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DJ Hero

È qui la festa?

A questo quadro si aggiungono altre variabili che ancora ci separano dall’andare la prossima estate a mettere i dischi a Ibiza. Il primo è la manopola degli effetti audio, con la quale cambiare il suono a propria discrezione in determinati momenti.

La scelta sarà tra un suono particolarmente ovattato e uno molto secco, dove sono tagliati tutti i bassi. Più difficile a descriversi che non ad ascoltarsi, quando riusciremo a padroneggiare questa funzione finiremo per abusarne come i più esaltati dei DJ.

Tutto qui? No, mancano ancora all’appello il Freestyle, l’Euphoria e il Rewind. Il primo è un’area relativa al tasto centrale, quello rosso, in cui si potranno eseguire dei campionamenti a scelta tra un numero definito di sample, selezionabili prima di avviare una sessione.

Di fatto, simula i commenti che i DJ fanno a voce alta durante l’esecuzione di un brano, per dare ancora più la carica (robe tipo “yeeeah boy”, e amenità simili). L’idea è carina ma va detto che alcuni set sono davvero brutti a sentirsi e che per cambiarli durante la sessione si deve usare la manopola degli effetti speciali, che però gira in direzione opposta a quello che verrebbe naturale.

DJ Jazzy Jeff ci dimostra, ai livelli di difficoltà più elevate, la differenza che passa tra un normale scratch continuo e uno scratch direzionale.

L’Euphoria è invece un moltiplicatore del bonus che si rende disponibile solo dopo aver eseguito senza sbavature una determinata parte di una traccia.

Per attivarlo basterà premere l’apposito pulsante che si illuminerà di un rosso spento, che però risulterà sempre coperto dalla nostra mano sinistra che aziona il crossfader (ragionamento non valido per i mancini).

Un posizionamento diverso e una maggiore intensità della luce sarebbero stati auspicabili.

Chiude la descrizione delle abilità richieste il Rewind, che una volta resosi disponibile ci permetterà di far compiere al nostro piatto un giro antiorario che ci riporterà indietro nella traccia raddoppiando nel contempo il moltiplicatore del bonus.

Come al solito, il gioco ci metterà a disposizione più livelli di difficoltà, cinque per la precisione, i quali varieranno da una semplicità estrema a una difficoltà proibitiva (almeno per chi scrive). Da notare comunque che anche sbagliando tutti i comandi, non sarà mai game over.

Stabilito quindi che DJ Hero è un prodotto ben pensato, capace di farci vivere le emozioni dei party più sfrenati, dotato di una periferica quasi perfetta e capace di richiedere una tecnica non indifferente, passiamo ora a descrivere come si articola il gioco. Sotto questo punto di vista i Freestyle mostrano un po’ il fianco alle critiche offrendoci un gameplay molto semplificato. Il single player è elementare: a seconda della nostra performance in ogni traccia riceveremo una valutazione da una a cinque stelle.

Accumulato un certo numero di stelle, sbloccheremo tracce audio, DJ, campionamenti e accessori (vestiti, cuffie, giradischi, ecc.). Sia chiaro, in questo genere di giochi la presenza di una storyline è superflua, ciò non toglie che qualche modalità in più non avrebbe guastato.

Ecco cosa succede quando a un DJ si affianca un esperto di Guitar Hero: il risultato è fenomenale, peccato solo per il ristretto numero di tracce a disposizione per questa modalità.

Il multiplayer, che può essere cooperativo o competitivo, ci permette invece di misurarci insieme o contro un'altra persona, munita di un giradischi o di una chitarra di Guitar Hero. In quest’ultimo caso però le tracce a disposizione sono dieci e disponibili in una sola scaletta.

È poi anche possibile per un nostro amico unirsi come vocalist: questa opzione è stata definita da alcuni poco curata, vista la mancanza di un indicatore alla Singstar che suggerisca la tonalità da tenere. Va però detto che in questi casi il cantante fa del freestyle, il che rende l’obiezione di cui sopra discutibile.

Nel caso del multiplayer competitivo, invece, ci potremo confrontare online usando una scaletta di nostra scelta o una preimpostata. Le partite saranno personalizzate, veloci o limitate alla nostra lista di amici.

Strategicamente parlando, il multiplayer di DJ Hero è come se fosse un gioco di guida: ogni canzone è assimilabile a una strada, il cui tracciato è determinato dagli scarti a destra o a sinistra della linea del crossfader. Conoscerlo vuol dire primeggiare, sbagliare perdere perché il moltiplicatore si resetta a ogni nostro errore nel passare da un canale all’altro.