Zone of the Enders: The 2nd Runner - M∀RS - recensione
Tempo di ritornare su Jeuthy... davvero.
Tutto si può dire alla Realtà Virtuale tranne che non abbia contribuito a farci vivere esperienze mai provate prima. Ci siamo seduti dentro bolidi da oltre 300 chilometri orari con Gran Turismo Sport, avuto brividi per settimane vivendo l'orrore di Resident Evil 7, viaggiato su navicelle antigravitazionali con Wipeout, indossato il costume del Cavaliere Oscuro, scalato l'Everest, camminato su un filo sospeso tra due grattacieli e molto, molto altro ancora.
Da qualche tempo però i nostri caschetti PlayStation VR se ne stavano in un angolo a prendere polvere e molti ne prevedevano già il pensionamento anticipato. Poi in pochi giorni ecco due lampi. Il primo accompagnato dal sibilo dei proiettili di Firewall: Zero Hour. Il secondo ha il sapore dei bei tempi andati, quelli in cui le due K di Konami e Kojima producevano solo cose belle invece di polemiche e accuse affidate ad affilati cinguettii.
È passato quasi un anno dal sorprendente annuncio di Zone of the Enders: The 2nd Runner - M∀RS. Le grida di giubilo che accompagnarono la notizia si sono progressivamente affievolite e le notizie su questa edizione (con la A rigorosamente rovesciata) sono arrivate con il contagocce fino allo scorso E3. In occasione della fiera californiana eravamo riusciti a mettere finalmente le mani su una prima versione giocabile che ci aveva piacevolmente stupiti per l'immediatezza di gioco e la totale immersione nell'atmosfera del titolo Konami. L'avevamo definito "la cosa più vicina a Pacific Rim che si sia mai vista" e dopo aver provato a fondo la versione definitiva non possiamo che confermare quelle parole.
Se pilotare un Orbital Frame vivendo l'azione in terza persona poteva essere considerato "una figata" nel 2003, farlo quindici anni dopo calandosi direttamente nell'abitacolo del Jeuthy è qualcosa di ancora più esaltante. Grazie a PlayStation VR potrete vivere l'avventura (anche) da dentro il cockpit del Jeuthy, un sogno divenuto realtà per chi da ragazzino sognava di vestire i panni di Amuro Rei alla guida del suo RX 78-2.
La trama è ben nota, ma per chi all'epoca non ebbe la fortuna di giocarlo è opportuno fare un breve accenno alla storia, che si svolge in un futuro alternativo. Per essere precisi siamo nell'anno 2174, due anni dopo gli eventi del primo Z.O.E.. Il protagonista Dingo Egrett ritrova il potente Jeuthy durante uno scavo e si ritrova suo malgrado coinvolto nella guerra contro la spietata organizzazione militarista BAHRAM. Liquidata così sembra roba già sentita, trita e ritrita, ma in realtà la sceneggiatura di The 2nd Runner è ottima e viene raccontata attraverso un suggestivo mix di filmati realizzati con il motore di gioco e sequenze animate tradizionali (che in VR vengono visualizzate in modalità Cinema).
Il gameplay in modalità classica è quello tipico degli arcade shooter, con visuale posizionata dietro all'agile Jeuthy. Non è un open-world, l'esplorazione è ridotta all'osso e si limita a semplici spostamenti da una location all'altra. Le cose però cambiano quando si entra in combattimento. Qui Z.O.E. The 2nd Runner dimostra di che pasta è fatto e ringiovanisce di colpo regalando al giocatore un'esaltante sensazione di potenza. Nugoli di missili che piovono da tutte le parti, mech nemici che vi girano intorno, esplosioni in cel-shading che illuminano le retine aumentando i battiti cardiaci... e in mezzo a tutto questo ci sarete proprio voi! Non sarà facile, almeno all'inizio. Giocando in VR la visuale passerà in soggettiva e ovviamente non avrete una visione d'insieme come nel gioco standard. Dovrete farci l'abitudine e inizialmente potreste provare un po' di nausea per gli spostamenti repentini... d'altronde non pensavate davvero che guidare un mech fosse una passeggiata, vero?
Per prevenire conati e giramenti di testa eccessivi gli sviluppatori sono ricorsi a qualche trucchetto che probabilmente avete già visto in altri titoli per realtà virtuale. Potrete modificare la modalità di movimento scegliendo le opzioni che più si adattano alla vostra esperienza con il VR. Se siete neofiti provare un po' di disorientamento iniziale sarà normale e potreste faticare a seguire l'azione. Tutta questione d'abitudine. L'ologramma del Jehuty in basso a destra sullo schermo vi aiuterà a capire l'orientamento del vostro Orbital Frame, mentre in caso perdiate la bussola (con la visuale in prima persona può capitare) potrete consultare una comoda mini mappa.
Una volta assimilati questi strumenti la sensazione di smarrimento sparisce e si procede senza grossi problemi, ma per i giocatori con lo stomaco ancora più delicato è stato aggiunto anche lo sfocamento del campo visivo. Grazie ad esso potrete rendere visibile solo l'azione al centro dello schermo, limitando al minimo la visione periferica e di conseguenza "l'inganno" che il cervello riceve per i movimenti laterali. Volendo gli aiuti possono essere disattivati ma almeno all'inizio è consigliabile utilizzarli per abituarsi progressivamente al gioco.
Giocare questa versione rimasterizzata senza il supporto VR diminuirà non poco l'effetto "WOW" ma vi consentirà comunque di godere nuovamente di questa splendida e adrenalinica avventura, che può vantare anche alcuni interessanti contenuti inediti. Per i piloti in erba sono state migliorate le sezioni tutorial ed è stata aggiunta una modalità più facile per rendere morbido il vostro esordio a bordo del Jehuty. I piloti più navigati avranno a disposizione una configurazione alternativa per i comandi che modifica il tasto di Scatto e separa le armi secondarie dalla modalità "Afferra". Nessuna modalità di gioco extra purtroppo, ma abbiamo gradito la possibilità di visualizzare i modelli degli Orbital Frame, sia in VR che normalmente, e di rivivere le sezioni ambientate nell'hangar con una visuale tutta nuova.
Dal punto di vista grafico il gioco supporta il 4K nativo, che aggiorna le texture alla massima risoluzione disponibile sull'attuale generazione di console. Ciò non fa di Zone of the Enders: The 2nd Runner - M∀RS un remake, questa è una rimasterizzazione che in alcuni momenti tradisce la natura PS2 del titolo originale. I modelli poligonali sono gli stessi, non sono stati aggiunti elementi nuovi agli scenari, semplicemente il tutto ora è nettamente più nitido, veloce e fluido... cose non da poco visto che all'epoca soffriva di evidenti problemi di frame rate. Un gran lavoro è stato fatto per il sonoro, completamente rimasterizzato in surround e sorprendentemente cristallino per un titolo così "anziano".
Un'operazione nostalgia di ottimo livello, ovviamente perfetta per i fan di vecchia data ma consigliatissima soprattutto a chi non ha mai avuto l'opportunità di avvicinarsi alla serie. Il team non si è impigrito limitandosi a fare il compitino a casa ma ha dato nuova energia ai circuiti degli Orbital Frame aggiungendo alcuni extra che, pur non elevando molto la (scarsa) longevità dell'avventura, risultano gradevoli.