Cabela's Dangerous Hunts 2011
Da cacciatori a prede.
Devo essere sincero: prima di provarlo, non avrei scommesso un euro su questo titolo, anzi, a malapena lo conoscevo. A mia discolpa posso dire che il mio pessimismo non era frutto del semplice pregiudizio: nel corso della mia lunga carriera di giocatore ho provato qualcuno dei cosiddetti "simulatori di caccia", e non mi hanno mai fatto una grande impressione.
Il più delle volte sono degli FPS noiosi e approssimativi, il cui scopo è girare per ore in boschi graficamente scarni, cercando di scorgere il sedere di un daino che, puntualmente, sfugge ancora prima che si sia pensato di tirare fuori il fucile.
Quando però, durante l'hands-on parigino organizzato da Activision, mi sono ritrovato solo in mezzo alla savana, circondato dai leoni e con pochi colpi a disposizione, ammetto di aver pensato che, forse, si stava meglio nel boschetto con le texture in bassa risoluzione, a sparare nel sedere ai daini.
L'obiettivo dichiarato di Cabela's Dangerous Hunts 2011 è quello di svecchiare l'immagine dei giochi di caccia, facendoli diventare qualcosa di più simile a dei simulatori di sopravvivenza che non a prodotti per i maniaci del perfezionismo.
La ricetta è ricca di ingredienti ben miscelati: oltre a schierare un comparto grafico che non sfigura se paragonato agli FPS più famosi, abbiamo una modalità storia appassionante, un multiplayer offline, sia competitivo che cooperativo, degno dei migliori party game e una periferica di controllo dedicata.
Si perché Activision, piuttosto che affidarsi solo al Move o al semplice pad, ha deciso di percorrere l'interessante quanto rischiosa via del controller personalizzato, affidando il progetto allo stesso team che ha prodotto le periferiche di Guitar Hero. La differenza qui è che invece di una chitarra vi ritroverete tra le mani un bel fucilone di plastica bianca, chiamato Top Shot Elite, dotato di ottica e ricarica in stile fucile a pompa, che è veramente un tocco di classe.
Il fucile verrà venduto in bundle nella versione Xbox 360 e Wii, mentre sarà facoltativo in quella PS3, per venire incontro a chi volesse utilizzare il Move, ed è indubbiamente uno dei principali motivi di interesse per questo gioco. Le sensazioni che restituisce sono molto buone e, pur essendo di plastica, sembra solido e abbastanza grande da non sembrare proprio un giocattolino.
Sparsi qua e là sul fucile si trovano tutti i tasti del controller, collocati in posizione strategica per garantire la massima ergonomia. L'unica piccola delusione è l'ottica: in teoria andrebbe usata in una sorta di visuale di caccia in cui tutto lo schermo diventa grigio e potete vedere le tracce degli animali attraverso il vetro rosso del mirino, ma alla fine vi ritroverete a non usarla quasi mai per non restringere troppo il vostro campo visivo.
Durante la sessione ho avuto modo di testare sia la modalità storia sia la galleria di tiro, e mentre la seconda è fondamentalmente una versione evoluta di Duck Hunt in cui poter fare scempio della fauna locale da soli o in compagnia, è la prima il cuore pulsante di Dangerous Hunts.
Piuttosto che mettervi di fronte a una semplice sequenza di missioni dalla difficoltà crescente, gli sviluppatori hanno scelto di rendere il tutto più omogeneo e appassionante, inserendo una vera e propria storia (scritta dallo stesso sceneggiatore di Resistance e Tomb Raider: Legacy), che vi accompagnerà dalla prima all'ultima missione, e che vi porterà a cacciare in scenari molti diversi tra di loro capaci di spaziare dalla savana fino ai boschi innevati.
Cole Rainsford, il vostro alter ego, è un tiratore scelto chiamato a liberare alcuni villaggi dalla minaccia di alcune bestie feroci, e per farlo dovrà contare sull'aiuto del padre, che non vede da anni, ma ovviamente le cose sono destinate ad andare molto peggio del previsto.
Morte, redenzione, safari andati male, complessi rapporti padre-figlio... ogni motivo è buono per portarvi a imbracciare un fucile e ricordare alle altre razze chi comanda nella savana. Ma non è detto che la cosa sia così semplice...