Yooka Laylee - prova
Salta, rotola, colleziona e mangia tante farfalle!
Sapete cosa ci fa un pipistrello aggrappato alla testa di un camaleonte? Più o meno la stessa cosa che fa un robottino attaccato alla schiena di un Lombax, un Ottsel sulla spalla di un ragazzo o, per essere più precisi, un uccello nello zaino di un orso. Improbabili e affiatate coppie di amici, pronti a tuffarsi in mondi fantastici e vivere incredibili avventure.
Qualche giorno fa siamo stati nella sede di Koch Media a Milano e abbiamo provato Yooka Laylee, seguito spirituale di Banjo Kazooie. Il titolo è stato realizzato dai ragazzi di Playtonic games, un team formato per la maggior parte da elementi che militavano in Rare. Se avete amato i giochi aventi come protagonista l'orso e il pennuto potete pure cominciare a fregarvi le mani perché qui c'è pane per i vostri denti.
La storia, come per tradizione, non è nulla di complicato se non una scusa per poter catapultare i protagonisti in giro per i vari mondi di gioco. Questa volta a vestire i panni del cattivone di turno è Capital B, il nasuto megapresidente di una malvagia corporazione. Grazie alla macchina aspira-libri ideata dal dottor Quack, suo sottoposto da strapazzo, egli ha intenzione di rubare tutti i testi scritti del mondo. In realtà quello che gli interessa veramente è soltanto uno, ovvero il mitico Libro Unico, un tomo dotato di grande potere.
Mentre gli antagonisti si danno alle loro macchinazioni, Laylee sta prendendo comodamente il sole (si, è strano che un pipistrello prenda il sole ma voi non fateci troppo caso) con la sua amica Yooka. Ad un tratto il suo libro preferito, fino a quel momento riposto a pochi passi da loro, comincia a levitare per poi volare via in direzione della Torre d'Alveorio, il covo di quel farabutto di Capital B. La strana coppia di amici parte quindi alla ricerca del volume perduto e il loro viaggio sarà costellato da incontri con folli personaggi, percorsi rocamboleschi e tantissimi collezionabili.
Il primo strano soggetto in cui ci siamo imbattuti è Trowzer, un serpentone sempre attaccato al cellulare che opera nel campo della commercio di "mosse". Egli, da abile affarista, si è subito mostrato interessato a collaborare con noi, proponendoci di barattare alcuni dei suoi prodotti in cambio della possibilità di seguirci nei vari mondi in cui saremmo andati a finire, con lo scopo di ampliare la sua rete di vendite. Accettato il compromesso abbiamo appreso come rotolare sui pendii scoscesi e sbloccato l'accesso al primo mondo dal clima tropicale.
La mappa è completamente aperta e liberamente esplorabile fin da subito, anche se ovviamente parecchie zone sono precluse, così come alcuni enigmi ambientali non sono risolvibili fino all'ottenimento della mossa adatta a proseguire. Il gioco si basa sulla raccolta dei molti collezionabili sparsi in giro; le due tipologie più importanti sono le piume, utilizzabili come moneta per acquistare da Trowzer le mosse, e le Pagine, pagine del Tomo Unico volate via mentre questo veniva risucchiato dalla macchina aspira-libri, necessarie ad accedere ai mondi successivi.
Durante le nostre scorribande nel mondo tropicale abbiamo incontrato vari stravaganti personaggi che ci hanno sfidato in folli corse, chiesto aiuto per sistemare le finestre del loro castello o semplicemente hanno tentato di folgorarci a colpi di laser. In tutti i casi, una volta portata a termine la sfida ci siamo messi in saccoccia una pagina del Libro Unico. Dopo averne accumulate un po' siamo tornati alla Torre d'Alveorio, che funge da hub centrale, per tentare di sbloccare un nuovo mondo. Questo non è stato possibile, in compenso abbiamo potuto usare le pagine guadagnate per ampliare il mondo tropicale, aggiungendo ad esso parti di mappa in precedenza mancanti.
Tornati quindi nel rinnovato primo mondo, ci siamo inoltrati in qualche nuova zona. Abbiamo combattuto con degli stupidi cannibali mettendoli KO a colpi di coda e saltellato da una piattaforma svolazzante all'altra fino a raggiungere altitudini notevoli. Ci siamo trovati a scalare templi le cui mura erano protette da sbuffi di fuoco e abbiamo zompettato da una piattaforma girevole all'altra, non prima di averle bloccate nella posizione corretta a suon di sputazzi. Insomma, il titolo miscela saggiamente una spiccata componente platform alla necessità di collezionare tantissimi oggetti di natura e utilità differenti, condendo il tutto con qualche piacevole scaramuccia coi bellicosi autoctoni del luogo.
Carino e ingegnoso è il sistema di rigenerazione della vita e dell'energia. Il duo di protagonisti infatti dispone di una barretta che viene consumata utilizzando le mosse speciali e dei punti vita che vanno perduti quando si viene colpiti o si cade da molto in alto. Nel mondo di gioco svolazzano delle farfalline: possiamo entrarci semplicemente in contatto per ripristinare completamente l'energia mentre, facendo scattare la lingua di Yooka, la camaleontina si farà un croccante spuntino, guadagnando un punto vita.
Dal punto di vista puramente tecnico, dobbiamo purtroppo segnalare che la grafica non è da caduta della mascella, anche se la scarsità poligonale viene ampiamente sopperita da un comparto artistico estremamente ispirato. I protagonisti, così come tutti gli altri personaggi e l'intero mondo di gioco, sono teneri e cartoonosi, e il tutto risplende grazie ad una palette cromatica vivacissima. Abbiamo riscontrato qualche piccolo problema con la videocamera ma nulla in grado di incidere negativamente sulla fruizione complessiva.
In ultima nota segnaliamo che, in giro per i mondi, c'è un dinosauro appassionato di retrogaming, che ci propone partite in multiplayer con amici a patto di avere una monetina da far ingoiare al suo cabinato. Purtroppo durante la nostra prova non avevamo né la monetina né gli amici, quindi ci riserviamo di valutare l'esperienza multigiocatore quando avremo per le mani la versione definitiva del titolo, limitandoci per ora a segnalarne la presenza. Detto questo, l'appuntamento è aprile su queste pagine per la recensione di Yooka Laylee.