Call of Duty: Black Ops
Preview e intervista: che volere di più?
Tutto ciò fino all’immancabile arrivo di due elicotteri di fabbricazione russa che ci riportano ben presto coi piedi per terra (in tutti i sensi).
Questa dimostrazione di suo non ha aggiunto molto a quanto già non si sapesse del gioco. A mio personalissimo avviso, Call of Duty: Black Ops non ha nulla da invidiare a quel Modern Warfare 2 campione d’incassi della passata stagione (ma anche di quella attuale), sebbene gli exploit ottenuti al botteghino dagli esuli West e Zampella siano difficilmente ripetibili.
Chi predilige quindi il solito e rodato gameplay fatto di trigger, script e sezioni da ripulire, può guardare con fiducia all’operato di Treyarch, interamente dedicata con tutte le proprie forze all’ultimazione di questo prodotto.
L’articolo potrebbe quindi concludersi qui, non fosse che Activision ci ha gentilmente invitati a una tavola rotonda con altri colleghi esteri per fare qualche domanda a Josh Olin, Community Manager di Treyarch.
Dai quesiti rivolti dagli altri giornalisti siamo venuti in possesso di nuove informazioni, come ad esempio che sarà presente una modalità coop che non è ancora stata annunciata ma che è separata dalla campagna principale, che è pensata per essere giocata da una sola persona alla volta, per ragioni sia tecniche sia di gameplay.
Alla domanda se si tratti di una campagna a parte la risposta è stata alquanto evasiva (“mi piacerebbe dirvi di più ma al momento non mi è possibile”). È stato comunque confermato che questa modalità sarà giocabile anche in coop per un massimo di due giocatori: si potrà quindi partecipare online, ognuno da casa propria, o in due assieme sullo stesso schermo.
Bocche cucite anche sulle ambientazioni del gioco: l’unica cosa che ci è data sapere è che Black Ops non si svolgerà solo in Vietnam ma anche in Russia (come si può intuire dalle foto già divulgate che ci mostrano i Marines in azione su monti innevati). Sono ovviamente previste altre sorprese: la Guerra Fredda, ci viene ricordato, è stato un conflitto globale.
Stesso discorso anche per quanto riguarda il multiplayer: a chi gli ha ricordato che tutto quello che si è visto a Los Angeles e a Colonia ha riguardato unicamente il multiplayer, Josh Olin ha risposto che nella stanza erano presenti due PR col compito di controllare quello che avrebbe detto, e che quindi era costretto a tenere la bocca cucita. Ha però insistito sul fatto che il primo settembre verrà fatto un “incredibile annuncio” in proposito: non ci resta quindi che attendere qualche giorno per scoprirne di più…
Silenzio stampa anche per quanto riguarda la pianificazione degli inevitabili DCL: a domanda diretta il Community Manager di Treyarch si è trincerato anche in questo caso dietro a un prevedibile “no comment”.
Tra il fuoco di sbarramento delle domande dei miei colleghi, sono però riuscito e ritagliarmi uno spazio per l’intervista che vedete qui di seguito. Alcune delle domande che ho posto erano volutamente scomode e devo ammettere che il buon Josh Olin se l’è cavata egregiamente, dimostrando notevoli doti di diplomazia...