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Dragon Age II

Un’indimenticabile avventura fantasy.

A questo, come accennato in precedenza, si aggiunge poi la possibilità di importare eventuali salvataggi da Origins per dare così un continuum narrativo agli eventi di DA2 o, nel caso in cui non se ne abbia la possibilità, di scegliere tra tre diverse "backstory" il cui scopo non è solo quello di arricchire l'esperienza di base, ma anche di determinare svariate variazioni narrative nel corso dell'esperienza.

Ampio spazio è poi chiaramente dedicato anche alla componente ruolistica, vero fiore all'occhiello del franchise sin dalla sua primissima apparizione sul mercato. Sebbene temessi proprio per questo aspetto, il codice finale del prodotto è stato fortunatamente in grado di fugare ogni mio possibile dubbio e perplessità in merito, regalandomi lo stesso grado di libertà e profondità che mi ha portato ad apprezzare prima Origins e in seguito Awakening.

Indipendentemente da quale classe sceglierete all'inizio dell'avventura per il vostro Hawke, vi ritroverete infatti di fronte a un tradizionalissimo sistema di crescita i cui parametri sono rimasti invariati rispetto al passato, impreziosito da una grandissima quantità di abilità sbloccabili, suddivise come sempre in canonici alberi che col tempo determineranno la specifica tipologia del vostro personaggio.

Sangue. Sangue. Sangue. E ancora sangue.

A questo si aggiungono poi le immancabili specializzazioni, tra cui ne spiccano alcune davvero interessanti che vi lascerò il piacere di scoprire personalmente e, proprio come in passato, una serie di abilità speciali a cui potrete accedere solo dopo aver instaurato un certo rapporto con i vostri compagni di viaggio.

Esattamente come in Origins l'interazione interpersonale giocherà infatti un ruolo di primaria importanza anche all'interno del party, aprendo le porte a quest e a situazioni inedite(sì, anche a rapporti amorosi, non vi preoccupate!) e concedendo l'accesso ad abilità extra volte a rendervi ancor più letali sul campo di battaglia.

A differenza del passato, dov'era possibile ottenere benefici di varia natura solo attraverso un rapporto di pura amicizia o di amore, DA2 evidenzia inoltre maggiori sfaccettature, proponendo, per ogni compagno di viaggio, abilità sbloccabili anche per coloro che dovessero prediligere un approccio più duro e spigoloso.

L'unico lato negativo della "gestione interpersonale" del party è purtroppo l'impossibilità di intavolare discorsi e confronti con i propri compagni durante le normali fasi di esplorazione così come accadeva in Origins, poiché tali situazioni saranno relegate a momenti prestabiliti. Una semplificazione, questa, di cui onestamente fatico a capire il senso.

Oltre alle abilità, a spiccare è poi l'immancabile sistema di personalizzazione estetica e di equipaggiamento che, ancora una volta, darà ai puristi la possibilità di trascorrere ore del proprio tempo per scegliere ogni più piccolo elemento con cui armare il proprio guerriero, ladro o mago.

I combattimenti sono ora visivamente splendidi.

Come da tradizione il titolo presenta infatti un'incredibile quantità di armi, equipaggiamenti, accessori e pozioni, a cui si aggiungono le classiche rune e trappole. Insomma, come in Origins, avrete davvero l'imbarazzo della scelta.

Questo ci porta a uno degli argomenti più delicati e discussi di questo sequel, ovvero il combat system. Si è parlato a lungo di quella che appariva come un'eccessiva tendenza action del prodotto, ma la realtà dei fatti è che le nuove meccaniche di combattimento non fanno che rendere ogni scontro decisamente più appagante di quanto non fossero nel precedente capitolo della serie. E questo perché la componente tattica, specie nella versione per PC, non è stata in alcun modo trascurata.

Gli attacchi disponibili, mappabili su console nella canonica duplice interfaccia a 6 blocchi (3+3), danno origine a scontri strutturalmente identici a quelli già visti in Origins, e l'unica cosa a cambiare è l'intensità stessa di tali scontri. Grazie alle nuove animazioni, al fatto che gli attacchi semplici rivolti verso il bersaglio di turno siano in grado di danneggiare anche eventuali nemici circostanti, nonché al maggior controllo dato sui personaggi, scatenarsi sul campo di battaglia risulta ora molto più divertente e appagante, accrescendo la già ottima intensità dell'atmosfera.

Il Making of di Dragon Age 2.
Avatar di Davide Persiani
Davide Persiani: Davide inizia a lavorare nel campo dell'editoria videoludica all'età di 16 anni. Dopo qualche anno di gavetta in Spaziogames e Play Media Company, subisce l'irresistibile fascino di Eurogamer.it.

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Dragon Age II

PS3, Xbox 360, PC

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