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Bayonetta

Oltre le gambe c’è di più…

Sin dalla sua prima apparizione ufficiale, Bayonetta è stato “bollato” come una copia al femminile di Devil May Cry, ma la realtà è che, al di là di diverse somiglianze stilistiche e non con il celebre franchise Capcom, il titolo targato Platinum Games ha diversi assi nella manica, primo fra tutti una protagonista tanto affascinante quanto letale.

La storia ruota intorno alla sinuosa strega Bayonetta, un personaggio carismatico, seducente e spietato, impegnato a fronteggiare orde di improbabili angeli del paradiso, nel tentativo di riguadagnare la sua memoria, persa in seguito a un misterioso evento. Come prevedibile la storia che la vede protagonista non brilla di certo per profondità narrativa, ma nonostante ciò è comunque sufficiente per garantire un discreto coinvolgimento lungo tutto il corso dell’esperienza.

L’avventura, suddivisa in sedici capitoli, propone una struttura molto lineare, fatta prevalentemente di micro-battaglie, intramezzate da brevi fasi di esplorazione e qualche piccolo enigma (la cui risoluzione non richiede certo una mente superiore). Azione allo stato puro, dunque, con qualche piccola distrazione volta semplicemente a variare il ritmo dell’esperienza.

Sul fronte del gameplay Bayonetta è un vero tripudio di sangue, violenza e sensualità. I combattimenti sono frenetici e divertenti, e la presenza di un grandissimo numero di combo non fa altro che incrementare esponenzialmente l’intensità dell’azione.

La possibilità di alternare l’utilizzo delle numerose armi a disposizione in qualsiasi momento garantisce grande varietà all’esperienza.

Bayonetta è in grado di esibirsi in attacchi di ogni genere (molti dei quali sbloccabili nel corso del gioco) che, se legati fra loro, possono dar vita a combo davvero spettacolari. Il ritmo dell’azione, così come l’intensità stessa degli scontri, è infatti perfetto, regalando non solo immense soddisfazioni ma garantendo anche una completa e assoluta immersione nella realtà proposta.

I movimenti di Bayonetta sono fluidi, armoniosi ma al tempo stesso trasmettono un reale senso di potenza ad ogni colpo inferto sul malcapitato di turno, e inoltre, sebbene si possa presupporre il contrario, la frenesia che contraddistingue i combattimenti non sfocia mai in un caos tale da impedire un’adeguata e precisa gestione del personaggio (anche grazie a ottime inquadrature che oltre a esaltare le battaglie non ne pregiudicano una valida “analisi”).

La spettacolarità dell’azione si riflette ovviamente anche sui set piece, alcuni dei quali, come la caduta nel vuoto “a bordo” di una torre all’inizio del gioco, lasciano davvero senza fiato, e sulle sequenze d’intermezzo, spesso eccessive e ai limiti del trash, ma non per questo poco coinvolgenti… il tutto senza contare le colossali boss battle contro nemici tanto imponenti quanto pericolosi. Insomma, se Devil May Cry vi è sembrato eccessivo, beh… non avete ancora visto niente.

La direzione artistica evidenzia infatti il chiaro desiderio degli sviluppatori di proporre uno stile volutamente sopra le righe, quasi trash, che nella sua smisurata spettacolarità potrebbe apparire anche fin troppo eccessivo; oltre a proporre sequenze ai limiti della fantasia, il team ha giocato molto sulla fisicità della protagonista, rendendo gran parte dei filmati una semplice, provocante esibizione volta a esaltarne le curve sinuose.

Il titolo dispone di due diversi schemi di controllo, uno adatto ai neofiti della serie, dove l’esecuzione delle mosse più potenti è quasi completamente automatica, e uno standard, volto a dare ai giocatori il pieno controllo sui movimenti di Bayonetta.

Al contrario di quanto si possa pensare, tutto questo non pregiudica però la qualità dell’esperienza, esaltando, al contrario, anche le azioni più banali; alcuni potrebbero anche non apprezzare, non c’è dubbio, ma agli occhi di molti videogiocatori queste scelte stilistiche appariranno piacevoli oltre che del tutto adeguate al contesto proposto.

Ma torniamo al gameplay vero e proprio. L’avvenente strega può portare con sé un massimo di due armi che permettono di esibirsi in uno stile di combattimento unico e originale; com'è facile intuire sono dunque presenti svariati stili di combattimento che si traducono in una profondità di gioco ben superiore a molti altri action presenti sul mercato.

L'arsenale a disposizione si suddivide in armi da fuoco e armi bianche e, come detto, è possibile utilizzarne due alla volta, senza limiti di scelta però ciò che concerne gli abbinamenti. La selezione è abbastanza varia (spade, artigli e fucili, giusto per citarne un paio) e la possibilità di utilizzare quelle di alcuni nemici uccisi (solo fino al loro completo deterioramento) con ulteriori mosse inedite da utilizzare, non fa altro che aggiungere ulteriore varietà a un gameplay già di per sé ottimo.

L’unione tra le varie tipologie di attacco disponibili permette di dar vita a battaglia assolutamente stupefacenti, tanto da un punto di vista stilistico quanto bellico, capaci di lasciare a bocca aperta anche i videogiocatori più esigenti.

Avatar di Davide Persiani
Davide Persiani: Davide inizia a lavorare nel campo dell'editoria videoludica all'età di 16 anni. Dopo qualche anno di gavetta in Spaziogames e Play Media Company, subisce l'irresistibile fascino di Eurogamer.it.

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Bayonetta

PS3, Xbox 360, Nintendo Wii U, PC, Nintendo Switch

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