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YS VIII: Lacrimosa of Dana (Switch) - recensione

La migliore versione portatile di YS VIII arriva con qualche compromesso di troppo.

Quando si pensa alle saghe storiche di GDR i nomi che balzano alla mente sono quasi sempre Final Fantasy o Dragon Quest, eppure anche YS ha i suoi bei 30 anni sul groppone, essendo il primo capitolo uscito su NEC PC-88 nel 1987. Complice però una scelta di piattaforme più elitarie e un netto ritardo nel varcare i confini orientali, la serie è rimasta abbastanza di nicchia in occidente, ma non per questo ha mancato di appassionare i puristi di giochi di ruolo giapponesi negli anni.

Dopo essere sbarcato su PS4, PS Vita e PC negli scorsi anni, il gioco riceve adesso un porting su Nintendo Switch, che sta diventando velocemente la piattaforma di riferimento dei jRPG, ruolo che nella scorsa generazione è stato splendidamente portato avanti da PS Vita, piattaforma che ormai però è più che morta e sepolta (almeno in occidente). E così, dopo tante recenti ottime release di giochi di jRPG (uno su tutti Octopath Traveller), la console della grande N riceve un'altra release che farà felice i fan dei giochi di ruolo classici, ma come in molti casi si tratta di un porting di titoli già esistenti su altre piattaforme.

In questa sede non andremo a recensire nuovamente il gioco in sé stesso, avendo trattato ampiamente l'argomento nella nostra recensione per PS4 dell'anno scorso, ma andremo ad analizzare la bontà di questo porting per Nintendo Switch, console ibrida dalle potenzialità uniche che consente di giocare sia sulla TV che in mobilità sullo schermo della console senza bisogno di spegnere ed interrompere la partita.

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Ma un breve riepilogo sulle vicende del gioco non ve lo neghiamo di certo anche in questa occasione. Come in tutti gli rpg che si rispettino, prendiamo i panni di un giovane valoroso che (tanto per cambiare) rimane vittima di una disavventura più o meno catastrofica ed il nostro compito è innanzitutto di tirarci fuori dai guai e dai mostri terribili che ci attaccano, e poi iniziare a risolvere una serie di problemi nostri, degli NPC, degli abitanti dei villaggi che andremo visitando, e perché no, anche dell'intera umanità.

Particolarità della serie YS, a differenza di Final Fantasy ad esempio, è che il protagonista è sempre lo stesso dal lontano 1987, ovvero il prode Adol Christin, aitante giovane dai capelli rossi. In quest'ultima avventura, si risveglia su un'isola sconosciuta dopo essere miracolosamente sopravvissuto al naufragio mentre si trovava sulla nave The Lombardia. A questo punto starà a noi, nelle sue vesti, scoprire tutto quello che succede in quest'isola ed i misteri che cela (e sono parecchi).

Lungo il suo cammino, Adol non mancherà di incontrare tanti personaggi, alcuni dei quali decideranno di unirsi a lui e aiutarlo nella sua avventura. Durante le battaglie, ad azione in tempo reale, possiamo cambiare liberamente il personaggio da controllare con la semplice pressione di un tasto, e questo aiuta non poco a fornire varietà e gratificazione al grinding, visto che ogni personaggio ha le sue tattiche ed abilità da sviluppare.

Sebbene l'aspetto grafico non sia all'altezza delle release current-gen, alcune ambientazioni risultano gradevoli e molto coinvolgenti.

Il battle system è indubbiamente molto curato ed uno degli aspetti vincenti del gioco, essendo abbastanza profondo ma mai troppo complesso e fornendo un'accessibilità abbastanza alta. C'è da dire che i nemici ed i boss non sono irresistibili, soprattutto per i maestri del genere, ma il gioco è congegnato in maniera tale da non farci soffermare troppo sulla ripetitività di certi elementi inducendoci a pensare ad altro (ad esempio il farming e lo sviluppo dei personaggi).

Gli ambienti sono ampi e c'è una certa libertà nell'esplorazione, con dungeon del tutto opzionali e quest secondarie a volontà a cui dedicarsi che ci manderanno in giro per il mondo di gioco. Occorre dire, però, che questa libertà di movimento inizia a scemare nella seconda parte del gioco, quando gli eventi della storia ci impongono una linearità più decisa e non bypassabile.

