Bodycount
Debole al lancio…
Abbiamo già avuto diverse occasioni per parlarvi di Bodycount, titolo nato dalla mente del creatore di Black, successivamente ritiratosi dal progetto. Questa volta siamo qui per descrivervi le nostre sensazioni dopo aver provato tre missioni del single player di questo FPS fuori dall'ordinario.
Sfortunatamente ciò che stiamo per riportare non farà certo bene alle vostre aspettative nei confronti di Bodycount, visto che a quanto abbiamo avuto modo di constatare il titolo Codemasters non sembra in grado di competere nell'affollato universo degli sparatutto in prima persona.
Nonostante l'obiettivo del team di sviluppo non sia certo quello di scendere in campo contro i colossi del genere, ciò che abbiamo provato di Bodycount ci è sembrato poco convincente anche per traguardi ben più modesti.
Dopo i mirabolanti racconti fatti dagli sviluppatori nel corso delle numerose presentazioni a cui abbiamo assistito in passato, appena avviata la prima delle tre missioni presenti nel codice preview giunto in redazione, abbiamo subito messo alla prova la tanto chiacchierata interattività dei livelli.
Abbiamo sparato a un'asse di legno per vederla andare realisticamente in pezzi. Galvanizzati dal primo successo ci siamo concentrati su una piccola copertura, che si è sgretolata qua e là dopo ogni impatto causato dai colpi della nostra mitraglietta.
Con il cuore gonfio di aspettative, quindi, abbiamo eliminato i nemici che ci si paravano di fronte (sfruttando anche gli immancabili barili esplosivi sparsi ad arte dai level designer) e abbiamo rivolto il nostro fido shotgun contro la parete di una piccola casupola fatta di lamiere, col preciso intento di aprirci un varco (ebbene sì, passare dalla porta lì accanto ci faceva troppa pigrizia).
Il risultato? Con sommo disappunto ci siamo trovati di fronte alla classica texture dei fori di proiettile tipica di mille altri FPS, anche dopo aver svuotato l'intero caricatore contro il muro evidentemente indistruttibile.
Considerando che stiamo parlando di un gioco che ha fatto della possibilità di distruggere l'ambiente il punto cardine della propria campagna marketing... beh, ci siamo rimasti un po’ male.
A questa delusione si è andata ad aggiungere quella legata a un sistema di controllo troppo poco preciso e, soprattutto, quella di un'intelligenza artificiale davvero sottotono rispetto ai numerosi titoli concorrenti.
Già nella nostra anteprima più recente il buon Stefano Silvestri aveva segnalato questo scomodo “dettaglio”, ma all'epoca si era giustamente riservato di attendere un codice più avanzato, visto che la presentazione in quel di Dubai era basata su una versione alpha piuttosto arretrata.