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Ys: Memories of Celceta - review

Un'esclusiva da non sottovalutare.

I giochi esclusivi per una piattaforma possono essere un'arma a doppio taglio. Nel caso si tratti di buoni prodotti, quasi sempre contribuiscono a far vendere hardware. In caso contrario, invece, rischiano di compromettere gravemente la reputazione di una console. Esempi positivi in questo senso possono essere considerati Ridge Racer per la prima PlayStation, mentre Fantavision per PS2 non ha certo contribuito a rendere memorabile la seconda generazione di macchine Sony.

L'ennesimo capitolo della serie Ys si piazza esattamente nel mezzo tra queste due categorie. L'ultimo nato della saga inaugurata nell'ormai lontano 1987 è un titolo sicuramente buono sotto molti punti di vista, ma non abbastanza eccellente da diventare un "system seller".

Per chi non conoscesse questo franchise firmato Nihon Falcom, trattasi di un action-RPG con combattimenti in tempo reale, più vicino a un hack-and-slack che ad un classico gioco di ruolo nipponico. In patria la saga ha sempre riscosso un ottimo successo e alcuni capitoli hanno ottenuto un buon riscontro anche negli Stati Uniti, mentre in Europa i pochi episodi arrivati sono rimasti quasi sempre nell'ombra.

Le side quest disponibili in Memories of Celceta non sono particolarmente numerose. Le troverete nei villaggi che incontrerete, ma spesso completarle sarà fin troppo facile.

Nel corso degli anni si è perso il conto dei remake, seguiti ufficiali e spin-off usciti nei vari continenti. Il terzo capitolo è stato rifatto a suo tempo con il titolo Ys: The Oath in Felghana usando l'engine del sesto episodio, mentre questo Memories of Celceta viene considerato come il terzo gioco derivato da Ys IV, i cui due predecessori non sono mai arrivati ufficialmente in Europa. Confusi? Tranquilli, fate finta di niente e proseguite fischiettando.

"Il gameplay di Ys: Memories of Celceta è quanto di più canonico ci si possa aspettare da un prodotto del genere"

Il gameplay di Ys: Memories of Celceta è quanto di più canonico ci si possa aspettare da un prodotto del genere: si visitano decine di location scoprendo man mano porzioni sempre più vaste della mappa di gioco, con nemici che vengono visualizzati direttamente nel gioco. Il confronto con essi, a prescindere da dimensione e potenza, avviene quasi sempre senza stacchi "alla Final Fantasy", con l'eccezione di alcuni boss la cui entrata è preceduta da filmati o dialoghi tra i numerosi personaggi.

Se per caso siete tra quei giocatori che preferiscono l'azione alla parola, preparatevi a lunghe attese. I filmati che raccontano anche le più piccole sfumature della trama o i rapporti tra i protagonisti raggiungono a volte lunghezze ai limiti dell'irritante e fin troppo spesso spezzano il ritmo dell'azione. Discorso diverso per quanto riguarda i personaggi principali, che risultato invece piuttosto interessanti e ben caratterizzati.

Alcune zone della mappa non sono esplorabili liberamente. Per accedervi avrete bisogno di un personaggio particolare o di equipaggiamento speciale.

Al centro della vicenda c'è ancora una volta Adol Christin, che i fan di vecchia data conoscono ormai fin troppo bene. Attorno al fulvo eroe dalla spada facile si accosteranno personaggi che andranno a formare un cast abbastanza canonico ma tutto sommato ben assortito.

"Al centro della vicenda c'è ancora una volta Adol Christin, che i fan di vecchia data conoscono ormai fin troppo bene"

Ognuno di essi porta con sé un diverso tipo di arma principale (che ovviamente produce un danno di entità variabile), così come punti di forza e debolezze. Idol, come sempre, è il personaggio più bilanciato ed è particolarmente abile nel combattimento con la spada. Ozma procura meno danni con la sua lancia ma ha un raggio d'azione più ampio, mentre la mazza ferrata di Calicia è letale ma ha una portata piuttosto limitata.

