Zaharia - prova
Kickstarter parla finalmente anche Italiano.
Milano - Dopo aver sentito tanto parlare di Kickstarter e dei progetti che è stato possibile incubare grazie a questo servizio, finalmente è giunto il momento di presentarvi anche un'ambiziosa proposta italiana. Dopo mostri sacri come Double Fine, Richard Garriot e Chris Roberts, anche alcuni nostri connazionali stanno provando a catturare l'attenzione dei videogiocatori con un titolo per molti versi interessante e ambizioso.
Il suo nome è Zaharia, parola che sin da principio dovrebbe richiamare alla mente l'Oriente, la terra delle Mille e una Notte tanto affascinante quanto snobbata dai produttori di videogiochi. Già di per sé questo elemento potrebbe affascinare dato che con i vari Skyrim, The Witcher e The Banner Saga, negli ultimi anni abbiamo già preso troppo freddo virtuale.
L'universo di Zaharia sarà dominato invece da caldi deserti, placide oasi e alti minareti. Un mondo originale, ma con molti tratti verosimili, nel quale si muoveranno popolazioni e fazioni mosse da principi, divinità e tradizioni proprie, che spesso le faranno entrare in conflitto.
La componente narrativa alla base del progetto sembra molto accentuata e non è una sorpresa scoprendo che le fonti di ispirazione del team di sviluppo sono prodotti quali Fallout, Planescape Torment e The Witcher. Per questo motivo è stato studiato un sistema di dialoghi che potrebbe portare alla mente i classici di BioWare, nei quali le caratteristiche fisiche e intellettuali dei protagonisti sono capaci di influenzare il tipo di risposta a disposizione del giocatore.
Durante la creazione del personaggio, infatti, potrete decidere di distribuire i punti abilità come vorrete ma questo andrà ad influenzare anche il modo in cui giocherete. Un feroce guerriero si troverà a sguainare la spada molto più spesso di un abile imbonitore e iIn questo modo la storia di Zaharia si plasmerà intorno alle scelte del giocatore, che in base a come ha costruito il suo alter ego o a come ha deciso di intraprendere un dialogo, potrà lasciare dietro di sé una scia di sangue o un manipolo di alleati.
"La cifra richiesta da Inner Void su Kickstarter non è propriamente bassa"
Una struttura di gioco dunque molto complessa ed articolata che per essere sviluppata in maniera proficua richiede diverso tempo, lavoro e, detto in altre parole, denaro. Per questo motivo la cifra richiesta da Inner Void su Kickstarter non è propriamente bassa: lo sviluppatore vorrebbe 120 mila sterline, circa 150 mila euro, per avviare il progetto.
L'obiettivo è complesso, soprattutto per un team giovane ed italiano che non ha la fama e gli agganci di inXile o Double Fine. Il problema non è tanto nella qualità della proposta, quanto nelle difficoltà a far conoscere il loro gioco. Far partire, in poche parole, quel passaparola così importante per il successo di un progetto Kickstarter.
Perché allora non puntare a meno soldi? Per un motivo semplice, ovvero un po' di sana programmazione del proprio lavoro. Inner Void non chiede un euro in più o in meno di quello che prevede sarà il budget necessario a sostenere lo sviluppo di Zaharia fino al termine del 2015, quando finalmente il gioco sarà pronto per essere immesso sul mercato, tasse sul lavoro incluse.
La chiave per raggiungere il successo è stata quindi quella di presentare un progetto che mostrasse già alcuni tratti di maturità e originalità, in modo da interessare il maggior numero di videogiocatori possibile. Forse anche per questo motivo è stato scelto di incentrare i combattimenti intorno ad un sistema strategico a turni, nel quale il proprio party e quello avversario si muovono in maniera alternata su di una scacchiera quadrata.
"Zaharia mostra qualche idea in più rispetto a The Banner Saga, che potrebbe fornirgli una profondità tattica superiore"
Negli ultimi anni i maggiori prodotti che hanno sfruttato questo sistema sono tutti arrivati dall'oriente, basti pensare a Fire Emblem, Final Fantasy Tactics o Tactics Ogre. Nathan Piperno, il creatore del progetto, ci tiene però a sottolineare come fino a qualche anno fa questo era un metodo piuttosto diffuso anche in Occidente, come dimostrano Fallout o Silent Storm. O The Banner Saga, per chi ha la memoria più corta.
Proprio se confrontato con il bellissimo gioco degli Stoic, Zaharia mostra già qualche idea in più, che potrebbe fornire all'esperienza una profondità tattica superiore. Basti pensare che in Zaharia otterremo del danno bonus colpendo l'avversario al fianco o alle spalle, elemento che costringe i giocatori a pensare a una strategia più ad ampio raggio che non prendere di mira un avversario alla volta. Anche perché in questo caso i campi di battaglia saranno più complessi, con ostacoli e ripari da sfruttare sia per avere il fianco scoperto, sia per combattere al riparo degli arcieri o dei maghi avversari.
Un'altra delle caratteristiche più originali è data dalla stanchezza. Continuando ad attaccare senza tregua, anche il vostro guerriero più abile comincerà a perdere efficacia, sia in attacco sia in difesa, mettendolo a rischio di morte. Grande attenzione è riposta nel provare a creare una Magia che differisca da quella classica e che possa sposarsi in maniera coerente ed elegante con tutto il resto dell'universo di Zaharia.
Ovviamente non sono tutte rose e fiori, e come sempre succede in questi casi esponendosi al grande pubblico sono piovute le prima critiche ma anche i consigli, utili a migliorare il proprio gioco. Per esempio, alcuni hanno fatto notare che l'inglese utilizzato nei dialoghi non è proprio perfetto e partendo da questo spunto il team ha deciso di cambiare i propri piani ed ingaggiare qualcuno che li aiutasse nella stesura dei dialoghi. Anche perché, se le fonti di ispirazione sono Planescape Torment, Fallout e The Witcher, la componente narrativa deve avere per forza un ruolo preponderante, ma soprattutto una qualità elevatissima.
Un altro elemento da valutare è il comparto tecnico. Al momento Zaharia è piuttosto piacevole da vedersi, con una grafica isometrica piuttosto pulita e chiara. Ovviamente non possiamo aspettarci il nuovo The Witcher 3, ma considerando che il team sta utilizzando Unity non ci si può lamentare. Anche l'interfaccia sembra già sufficientemente pulita, sebbene sia evidente che mancano molti elementi di contorno, che probabilmente faranno la loro comparsa in una versione più avanzata del prototipo o direttamente nel gioco finale. Non ci resta dunque che augurare agli Inner Void tutta la fortuna del caso per la raccolta su Kickstarter!