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Darkspore

Scopriamo il gioco insieme a Maxis.

La storia di Spore, a quasi due anni dalla sua uscita, è già entrata negli annali del mondo videoludico, trovando un posto fra i desideri più arditi e le invenzioni incomprese: un'idea sulla carta potenzialmente devastante ha infatti risentito oltremodo della piaga della pirateria e di alcune scelte di design che ne hanno probabilmente minato il bilanciamento.

In molti lo ritengono così una mancata pietra miliare sorretta di contro da una serie di editor unici per potenza e versatilità.

Tutto ciò non ha però impedito ai ragazzi di Maxis di dare vita a un franchise con gli attributi, creando un universo da cui poter attingere ampiamente nei prossimi anni: il primo frutto sarà Darkspore, un'inedita virata del brand verso il mondo degli hack 'n' slash.

Le notizie sul titolo al momento si diffondono col contagocce ma incuriositi da una svolta per certi versi inaspettata, noi di Eurogamer.it abbiamo deciso di intervistare Thomas Vu, Lead Producer di Darkspore, e Paul Sottostanti, il Systems Designer, così da avere informazioni di prima mano.

Eurogamer Da dove nasce l'idea di Darkspore?
Il design di Darkspore è sicuramente distante da quello di Spore.
Thomas Vu

Il concept di Darkspore è nato durante lo sviluppo di Spore: molti membri del team si erano occupati delle fasi Cellula e Creatura, dove risultano più evidenti le influenze del mondo dei GDR. Era sorto poi anche un forte interesse nella possibilità di utilizzare i potenti tool che erano stati creati per Spore, nonché il sistema di animazione procedurale. L'idea era di creare un prodotto nuovo dove i giocatori potessero modificare le loro creature e conseguentemente fare in modo che questi cambiamenti influenzassero la loro esperienza di combattimento.

A tutto questo bisogna aggiungere il fatto che alcuni elementi del gruppo avevano lavorato in passato su un titolo action di un certo livello e anche su alcuni GDR: la loro passione, unita con la tecnologia unica di Spore, sono così confluite nel progetto.

Darkspore non è allora né un seguito né un'espansione di Spore ma un nuovo brand a sfondo fantascientifico: quello che i nostri fan e il team vogliono è poter creare i propri eroi e farli combattere l'uno con l'altro in cooperativa o in battaglie PvP.

Eurogamer Che cosa vi ha fatto pensare che il franchise di Spore potesse virare verso il mondo dei giochi di ruolo?
Thomas Vu

Sostanzialmente ci sono tre aspetti che hanno fatto in modo che Darkspore si orientasse naturalmente verso i GDR. Prima di tutto, il contesto fantascientifico di Spore e l'ambientazione legata alla genetica sembrano nati per essere parte di una solida opera narrativa.

Il teaser di Darkspore.

Ci siamo innamorati del mix possibile tra una esperimento genetico finito male, la ricombinazione del Dna e la modellazione fisica degli eroi.

Il secondo aspetto ha a che fare con gli editor: questi sono potenti strumenti che permettono di personalizzare e modificare le loro creature in Spore. Se però di solito nei GDR action i giocatori sono portati a collezionare bottini che poi vengono utilizzati per potenziare i loro eroi, in Darkspore potranno usarli per personalizzare e creare eroi alieni come mai prima d'ora.

Grazie all'abilità dei nostri tool le possibilità che si aprono sono davvero molte. Oltre a ciò ogni aggiunta porta in grembo un potenziamento delle statistiche, così che gli eroi risultino unici sia visivamente sia per quanto riguarda le caratteristiche generali.

Avatar di Roberto Bertoni
Roberto Bertoni: Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.
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