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Assassin's Creed II

Siamo andati da Ubisoft per vedere Firenze...

Assassin's Creed non è mai stato uno dei quei titoli che lasciano indifferenti: lungamente atteso come una sorta di celestiale messia videoludico prima, accolto con l'iniziale favore di critica e pubblico poi, ed infine vittima di un successivo (ed inevitabile?) ‘backlash’ di proporzioni epiche.

L'hype gioca qualche volta brutti scherzi, è vero, eppure nel peregrinare per la Terra Santa nei panni del furtivo Altair la sensazione di un titolo tutto fumo e niente arrosto era francamente fortissima: a una realizzazione tecnica sbalorditiva si accompagnava un gameplay sulla carta genuinamente interessante, che purtroppo pad alla mano finiva col rivelarsi piatto, ripetitivo ed inconcludente. Una splendida scatola vuota insomma, da divorare con gli occhi e non con il cuore.

E così, non accontentandosi esclusivamente delle vendite plurimilionarie, Ubisoft è pronta a tornare alla carica per riempire finalmente la scatola di cui sopra: un compito peraltro non proprio elementare, contando che Assassin's Creed II mira ad essere un gioco più vasto, più aperto e più ambizioso del predecessore.

Mi sono quindi avvicinato al secondo capitolo dell'annunciata trilogia con una certa circospezione: da una parte tenendo ben presente la scottatura dell'originale, dall'altra cercando di evitare qualsiasi sciocco pregiudizio. E devo ammettere che il tempo speso in compagnia di Ezio Auditore è stato assolutamente sorprendente.

Assassin's Creed II è ovviamente strettamente imparentato con il relativo prequel: l'idea è e rimane quella di proporre un videogame ad ampio respiro, per un'esperienza fondata sull'esplorazione (nell'accezione più teatralmente spettacolare del termine) e sull'azione, in cui il dinamismo degli eventi trova sublime completamento nell'impeccabile ricostruzione storica.

Morte a Venezia: Ezio mostra tutta la sua cattiveria con questa doppia uccisione.

Ciò non significa automaticamente che questo secondo episodio sia una fotocopia del primo (e ci mancherebbe, aggiungeranno gli infamoni come il sottoscritto...): gli sviluppatori hanno infatti deciso di ascoltare i feedback degli utenti, apportando alcune significative modifiche a una formula comunque ben delineata e fedele a sé stessa.

Il primo, importante (e inatteso) cambiamento riguarda l'attitudine di Assassin's Creed II: come risulta evidente già dalle primissime battute il titolo ha sorprendentemente assunto toni irriverenti e scanzonati, tra parolacce, battute e dialoghi un po' sopra le righe impensabili per lo ieratico Altair. Ezio si presenterà allora come un giovane sanguigno, un toscanaccio amante della bella vita e delle belle donne, più disposto a fare il tamarro per le vie della sua Firenze che ad assoggettarsi ad un cammino di rispetto e rigore. Praticamente l'Antonio Cassano del 1476.

Se l'esplorazione in stile parkour ha subito soltanto marginali aggiustamenti atti a rendere ancora più fluidi e consequenziali i movimenti acrobatici del protagonista (ma del resto sarebbe stato poco saggio intervenire su uno dei punti forti del franchise...), i combattimenti sono stati invece pesantemente rivisti: non solo sarà ora possibile performare letali combo a mani nude ma gli avversari presenteranno anche pattern di attacco leggermente più complessi e credibili (niente più fila indiana per tirarvi un ceffone insomma!).