Dark Void
Un breve volo con qualche turbolenza di troppo.
Quando si cerca di prendere il possesso di un disco volante, per esempio, si atterra sul bersaglio e si inizia a premere selvaggiamente il tasto richiesto, facendo attenzione a spostarsi da un lato all'altro della nave per evitare di essere colpiti dal cannone di bordo. Una volta aperta la cabina di pilotaggio, bisogna scuotere rapidamente la leva analogica sinistra per liberarsi del pilota e assumere il comando.
Questo genere di eventi capitano piuttosto di frequente, soprattutto durante i gradevoli scontri con i boss, dove per ogni punto debole (non sempre fondamentale per la distruzione del bersaglio, ma spesso utile solo a privarlo di un'opzione di attacco) è necessario scatenarsi sul joypad, seguendo le indicazioni su schermo.
Nonostante il netto salto di qualità rispetto alle fasi iniziali, però, il gioco presenta alcuni problemi tecnici che non gli permettono di ottenere una valutazione eccessivamente elevata. Su PlayStation 3, la versione da noi testata, salta subito all'occhio l'assenza di anti aliasing, che rende l'impatto grafico generale piuttosto fastidioso. La versione per Xbox 360 presenta invece, come al solito, una grafica più pulita. Ma è nel pensare al fatto che il gioco si avvale dell’Unreal Engine che emergono prepotentemente i rimpianti: da quel motore si può ricavare ben altro…
Al di là di questo, è davvero triste vedere come a volte l'Intelligenza Artificiale si comporti in modo deludente, rimanendo immobile a incassare i colpi perfino dopo averci visto raggiungere il loro riparo per sparargli comodamente senza nemmeno sporgere la testa. In altre occasioni, invece, è il codice stesso a incartarsi.
Durante la mia partita, per esempio, un nemico si è bloccato in un angolo del livello, proprio sul baratro da dove ero faticosamente arrivato saltando da una sporgenza all'altra. Per proseguire con la storia dovevo necessariamente eliminare tutti i nemici dell'area, quindi ho pazientemente abbattuto l'ultimo bersaglio, solo per vederne il pilota cadere nel vuoto. Il risultato? Sono dovuto riscendere all'inizio del livello per finire il lavoro e completare la missione.
Il giudizio finale di Dark Void, quindi, è stato alquanto combattuto: da un lato infatti il peso dei limiti evidenziati finora, dall'altro la volontà di dare un voto di incoraggiamento a Capcom per la scelta di produrre una nuova IP, di questi tempi merce sempre più rara. Guardando però alla realtà dei fatti, abbiamo una sezione iniziale lunga e noiosa, che sebbene lasci poi il posto a un prodotto piacevole, incide pesantemente sulla longevità (parliamo di 2 ore su 8 di gioco, massimo 10). A ciò si aggiunge una realizzazione tecnica che non fa gridare allo scandalo ma neppure al miracolo.
Se mettiamo infine sul piatto della bilancia pure un'intelligenza artificiale deficitaria, giungiamo alla conclusione che è mancata una pianificazione attenta del progetto, che ha portato Dark Void a essere un prodotto che non rimarrà impresso nei cuori di chi gli darà fiducia ma che non ci sentiamo neppure di punire con un'insufficienza.