Indubbiamente, siamo di fronte a un jrpg di stampo classico, che non offre la modernità di release del calibro di Final Fantasy XV, né tanto meno di campioni d'incassi occidentali quali The Witcher o Mass Effect, ma è anche vero che il pubblico a cui si orienta questo titolo ama più gli standard antichi che quelli moderni, e da questo punto va bene così. Perché YS VIII fa benissimo da questo punto di vista, risultando estremamente godibile e mai troppo scontato.

Il mondo è aperto ed esplorabile, ma come vedete qui alcune tecniche come la foschia vengono utilizzate per risparmiare risorse.

Ma è ora di passare alle note dolenti di questa release, che riguardano principalmente l'aspetto tecnico. La release per PS4 e PS Vita certamente già non brillava da questo punto di vista, avendo più l'aspetto di un gioco per console last-gen che per piattaforme moderne, visto che come numero di poligoni ed effetti grafici poteva sembrare una versione rimasterizzata con risoluzione e filtri maggiorati di un gioco per PS3. La versione Switch, nonostante queste premesse, peggiora ancora la situazione riducendo la risoluzione, il frame-rate, gli effetti grafici e non offrendo nulla di nuovo a livello di contenuti.

Il porting per la console Nintendo gira infatti con una risoluzione dinamica che mira a mantenere un valore di 1080p in configurazione docked e di 720p in configurazione portatile. Tuttavia, nelle scene dense di nemici, molto complesse o parecchio pesanti dal punto di vista degli effetti grafici, il numero dei pixel cala vistosamente, scendendo a 720p se si gioca sulla TV e fino a 480p sullo schermo della console. Questa tecnica è stata scelta per mantenere tali e quali gli asset rispetto alla versione originale, sebbene il frame-rate venga dimezzato a 30fps, rendendo l'esplorazione e il combattimento decisamente meno fluidi. E nonostante l'impiego della risoluzione dinamica, anche il frame-rate soffre in alcune situazioni, non riuscendo ancora una volta a mantenere il target nelle aree più complesse ed anche nelle cut-scene.

A questo si deve aggiungere un filtraggio texture decisamente più approssimativo, e uno strano fenomeno che abbiamo notato: i nemici visualizzati in lontananza nelle aree aperte sembrano muoversi a una frequenza molto inferiore. Si tratta di una tecnica che abbiamo già visto in altre release per Switch, una su tutta Mario Odyssey, che mira a risparmiare risorse dimezzando la velocità di aggiornamento degli NPC a una certa distanza. Non è certo un fattore problematico, ma se ci si fa caso può risultare fastidioso.

Il grinding e lo sviluppo dei personaggi sono un aspetto cruciale di ogni jrpg, e YS VIII non è da meno in questo. Al nostro campo base potremo raccogliere materiali da fare elaborare e ingredienti e ricette per cucinare piatti deliziosi.

Tralasciando queste magagne del comparto tecnico, l'esperienza di gioco risulta assolutamente godibile e sullo schermo del tablet rende molto bene, e questo è sicuramente un punto di forza della release; la versione Switch è infatti nettamente migliore della sua unica rivale portatile, ovvero la versione PS Vita. Gira molto meglio e non c'è alcun downgrade dal punto di vista di asset e contenuti rispetto alla versione PS4.

Gli amanti degli rpg vecchia scuola avranno indubbiamente di che divertirsi con YS VIII; il battle system è l'elemento più riuscito, invogliandovi ad affrontare gli scontri in maniera sempre originale e giocare d'astuzia. Ad esempio, c'è una barra che si va riempiendo con gli attacchi fisici, ed una volta riempita conferisce degli handicap ai nemici, rendendoli vulnerabili a certi tipi di attacchi. Una strategia che risulta vitale nelle boss fight.

Tirando le somme quindi, la versione Switch di YS VIII: Lacrimosa of Dana offre un chiaro downgrade rispetto alla versione PS4, sia dal punto di vista della qualità dell'immagine che da quella delle performance. Sul piatto della bilancia va però messo il fatto che offre il gioco in mobilità, anche se questo aspetto non può e non deve sempre giustificare porting pigri e frettolosi. Abbiamo infatti visto titoli ben più pesanti e avanzati (uno su tutti DOOM), girare ottimamente sulla console ibrida Nintendo, e senza scendere a compromessi troppo grossi. Se siete dunque degli amanti dei jrpg e non avete possibilità di recuperare la versione PS4 e PC, YS VIII su Switch vi terrà impegnati con una bella ed avvincente avventura per decine e decine di ore.

7 / 10