Skip to main content

Alan Wake

Remedy resta nell’ombra...

Prendiamo il cast dei personaggi, per esempio. Tutti i vecchi classici sono lì: l'autostoppista senza volto, la misteriosa donna in rosso, lo sceriffo locale fin troppo serio, l'agente dell'FBI eccessivamente zelante, il raccapricciante psichiatra, l'anziana signora che potrebbe essere l'unica a sapere esattamente cosa succede, e via dicendo. C'è perfino la classica spalla comica, completa di camicia hawaiana, mentalità da ragazzo di città e un repertorio limitato di battute.

Lo stesso Alan è un blocco di cemento. Atleticamente parlando è piuttosto scarso: salta poco, non può arrampicarsi su oggetti che superino l'altezza dei suoi fianchi e si muove con una lentezza piuttosto irritante. Può scattare, ma solo per alcuni secondi prima di avere l'affanno. Questo non aiuta durante le fughe accennate qualche riga più su, ed è piuttosto scomodo quando ci si trova a scappare da un'orda inferocita di maniaci armati di ascia.

Dal punto di vista psicologico, Alan si prende davvero sul serio. Ha un solo tono di voce e manca totalmente di senso dell'umorismo. Soffre anche di una sindrome che lo costringe a commentare tutto ciò che gli accade attorno. Alla vista di uno stormo di uccelli non troppo lontano, per esempio, lo sentirete mormorare “uccelli”. Provate a immaginare qualcuno che, camminando per strada, non faccia altro che ripetere “autobus, macchina, postino”...

Alan si gode l'ennesimo viaggio su una funivia arrugginita. Alcune situazioni inizialmente interessanti vengono usate troppo frequentemente, fino a diventare ripetitive.

Quando non è troppo occupato a sottolineare ciò che gli accade attorno, Alan ama snocciolare riferimenti alla cultura pop, giusto in caso voi non ne sapeste abbastanza. A un certo punto, per esempio, mentre è con le spalle al muro con un nemico che distrugge lentamente la porta in legno a colpi d'ascia, ci ricorda che è tutto molto simile a quel che fa “Nicholson in Shining”.

La narrazione si sviluppa anche attraverso le pagine del manoscritto che il protagonista trova sparse ovunque egli vada. Per leggerle è necessario premere il tasto Back e mettere in pausa il gioco, elemento che non aiuta certo a tenere alti i ritmi dell'azione. Le pagine in questione descrivono ciò che accade al protagonista o, nella maggior parte dei casi, cosa sta per accadergli. Il problema è che questo, molto spesso, piuttosto che creare una tensione drammatica contribuisce a rovinarla. Dopo aver letto una pagina relativa allo spaventoso rombo di una motosega, non ci si può certo spaventare quando un invasato con l'arma in questione spunta dall'oscurità, appena 60 secondi più tardi.

Questo non vuol dire che Alan Wake non faccia provare qualche brivido. Le ambientazioni sono adeguatamente suggestive, e ci sono diversi momenti in cui non si può fare a meno di saltare sulla sedia. Andando avanti col gioco, tuttavia, gli ambienti tendono ad assomigliarsi in modo drammatico, e gli spaventi diventano prevedibili. Per fare un esempio, è praticamente certo che, quando ci si imbatte in un gran quantitativo di batterie e munizioni, si sta per arrivare allo scontro con un'orda di nemici. Cose come questa demoliscono il senso di terrore che il gioco vorrebbe trasmettere.

Come si vede da questo filmato, gli enigmi non sono particolarmente impegnativi...
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

Scopri come lavoriamo alle recensioni leggendo la nostra review policy.

In this article

Alan Wake

Xbox 360, PC

Related topics

Sign in and unlock a world of features

Get access to commenting, newsletters, and more!