Yomawari: The Long Night Collection - recensione
La notte fa paura anche su Switch?
NIS America ha recentemente pubblicato su Switch questa raccolta che include i due capitoli della serie Yomawari. Il primo, sottotitolato Night Alone, uscì tre anni fa su PS Vita e PC, seguito a distanza di un biennio quasi esatto da Midnight Shadows, che allargò il bacino d'utenza a PlayStation 4. Trattasi di due pseudo-horror molto particolari, scaturiti dalla fantasia e dalla creatività di Yu Mizokami, deus-ex machina della serie e designer degli ultimi capitoli di Disgaea.
I giochi sono ambientati in tempi diversi ma hanno molti punti in comune. Ne sono protagoniste due fanciulle che per motivi abbastanza futili perdono la strada di casa e sono costrette a percorrere le vie della loro città di notte, quando creature soprannaturali e mostri di ogni genere prendono forma.
L'ispirazione tematica a La Città Incantata dello Studio Ghibli è più che evidente, e il fine ultimo è più o meno lo stesso (la crescita personale e il superamento delle paure), come simile è anche il filo conduttore. Nell'opera del maestro Miyazaki assistiamo al mutamento progressivo della protagonista, necessario se non vitale per adattarsi alle difficoltà e superarle. In entrambi gli Yomawari, a giocare un ruolo importante è l'imprevisto, l'inaspettato, il tiro mancino che la vita può riservarti in qualsiasi momento... e il modo in cui lo si affronta.
Digressioni pseudo-filosofiche a parte, Yomawari: Night Alone e Midnight Shadows sono praticamente identici da un punto di vista prettamente ludico. Abbiamo una città immersa nella quasi totale oscurità. Le piccole sono fragili e chiaramente non armate, e l'unico modo che avrete per salvarle sarà evitare qualsiasi scontro con le entità (basta un loro tocco per uccidere le fanciulle) e giocare d'astuzia.
Entrambi i giochi offrono una discreta quantità di enigmi ambientali per i quali non è necessaria una grande quantità di materia grigia. Ciò che invece dovrete avere è il senso dell'orientamento, visto che di notte le strade della città in cui vi muoverete sembrano tutti uguali. Fate attenzione perché fin dall'inizio potrete esplorare l'intera mappa di gioco, sia nel primo che nel secondo titolo. Ciò significa che se vi spingerete troppo in là, potreste incappare in nemici impossibili da eliminare in quel determinato momento. Piuttosto che tentare improbabili soluzioni memorizzate la loro posizione, vi tornerà utile più avanti.
Se giocare la prima avventura risulta abbastanza avvincente, anche se eccessivamente facile, farlo una seconda volta ripetendo quasi le stesse, identiche azioni risulta assai noioso. Gli sviluppatori in effetti non si sono spremuti più di tanto per il sequel e la sensazione che si ha giocandoli nella stessa compilation è di trovarsi di fronte a primo e secondo tempo dello stesso film.
Quasi sempre la progressione del gioco e dell'esplorazione è dettata dagli oggetti che troverete e in questo senso i due Yomawari assomigliano più a delle avventure grafiche che a dei survival horror. Chiaramente la tensione narrativa è molto maggiore nel primo titolo, grazie anche ad un sapiente uso dei silenzi (il gioco è praticamente privo di colonna sonora) e dei rumori ambientali. Essendo il sequel quasi una fotocopia, tale tensione tende un po' a scemare nella seconda avventura, anche se la quantità e cattiveria degli spiriti è nettamente superiore.
Per quanto riguarda la conversione sulla più recente console di Nintendo non si segnalano particolari problemi. Entrambi i titoli risultano identici alle loro precedenti versioni, in tutto e per tutto. Avremmo gradito qualche feature capace di sfruttare le caratteristiche peculiari della piattaforma, magari un utilizzo dello schermo touch o del Rumble HD.
Purtroppo niente da fare ed è un peccato visto che anche la novità che spesso Switch offre rispetto alla "concorrenza", la portabilità, in questo caso specifico non è neanche registrabile come tale essendo entrambi i titoli disponibili anche su PlayStation Vita.
La Night Long Collection appena uscita sulla console ibrida Nintendo include entrambi gli episodi di Yomawari, senza però proporre alcuna novità di rilievo o materiale inedito, fattore che abbinato al prezzo di lancio di 40 Euro, non particolarmente appetibile, potrebbe rendere il prodotto poco appetibile soprattutto a chi abbia già avuto modo di giocare almeno uno dei titoli.