Dark Void
Un breve volo con qualche turbolenza di troppo.
Questo scenario, infatti, cambia appena si ottiene la prima versione del jetpack, che pur non permettendo ancora di librarsi in volo in tutta libertà, apre una serie di possibilità in più sul fronte dell'esplorazione e dei combattimenti. A questo punto, infatti, le idee inserite dai programmatori iniziano a farsi vedere e il giocatore viene spinto a cambiare il proprio punto di vista, spostandolo da una visione orizzontale a una rigorosamente verticale.
Una volta equipaggiati con il jetpack, infatti, si viene gettati all'interno di livelli evidentemente diversi dai precedenti, dove piuttosto che seguire angusti sentieri bisogna guardarsi intorno alla ricerca della piattaforma su cui calarsi, o dell'appiglio a cui aggrapparsi. Questo brusco cambio di impostazione inizialmente crea qualche problema, disorientando il giocatore e spingendolo spesso a ruotare freneticamente la telecamera nel tentativo di capire dove diavolo andare, ma si tratta solo di una breve fase di adattamento dovuta al gradito cambio di prospettiva.
Anche questa, comunque, è una fase transitoria, che si esaurisce nel momento in cui si mettono le mani sulla versione definitiva del jetpack, il cui utilizzo non permette solo di effettuare balzi più alti del normale o di planare dolcemente a terra, ma di spiccare letteralmente il volo a velocità incredibile. È solo a questo punto che Dark Void decolla (letteralmente), dopo “appena” un paio d'ore di gioco.
Appena ottenuta l'abilità di volare, il gameplay assume una piega completamente diversa, rivelandosi decisamente più dinamico e interessante. Le dimensioni dei livelli si moltiplicano a dismisura, e l'alternarsi di fasi esplorative (ora molto più godibili), di sparatorie contro decine di nemici a terra (o equipaggiati a loro volta con dei jetpack), di spericolate sessioni di dogfight contro i dischi volanti alieni, e degli scontri con i massicci boss, donano al titolo Capcom un ritmo niente male.
Il sistema di controllo, zoppicante nelle fasi a terra, durante gli scontri in volo si dimostra reattivo e ben distribuito sul joypad, con l'unica eccezione rappresentata dalla necessità di tenere premuto il tasto R3 per eseguire le manovre evasive. Per il resto tutto si svolge in modo fluido e convincente, a patto di non soffrire di alcuna forma di motion sickness. I cambi repentini di inquadratura in alcuni frangenti (soprattutto nelle fasi di arrampicata) e gli spostamenti improvvisi durante il dogfight, infatti, mettono a dura prova lo stomaco di chi segue l'azione sul televisore.
Come da tradizione per ogni gioco del genere che si rispetti, anche Dark Void offre la sua buona dose di Quicktime Event, resi più piccanti del solito grazie alla necessità di interromperli per evitare gli attacchi nemici, per poi riprendere il lavoro da dove si era momentaneamente abbandonato.