vedo per la prima volta, sono a un passo dalle 30 ore e mi trovo a metà del quinto capitolo di 14. Ryu Ga Gotoku Studio ha promesso che Yakuza 7 sarebbe stato il più grande dei titoli della saga, ma mi domando se possa rivelarsi un gioco come Persona 5, che molte persone hanno cominciato, per poi perdere interesse nel finirlo. Yakuza 7 adora infatti prendere tangenti che non si ricollegano per ore alla trama principale, qualcosa che ho già incontrato e trovato piuttosto stancante in Judgment, lo spin-off di Yakuza uscito lo scorso anno.

Manca ancora una data di pubblicazione per il mercato occidentale, ma questo non mi stupisce: il titolo ha quantità e qualità aggiunte in ogni cosa, e ogni elemento del gioco è accompagnato da tantissima narrativa e conversazioni, per cui sono sicuro che ci vorrà un po' di tempo per l'ottimo team di localizzazione SEGA per ultimare il lavoro. Non vedo l'ora: Yakuza 7 porta avanti con onore il nome della saga di cui fa parte.

Avatar di Malindy Hetfeld
Malindy Hetfeld: Malindy is a freelance writer whose equally torrid love affairs with literature, Japan and Guybrush Threepwood have led to her covering video games.
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Yakuza 7

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