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Alternativa

Un solo candidato, una sola scelta.

Per il gioco della ciclicità degli eventi, sono diversi anni che faccio fatica a trovare avventure grafiche a sfondo fantascientifico; è terminata infatti da tempo l'epoca dei The Dig e dei Rama, quando lo spazio era l'ultima frontiera e l'immaginazione era il confine di un clic fra un pianeta e un asteroide.

Potete quindi ben comprendere perché quando ho saputo dell'uscita di Alternativa il mio cuore abbia sussultato, stimolato dal richiamo di mille ricordi e desideroso di vedere finalmente una nuova visione di quello che il futuro ci riserva.

Tutto sommato, alla fine di questo giro di giostra posso affermare di essere soddisfatto di quanto provato, sebbene la sete di futuri impossibili non possa di certo dirsi eliminata a causa di alcuni difetti che minano un prodotto complessivamente più che godibile.

La prima cosa da comprendere è che Alternativa è soprattutto un videogioco di ambientazione: niente orpelli cervellotici o pellegrinaggi da una locazione ad un'altra. Ogni cosa, a partire dalle inquadrature a tutto campo per arrivare alle note del vostro palmare portatile, concorre a definire l'ambiente e l'immedesimazione del giocatore nei personaggi che danno vita alle vicende.

Il buio la farà da padrone, giusto per rendere più allegra la vostra avventura.

Le vicende narrano di una Praga del 2045 dove il mondo è sotto il controllo di poche multinazionali e di uno Stato richiamante in molti suoi aspetti i regimi totalitari del secolo passato; l'unica alternativa a una situazione così opprimente è un movimento chiamato "Resistenza", associazione clandestina a cui il protagonista della storia decide di aderire una volta perso senza alcun motivo il proprio lavoro e di conseguenza il suo status quo.

Quale sarà il suo destino e come le vicende andranno a dipanarsi lo lascio alla vostra scoperta, però credo valga la pena illustrarvi che al di là di un incipit oggettivamente non fra i più originali mai creati, tutto quello che ruota attorno all'intreccio risulta godibile nella sua capacità di rendere credibile e presente una situazione per molti versi angosciante.

Gran parte del fascino dell'avventura grafica risiede infatti in questo aspetto: se siete alla ricerca di una sfida memorabile o di enigmi capaci di farvi passare le notti insonni, rivolgete pure la vostra attenzione da qualche altra parte. Se invece quanto detto può in qualche modo stuzzicare la vostra fantasia, come d'altronde mi auguro, continuate pure nella lettura.

Poca capacità di interazione o pochi enigmi di rilievo non sono peraltro sinonimo di poca innovazione o mancanza di voglia di sperimentare, quanto di una risposta al desiderio di esplorare nuove soluzioni; ad esempio, durante l'avventura, vi verrà chiesto di prendere le parti di ben tre personaggi, così da vivere tre prospettive diverse e distinte di una vicenda capace di sviluppare un parallelismo sicuramente interessante.

Il trailer di Alternativa.

Qualcosa che può essere associato in qualche modo ad Heavy Rain, seppure con modalità e finalità ben diverse.

Anche i dialoghi riflettono questa voglia di sperimentare, con il gradito ritorno nel genere della (im)possibilità di gestire le risposte date ai vostri interlocutori: se infatti prenderete una strada piuttosto che un'altra, non potrete più tornare indietro e la vicenda prenderà una piega diversa a seconda delle vostre scelte.

Avatar di Roberto Bertoni
Roberto Bertoni: Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

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