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Così funziona il PEGI

Pregi e difetti del sistema europeo di classificazione.

All'inizio pensavo dipendesse dalla grafica più realistica, che poteva rendere le azioni più esplicite, ma la discriminante si è rivelata più sottile di quanto pensassi.

Le versioni 360 e PS3 di Iron Man 2 sono state classificate a livello 16 perché il livello di violenza è stato giudicato più realistico. Un realismo, in questo caso, basato non sulla violenza in quanto tale ma sul suo risultato: i nemici sconfitti rimangono per terra nelle versioni HD, ma scompaiono nella versione Wii. È bastato questo piccolo ma fondamentale dettaglio per spostare il collocamento dalla fascia dai dodici a quella dei sedici anni.

Nel caso di Spider Man, invece, si è ritenuto che il gioco fosse effettivamente adatto ai dodicenni, finché non è comparsa l'ultima scena, che è stata giudicata abbastanza violenta da innescare il cambiamento di categoria.

"Questo è il classico esempio di un titolo che all'ultimo momento si è ritrovato in bilico fra due fasce d'età. Analizzando la documentazione del gioco, pare che Spidar-Man fosse in effetti considerato adatto a un pubblico over dodici, ad eccezione dell'ultima scena, in cui vari Spider-Man che attaccano duramente un nemico". Spiega Zamo: "Anche se la scena è priva di ogni elemento estremamente violento, con tutti i pugni che vengono tirati al cattivo è sembrata abbastanza brutale da collocare il gioco nella fascia over sedici".

Un bambino di 12 anni può vedere il Cavaliere Oscuro, ma non può giocare ad Arkham Asylum.

Questi casi sono ovviamente l'eccezione piuttosto che la regola, ma sollevano importanti interrogativi nel caso il PEGI diventasse veramente diffuso e accettato nel mondo dei videogiochi. Il cliente medio, i padri e la madri che stanno cercando un gioco per il loro bambino di dodici anni, saranno mai consapevoli del fatto che il gioco di Spider-Man che tengono fra le mani, e che magari credono troppo violento, è perfettamente adatto al loro figlioletto dodicenne, tranne che per una singola scena?

Ed è forse giusto che un bambino possa giocare un titolo per Wii, anche se quel gioco è Iron Man 2, mentre il suo amico deve aspettare quattro anni perché la sua console è abbastanza potente da poter ricordare la posizione dei nemici sconfitti?

Personalmente, non sono così convinto che ci sia una risposta semplice. Di sicuro credo che il PEGI offra un servizio di grande valore, e che prenda decisioni molto difficili con grande trasparenza.

Inoltre, è evidente che il sistema funziona nella maggior parte dei casi. Nel 2010 al PEGI sono arrivati solo 1684 messaggi provenienti da tutta Europa. Di questi, la maggior parte erano richieste di chiarimento sul funzionamento della console o se la classificazione riguardasse il livello di difficoltà del gioco ("È evidente che dobbiamo lavorare per farci conoscere meglio", ha chiosato ironicamente Zamo). Solo 115 erano lamentele riguardo alla collocazione di un titolo in una determinata fascia di età.

Tuttavia, anche se sono contento che i giochi vengano analizzati in quanto tali, piuttosto che con parametri normalmente utilizzati per un media differente, se la fascia dei sedici anni copre tutto quello che passa da una scazzottata fumettosa dell'Uomo Ragno a un headshot con schizzi di sangue in Crysis 2, non si corre forse il rischio che il sistema PEGI diventi sempre meno credibile agli occhi dei genitori?

QUOTE

"La fascia più difficile di prodotti cui assegnare il rating è quella in bilico tra i 12 e i 16 anni basata su violenza non esplicita ma su umani."

"È una differenza sottile e, probabilmente, qualcosa che il giocatore medio potrebbe non riconoscere o comprendere immediatamente", ammette Zamo, "quindi capisco perfettamente come mai per alcuni sia difficile capire la differenza tra Spider-Man e Crysis 2. Tuttavia dubito che questo fatto da solo possa portare a una generale perdita di credibilità".

Una spiegazione che, sinceramente, non mi trova d'accordo. Se per il consumatore è difficile capire la differenza tra due giochi della stessa categoria, vuol dire che c'è una falla nel sistema. Più nello specifico, questo problema sembra riguardare i prodotti in bilico tra le categorie 12 e 16 che si basano su violenza non esplicita, ambientata in un contesto fantastico, ma contro avversari umani.

Mi è molto difficile credere che la vista di molte copie di Spider-Man che picchiano un cattivo o di un corpo steso a terra, possano causare alcun danno a un dodicenne, che può già vedere legalmente film molto più violenti. Un sistema di classificazione troppo benevolo causerebbe senza dubbio una levata di scudi, ma lo spostarsi troppo nella direzione opposta è un risultato altrettanto indesiderabile.

Come conseguenza di questa gestione, stiamo assistendo alla scomparsa di titoli che potrebbero finire in questa "terra di mezzo" dove i criteri non sono chiari, e troviamo sempre più prodotti alle due estremità, gli inoffensivi giochi per bambini da una parte e i sanguinolenti titoli dedicati al pubblico adulto dall'altra, con molto poco materiale nel mezzo.

E adesso che il PEGI si avvia a diventare un criterio legalmente vincolante, sarebbe un peccato avere un sistema di valutazione che impedisca ai giochi per ragazzi, che non sfruttano la carta del bagno di sangue, di raggiungere il proprio pubblico di riferimento.