Army of Two: The 40th Day
Salem e Rios in visita a Shangai.
Un anno fa di questi tempi facevano il loro ingresso sulla scena videoludica due soggetti ben poco raccomandabili, due mercenari armati fino ai denti, nascosti dietro alle loro maschere a forma di teschio, completamente autonomi nel portare avanti ogni missione, facendo leva l’uno sull’altro per la risoluzione di qualsiasi grattacapo. Il titolo riuscì a rispettare solamente in parte le attese della vigilia, venendo talvolta definito come mediocre e ripetitivo nella sua struttura di gioco dalla critica specializzata così come dai giocatori.
“Era un’esperienza a tratti modesta” ha affermato Alain Tescan, General Manager di EA Montreal mentre ricordava la dura risposta della critica al primo capitolo della serie. “Abbiamo imparato molto dai feedback rilasciati dalla critica…e dai molti feedback provenienti da coloro che hanno giocato questo titolo”. Army of Two: The 40th Day, questo il nome del sequel in lavorazione presso gli studi di EA, vedrà nuovamente i due protagonisti Elliot Salem e Tyson Rios tornare in pista, mantenendo intatto l’appeal che li ha resi riconoscibili in passato, sebbene il modo in cui agiranno e si aiuteranno a vicenda sia stato rivisto e ottimizzato.
I movimenti cooperativi e lo sviluppo delle tattiche sul campo di battaglia saranno più variegati e credibili, mentre il gameplay sarà complessivamente presentato in una veste più organica, così come il setting, gestito in maniera differente. Infatti mentre nel primo capitolo si veniva impegnati in differenti luoghi del pianeta, in questa nuova avventura i nostri possenti protagonisti agiranno unicamente per le vie e gli edifici di una Shangai in difficoltà. Una moltitudine di criminali sta sconvolgendo la città e il compito del giocatore sarà proprio quello di porre fine alle scorribande della criminalità organizzata. Nel frattempo i due soldati hanno lasciato l’SSC e hanno provveduto a fondare una loro compagnia militare privata indipendente, la Trans World Operations, ridotta per comodità all’acronimo T.W.O.
“Vogliamo inserire il giocatore nel bel mezzo di uno scenario di crisi” ha spiegato l’Executive Producer Reid Schneider. “Desideriamo questo genere d’impatto, esattamente come avviene ai personaggi di Cloverfield, che agiscono nel vivo di una situazione complicata che si sta svolgendo proprio innanzi a loro. Non si tratta di mostri alieni, è un gioco estremamente realistico ma è la componente emozionale che riteniamo essere realmente interessante”.
Nella breve dimostrazione Salem e Rios si stavano scambiando qualche immancabile battuta all’interno di quello che doveva essere un cortile di Shangai, circondato da alti palazzi. In un istante l’edificio di fronte ha iniziato a crollare, lasciando spazio ad uno scenario inquietante e spettrale. Infatti, esattamente come nelle scene conclusive di Fight Club, uno alla volta tutti gli edifici più grandi sono collassati su loro stessi e le strade sono state invase da esplosioni, panico e caos.
“Tutto si gioca su tattiche di coppia, sul gameplay cooperativo” ha sottolineato Schneider mentre mostrava la presenza, anche in questo secondo episodio, delle meccaniche di "sostegno reciproco" già utilizzate in passato. “Ma a dire il vero intendiamo rendere l’esperienza più organica. Se pensate al primo Army of Two era tutto piuttosto limitato: si trattava di sparare e procedere. Quello che desideriamo fare in questo caso è di avere delle tattiche cooperative da poter utilizzare in qualunque momento nel corso del gioco, per il numero di volte che si ritenga opportuno. Quindi come giocatori avrete a disposizione tutte le vecchie mosse presenti nel primo capitolo, come il Riot Shield o il Back to Back, ma al contempo ne avrete un set completamente inedito. C’è veramente possibilità di scelta”.