Anche i nemici, da quelli più piccoli e insignificanti ai più tosti, hanno punti deboli e forti che vanno scoperti. A tale scopo risulta vitale passare regolarmente da un personaggio all'altro, in modo da sfruttare le differenti abilità dei membri del party. Quando non vengono controllati direttamente, gli altri protagonisti vengono gestiti da un'Intelligenza Artificiale sorprendentemente buona. In alcuni casi è necessario aggiustarne il bilanciamento tra attacco e difesa, ma in generale i vostri compagni non risulteranno quasi mai un peso. Anzi, in molte occasioni dovrete ringraziarli calorosamente.

La possibilità di schivare gli attacchi avversari e di portare contrattacchi fulminei dona al sistema di combattimento una piacevole dinamicità.

Grazie a questa feature, certamente non innovativa ma ben implementata, Ys: Memories of Celceta risulta divertente da giocare e piacevolmente dinamico. Le meccaniche che permettono di migliorare gli attributi e le abilità di ogni personaggio sono basilari ma sufficientemente abbondanti da rendere fresca e appassionante la seconda parte delle circa 25 ore mediamente necessarie per completare l'avventura.

"Ys: Memories of Celceta risulta divertente da giocare e piacevolmente dinamico"

Villaggi con negozi in cui potenziare l'equipaggiamento o vendere gli oggetti inutili, alberghi in cui riposarsi e decine di personaggi secondari con cui intrattenersi, fanno parte del pacchetto come da sempre accade nei JRPG. Una volta tanto però la varietà del tutto è leggermente superiore alla media.

I venditori di armi e armature cambiano assortimento più spesso rispetto ad altri giochi simili, quindi un giretto fuori città per accumulare esperienza aggiuntiva e un gruzzoletto extra non è solo utile ma altamente consigliato, specialmente nel caso abbiate bisogno di "livellare" per affrontare un nemico particolarmente ostico o accumulare materiali utili al potenziamento di una o più armi.

A tal proposito, chi non ama i giochi troppo difficili non deve temere, il titolo Falcom è decisamente sotto la media da questo punto di vista. Gli amanti delle sfide degne di questo nome farebbero bene a prendere in considerazione i livelli di difficoltà più alti fin da subito.

Il trailer di lancio di Ys: Memories of Celceta.

Dal punto di vista estetico, Ys: Memories of Celceta è piuttosto deludente. Il passaggio su una console dalle grosse potenzialità come PS Vita non sembra aver stimolato più di tanto il team di sviluppo. Fatta eccezione per i menù piuttosto eleganti e gli artwork dei personaggi, tutto il resto avrebbe anche potuto girare senza troppi problemi sulla vecchia PSP.

Le caratteristiche peculiari di PS Vita sono sfruttate in maniera basilare e come spesso amo dire... meglio così! Il touch screen permette di navigare facilmente tra i menu di gioco, mentre i comandi tradizionali rispondono sempre con puntualità e precisione, anche nelle situazioni più intricate. Tali fasi di gioco producono anche sporadici rallentamenti, che non influiscono fortunatamente sulla fruizione dell'esperienza di gioco.

Si può consigliare quest'ultimo capitolo della saga Ys ai possessori di una console che ha nella sua line-up giochi come Dragon's Crown, Persona 4 Golden, Muramasa Rebirth e Soul Sacrifice? Sicuramente sì. A dispetto di un comparto tecnico piuttosto deludente (fatta eccezione per l'ottima colonna sonora, come da tradizione Falcom) e di qualche problema di ritmo, l'avventura risulta divertente e senza troppi fronzoli. Se amate gli action-GDR e avete già spolpato fino all'osso i suddetti titoli, dategli una possibilità... potrebbe sorprendervi.

8 / 10