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Dynasty Warriors 7

La battaglia vi attende. Ancora una volta...

Dynasty Warriors è un'altra di quelle saghe per le quali tenere il conto dei capitoli usciti è davvero un'impresa titanica. Tra serie principale, versioni Xtreme, spin-off strategici e variazioni sul tema in salsa Gundam e Ken il Guerriero, penso che non siano usciti meno di 30 giochi.

Pochi sanno però che quella che in Oriente conoscono come Shin Sangokumusō e che debuttò nell'ormai lontano 1997 su PlayStation, altro non è che uno spin-off di un'altra saga sviluppata dalla Koei, divenuta ormai meno famosa e nota ai più con il titolo Romance of the Three Kingdoms.

Questo settimo capitolo ufficiale è sviluppato ancora una volta dalla Omega Force, che forse alcuni di voi ricorderanno per altri giochi come il vecchio Destrega (picchiaduro per PlayStation del 1998) o per la serie di GdR "Zill O'll", il cui ultimo capitolo è uscito un paio di mesi fa su PS3.

Quando una compagnia sviluppa una saga per troppo tempo viene da chiedersi dove trovi le forze e le idee per portarla avanti, e in effetti le ultime uscite di Dynasty Warriors non si sono certo distinte per le novità proposte, nonostante abbiano comunque venduto milioni di copie nel paese del Sol Levante.

Nella Galleria e nell'Enciclopedia è possibile consultare tutte le statistiche di gioco e i bonus sbloccati.
Combo e armi non mancano di certo. Quello che manca è però lo stimolo ad usarle in modo più vario.

Dopo aver provato Dynasty Warriors 7 posso però dire che almeno un piccolo tentativo di smuovere le acque è stato tentato dal team di sviluppo, purtroppo non sufficiente però per elevare questa nuova uscita molto al di sopra della media.

Ancora una volta è possibile vivere la storia narrata nel gioco attraverso gli occhi di diversi protagonisti, una caratteristica che ho sempre apprezzato e che in DW7 raggiunge livelli mai toccati prima. Nel corso del gioco, infatti, è possibile impersonare addirittura 60 personaggi differenti, molti dei quali realmente esistiti.

Questo impressionante numero non è stato raggiunto solo per fare scena, ma permette di approfondire notevolmente le varie trame che fanno da sfondo all'azione, suddivisa in quattro campagne distinte. Il gioco non segue un percorso obbligatorio e le storie possono essere affrontate nell'ordine che si preferisce, tuttavia è consigliabile portare a termine le prime tre prima di imbarcarsi nell'inedita campagna Jin.

Purtroppo per il pubblico occidentale le storie narrate non hanno una grande attrattiva perché spesso fanno riferimento a fatti storici sconosciuti alla maggior parte dei giocatori americani ed europei. Il discorso ovviamente non vale per quei pochi appassionati di storia antica cinese, ma non penso di andare lontano dalla verità dicendo che tra coloro che leggeranno questa recensione forse non ce ne sarà nessuno.

Se non avete mai giocato un Dynasty Warriors avrete a disposizione un tutorial che vi permetterà di apprendere facilmente le meccaniche di gioco, che pur non essendo particolarmente profonde richiedono un minimo di abitudine per essere assimilate al meglio.

Combattimenti senza tregua per le nostre console...