Dragon Quest IX: le Sentinelle del Cielo
Lassù qualcuno ci ama...
Lascerò a voi e alla vostra sete di scoperta tutto il resto ma sappiate che anche qui, come nel 99.9% dei giochi di questo stampo, “qualcosa” va storto e spetterà a voi riparare (ma potete tenere i cocci).
Quello che ci interessa di più è sapere se e quanto questo capitolo ha cambiato i dettami della serie con il suo passaggio su DS.
La struttura portante del gioco non è cambiata, evidentemente il team di DQ non vuole avere problemi e al contrario di quello di FF ha deciso di rimanere fedele nei secoli alla formula originale. Abbiamo così delle ambientazioni collegate tra loro che fungono praticamente da livelli, ognuna con le proprie missioni, i propri segreti e tutto il resto.
Il cambiamento più evidente e ovviamente anche il primo che vi troverete davanti, riguarda il/la protagonista. Non più un eroe predefinito ma un personaggio da creare da zero con l’apposito editor e da personalizzare poi con centinaia (se non migliaia) di accessori, armi, equipaggiamenti e via dicendo.
Se questo, da una parte, permette di sceglierne fattezze fisiche e caratteristiche, dall’altro porta quasi totalmente a zero l’empatia che nel precedente capitolo si era creata con i vari Yangus (mitico) e Jessica. Anche qui, ovviamente, entrano in gioco i gusti personali, ma io ho sempre apprezzato di più i cast già definiti piuttosto che quelli da scegliere e personalizzare.
Come dicevo poche righe fa, la struttura è rimasta pressoché invariata, il che significa esplorare una mappa decisamente ampia per passare da una missione principale all’altra, incontrando nel frattempo centinaia di personaggi secondari con cui interagire in modo più o meno significativo. Le conversazioni (rigorosamente mute, come da tradizione) spaziano dalle classiche frasi del tipo “oggi è una bella giornata per farsi una passeggiata nel bosco” a indizi più interessanti riguardanti missioni e side-quest.
Va sottolineata la presenza di alcune sfide leggermente diverse dal solito. Alcuni personaggi vi metteranno di fronte a prove dalla difficoltà variabile (ma tendente al rialzo… parliamo sempre di Dragon Quest) come lo sconfiggere un determinato numero, o tipo, di nemici entro un certo limite di tempo.
Le ricompense sono ovviamente commisurate alla richiesta, quindi per ottenere i premi più interessanti (tra cui nuove classi di personaggi) preparatevi a sudare le proverbiali sette camicie… che con il caldo attuale potrebbero anche diventare 14!
Nel corso dell’avventura, come minimo dopo 5/6 ore, avrete l’opportunità di imbarcarvi in una serie (lunga, molto lunga) di cacce al tesoro, che una volta portate a termine vi condurranno ad alcuni degli oggetti più rari e delle armi più potenti del gioco. Inizialmente questo aspetto del gioco mi ha ricordato Zelda, ma la profondità delle missioni secondarie è nettamente superiore a quelle del titolo Nintendo.
Si possono addirittura scambiare le mappe con altri giocatori tramite la modalità Tag, che permette di condividere “silenziosamente” i dati del gioco con altre persone che ci stanno giocando… anche senza conoscerle. Vi potrebbe quindi capitare di ricevere la mappa che vi serve senza neanche accorgervene mentre siete in metropolitana, il problema a quel punto sarà scoprire chi ve l’ha “inviata” per ringraziarlo.