Demon's Souls
Bello e impossibile!
From Software è uno sviluppatore con un curriculum strano ma comunque affascinante. Sentendone il nome, la prima cosa che mi viene in mente è Armored Core oppure Otogi, anche se quando From non ha realizzato giochi ispirati ai mech è andata ad abbracciare una serie di generi piuttosto diversi tra loro. Parlo del platform co-op Cookies and Cream, di Tenchu, del gioco di card Lost Kingdoms, dell’avventura horror Echo Night, oppure della serie di King’s Field. E poi di questo Demon’s Souls, che è una delle esclusive per PlayStation 3 più interessanti da giocare.
Demon’s Souls è un GdR action davvero brutale che ci catapulta in un mondo in cui un solitario protagonista dovrà vedersela con una serie infinita di demoni assetati di sangue. Queste creature possono avere sembianze umane oppure fattezze scheletriche ma ugualmente spietate, possono essere mostri infuocati e guardie demoniache, senza dimenticare le visite che la stessa Morte ci farà di volta in volta.
I cinque mondi che compongono il gioco sono suddivisi in quattro sezioni differenti, con tanto di boss extralarge da sconfiggere. Ogni piccola cosa che si trova all’interno di questi scenari è pronta a farci fuori, spesso senza il minimo preavviso.
L’unico posto al sicuro è il Nexus, un vero e proprio rifugio per le anime in pena. Da qui possiamo accedere a uno dei cinque mondi o comprare e “upgradare” le armi e le nostre abilità per avere maggiori chance di sopravvivenza.
Demon’s Souls è uno dei giochi più difficili sulla piazza, non fa concessioni di alcun tipo e richiede la massima concentrazione.
Non si tratta di un puro hack ‘n’ slash, anche se ha tutti i migliori elementi di quel genere per quanto riguarda il suo lato action. Il ritmo è più basso e si accompagna agli incantesimi e alle magie che possiamo lanciare in alternativa all’uso della spada.
Demon’s Souls è più tattico e gli uno contro uno non si risolvono mai adoperando la stessa strategia. Per questo è fondamentale costruirsi un buon inventario, con una vasta differenziazione di armi e abilità, e aumentare l’efficacia del nostro livello di skill. Ecco allora che diventa fondamentale scovare tesori, uccidere grandi quantità di demoni e utilizzare le loro anime per acquisire salute, forza, energia magica e tenere l’equipaggiamento sempre bello carico.
L’elemento tattico risiede anche nel modo in cui decidiamo di combattere. Se usiamo una spada e uno scudo avremo determinate caratteristiche d’attacco, rispetto a uno scontro che ci vede equipaggiati con un pugnale e un’armatura leggera
Utilizzando un arco possiamo braccare i nemici dalla distanza (in questi casi la visuale è in prima persona). Scovando una bacchetta magica si ha la possibilità di lanciare incantesimi; trovando un talismano, si riceve il potere di curare se stessi.
Il gioco a cui può essere paragonato Demon’s Souls è Monster Hunter, ma il titolo From presenta un sistema di combattimento più preciso, con un feeling nell’uso delle armi decisamente più realistico. I combattimenti sono fisici, violenti e fanno avvertire tutto il peso dell’arma con cui affrontiamo il nemico.
Inoltre c’è assoluta libertà sul come sviluppare le caratteristiche del proprio personaggio. Possiamo migliorare l’attitudine alla magia con tanto di pugnale d’assassino a corredo, oppure nasconderci dietro un pesante scudo mentre ci facciamo largo nell’oscurità con un’enorme lancia. Altrimenti è possibile portare avanti entrambe le sfaccettature e cambiare strategia a seconda della situazione d’affrontare.
Questa flessibilità e varietà nelle scelte fa in modo che il gioco non sia mai vittima di un precoce immobilismo e allo stesso tempo ci obbliga a mutare il nostro atteggiamento nella scelta delle classi. Insomma, si è sempre costretti a cambiare approccio: a volte questo è riconducibile a delle scelte personali, mentre altre è legato al tipo di aggressività che presenta il nemico che abbiamo di fronte. Non esiste un’unica strategia buona per tutte le situazioni, e questo è sicuramente un punto a favore del gioco.
Quando si muore in Demon’s Souls (e si muore anche spesso), si finisce col perdere la fisicità del proprio corpo e si vaga come semplice anima, con la barra dell’energia dimezzata. L’unico modo per riappropriarsi del proprio corpo è uccidere un mostro di una certa consistenza, simile a un boss di fine livello.
Se si muore ancora, si finisce col perdere tutte le anime che abbiamo collezionato dall’inizio del “viaggio”, quindi si è quasi costretti a giocare a Demon’s Soul in una condizione per cui si è praticamente sempre morti o addirittura morti senza alcuna carta da giocare. Non ci sono compromessi. Non c’è oltretutto un pulsante per mettere il gioco in pausa. O si gioca per bene, oppure non si va da nessuna parte…