Dragon Age II
Un’indimenticabile avventura fantasy.
Un esempio? Vi ricordate di Zanne Lucenti e dei suoi licantropi? Beh sappiate che la vostra passata decisione in merito avrà piccole ma tangibili conseguenze anche nell'universo di Dragon Age 2.
Com'è facile intuire, questo non fa altro che accrescere l'importanza ed il "peso" di eventuali salvataggi importati all'inizio dell'avventura, arricchendo l'esperienza di gioco di chi, come il sottoscritto, avesse trascorso ore ed ore nei panni del prode Custode Grigio protagonista del primo capitolo.
Ed inoltre, sebbene si possa anche immaginare il contrario, il fatto che la storia venga "raccontata" – da un ottimo narratore, tra le altre cose – non fa che renderla ancor più piacevole ed intensa, aggiungendogli quell'ulteriore pizzico di fascino e suggestione che rappresenta la ciliegina sulla torta per una qualsiasi epopea fantasy che si rispetti.
Gli straordinari personaggi proposti, ormai un vero marchio di fabbrica dei ragazzi di BioWare, giocano chiaramente un ruolo di primissimo piano nell'economia di gioco, arricchendo la già splendida atmosfera fantasy proposta in maniera tutt'altro che marginale.
La caratterizzazione dei personaggi è infatti ancora una volta stupefacente e, complice la pregevole ottimizzazione delle animazioni facciali durante le fasi di interazione e il fantastico doppiaggio – fortunatamente ancora in inglese - immergervi anima e corpo nel fantastico mondo creato dagli sviluppatori vi sarà assolutamente naturale.
Nel corso della vostra epopea farete incontri indimenticabili con personaggi così carismatici, vivi e così diversi gli uni dagli altri da arrivare ad un senso di immedesimazione e coinvolgimento che pochi titoli sono stati in grado di suscitare fino ad oggi.
La componente narrativa è infatti ancora dominante rispetto all'azione nuda e cruda, e questo anche e soprattutto grazie all'altissimo grado di interazione che, così come in Origins, rappresenta uno dei cardini dell'esperienza.
Ad un primo impatto il sistema di conversazione sembrerebbe offrire minori spunti rispetto al passato e soffrire di una minor profondità, ma col tempo vi renderete conto che l'apparenza, mai come in questo caso, inganna. Relazionarsi con i numerosi NPC presenti è probabilmente più semplice, almeno sotto il profilo del tono e delle intenzioni, ma le possibilità di interazione sono fortunatamente ancora notevoli, proprio come in Origins.
Come da tradizione ogni decisione avrà conseguenze più o meno prevedibili, anche all'interno del proprio gruppo di avventurieri, e questo vorrà dire che dovrete sempre valutare attentamente le vostre parole ed azioni in modo da non incorrere in "brutte sorprese" che potreste non voler o non essere in grado di gestire.
Ma passiamo ai fatti. La vostra prima scelta sarà chiaramente legata al personaggio che impersonerete per tutto l'arco dell'avventura; a differenza di quanto accadeva in Origins, dove la possibilità di scegliere non solo la razza di appartenenza ma anche la classe e le origini del proprio guerriero garantiva un grado di libertà tutt'ora ineguagliato da qualsiasi videogioco in circolazione, Dragon Age 2 permette di intervenire solo sul suo sesso, sul suo aspetto estetico – con un editor sensibilmente migliore rispetto a quello di DAO - e sulla sua classe.
Il fatto che non si possa personalizzare il personaggio tanto quanto in Origins è senz'altro un limite che molti, almeno all'inizio, faticheranno ad ignorare, ma è comunque innegabile come la presenza di un unico protagonista con origini ben definite abbia contribuito a dare maggior spessore alla figura di Hawke, rendendo così la sua figura più tangibile e radicata all'interno del mondo di DA2.