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Assassin's Creed: Brotherhood

Né due e mezzo, né tre…

Il gioco è finalmente uscito. Qualora foste interessati a completarlo al 100%, vi invitiamo a consultare la nostra soluzione completa di Assassin's Creed: Brotherhood!

Quello della numerazione di Assassin's Creed: Brotherhood è un problema abbastanza sentito in Ubisoft, perché dietro una questione prettamente numerica si cela qualche difficoltà di troppo sotto il profilo delle public relation e del marketing.

Poiché il soggetto del gioco è ancora una volta Ezio Auditore da Firenze, e siccome a ogni nuovo capitolo della serie corrisponde un nuovo protagonista e un nuovo periodo storico, è da scartarsi a priori la possibilità che di potere definire Brotherhood come il terzo capitolo della serie.

Esclusa anche la possibilità di definirlo un DLC (troppo vasto, con troppe novità e dalla durata consona a uno stand alone), verrebbe allora spontaneo ribattezzare la prossima avventura di Ezio come Assassin's Creed 2.5. Qui però entrano in azione i PR di Ubisoft che ci ricordano che così si farebbe un torto al gioco, il quale è ben più che un semplice mezzo passo avanti.

E dunque, che fare? Come considerare il titolo del quale mi appresto a parlarvi? La risposta ce la dà direttamente lo sviluppatore transalpino, che infatti toglie qualsiasi numerazione dal prodotto e lo chiama solamente e semplicemente "Brotherhood".

Questo termine, che in Inglese vuol dire "confraternita" o "fratellanza", ben si adatta a un gioco dove ci troveremo a creare una vera e propria setta di assassini da mandare in missione per eliminare alcuni personaggi che, purtroppo per loro, dovremo mandare all'aldilà.

Prima però di darci alle attività di micro management che vedrete descritte tra qualche riga, è meglio fare un passo indietro e tornare all'inizio di Brotherhood, che poi coincide con la conclusione di quell'Assassin's Creed II che abbiamo avuto modo di apprezzare quasi un anno fa.

Corre l'anno 1499 e siamo in quel del Vaticano: dopo aver malmenato Papa Borgia come solo uno anglicano oserebbe sognare, l'ologramma della misteriosa creatura che si presenta a noi come la dea Minerva, ci informa con sibilline parole (rese ancora più difficili da comprendere dall'eccessivo riverbero del doppiaggio in Italiano) dell'imminente fine del mondo.

Questa potrà essere sventata solo trovando dei misteriosi templi e cercando nel frattempo di recuperare il frutto dell'Eden (che presto cadrà nuovamente nelle mani sbagliate) nonché il Bastone Pastorale, che un misterioso meccanismo ritirerà sotto il pavimento della sala dove l'avevamo piantato l'ultima volta.

A questo punto dovremo uscire dalla casa del Santo Padre (del quale però si sono nel frattempo perse le tracce), la qual cosa ci permetterà di impratichirci nuovamente coi comandi e di ritrovare nostro zio, Mario Auditore, col quale fuggire a Monteriggioni.

Una volta tornati alla nostra magione noteremo che ora è possibile entrare in città a cavallo, azione questa che poi potremo ripetere anche a Roma. Giusto il tempo di riabbracciare nostra sorella Claudia e anche la buona Caterina da Forlì (quest'ultima in modo decisamente meno fraterno, si vedrà poi), che subito ci troviamo a dover sventare un assalto in grande stile tentato dalla famiglia dei Borgia, la cui caratterizzazione appare concedersi qualche licenza di troppo.

Una sventurata cannonata finirà anche col distruggere il nostro equipaggiamento, il che ci costringerà a dover ricostruire daccapo l'armamentario così faticosamente conquistato in AC2. Poco male, comunque, perché la prima fase del gioco ci vedrà maneggiare non spade o pugnali, bensì cannoni per cercare di respingere la macchine d'assedio.

È scontro finale tra Ezio e Cesare Borgia.

Il nostro tentativo si dimostrerà però vano, ed ecco che i mercenari dei Borgia faranno irruzione in città. Qui avremo modo di tornare a combattere con la spada e di verificare che il sistema di combattimento è stato nuovamente migliorato.

La cosa più importante da notare è che ora i soldati nemici attaccheranno in gruppo, senza quindi cavallerescamente finire che noi si finisca di combattere col loro commilitone. Ciò significa che dovremo stare molto attenti a ogni nostro attacco perché il nemico potrebbe approfittare della nostra guardia abbassata. La parata, infine, non sarà più a 360 gradi ma copre solo il nostro arco frontale, quindi dovremo prestare più attenzione che in passato.

Sono poi state introdotte anche delle combinazioni di armi: queste saranno spada e pistola, e pugnale e coltelli da lancio. Ciò significa che dopo avere menato un fendente, potremo terminare la nostra vittima con un attacco l'arma seconda. Molto coreografico, oltre che letale...

Altre novità riguardano poi l'introduzione della balestra, che avrà la stessa efficacia della pistola dimostrandosi però ben più silenziosa, nonché la possibilità di lanciare le bombe fumogene a una certa distanza, laddove prima potevamo solo lasciarle cadere dai nostri piedi.