Bulletstorm

Cosa fare dunque per riempire rapidamente le proprie tasche? Improvvisare! Sì, avete capito bene, improvvisare: il vostro sguardo si posa su una cassa di esplosivi? Fatela saltare e godetevi i fuochi d'artificio mentre una pioggia di punti abilità va ad accumularsi al vostro score. Vedete un cactus gigante in lontananza? Date un bel calcio nelle palle al primo nemico che vi capita a tiro ed osservate mentre le spine della pianta lo fanno a pezzi. E ancora, perché non sorprendere un nemico alle spalle per poi piazzargli una scarica di proiettili dritti nel fondoschiena come se fossero delle supposte?

Concatenando più attacchi e combinando l'utilizzo di diverse armi all'interno di una stessa sequenza, i punti conquistati saliranno vertiginosamente, e di conseguenza maggiore sarà la vostra creatività e maggiore sarà il numero di punti che vi saranno assegnati al termine dello scontro.

Ma perché i punti abilità sono così importanti e perché mai qualcuno dovrebbe prendersi la briga di cercare sempre nuovi modi per fare a pezzi i propri nemici? Semplice: perché tali punti rappresentano la valuta di gioco. Accedendo ad uno dei tanti kit di rifornimento sparsi per il pianeta potrete infatti spendere i punti abilità accumulati fino a quel momento per potenziare le armi in vostro possesso o, più semplicemente, per acquistare munizioni.

Com'è facile intuire, adottando una condotta troppo "classica" rischierete dunque di non avere punti sufficienti per acquistare alcunché e questo, vista la scarsa quantità di munizioni disseminate lungo gli scenari, si tradurrà inevitabilmente in momenti di estrema difficoltà.

In poche parole, ricompensando i giocatori per la loro fantasia e creatività, il gameplay incentiva quindi la sperimentazione e le costanti variazioni di approccio agli scontri, limitando così al minimo la ripetitività di un'esperienza che in condizioni diverse sarebbe potuta apparire molto più monotona e banale.

Fino ad oggi, o meglio, fino a quando non ho messo le mani su Bulletstorm, non mi ero mai reso conto di quanto le dinamiche di combattimento che caratterizzano un qualsiasi sparatutto in soggettiva fossero sostanzialmente ripetitive ed in un certo senso anche noiose, ma una volta immersomi nell'universo creato dai ragazzi di People Can Fly una sola, semplice domanda ha cominciato a frullarmi in testa: per quanti anni non ho fatto altro che affrontare gli scontri a fuoco sempre nello stesso modo?

Tanti, forse troppi, ma nonostante questa non sia certo una scoperta illuminante, non mi sono mai ritrovato di fronte alla necessità oggettivarla, ed il motivo è molto semplice: non conoscevo nulla di diverso.

Se un bambino nasce e cresce senza conoscere l'esistenza del cioccolato, ma al contrario viene abituato a mangiare sempre una galletta di riso come dessert, imparerà a dare per scontato che quella galletta, seppur insipida e poco gratificante, sia il massimo che possa chiedere dalla vita; ma se un giorno quello stesso bambino si trovasse di fronte ad una barretta di cioccolato e decidesse poi di assaggiarlo, farebbe probabilmente parecchia fatica a tornare alla sua triste galletta di riso.