Dynasty Warriors Strikeforce
Una saga storica cambia pelle.
Presente tutto quello che credete di sapere in merito a Dinasty Warriors? Ok, prendetelo e dimenticatelo. Cercate di ricordarvi invece dell'epoca del Dreamcast, e nella fattispecie della vostra prima partita a Phantasy Star Online. Il casino di trovare la tastiera giusta, tirare il cavo telefonico attreverso la stanza e quant'altro, soltanto per potersi incontrare sulla rete con gli amici. Pensate ai vostri versi da buffone nella lobby, poco prima della missione con i vostri 3 cari compari. Fatevi tornare alla memoria il ricordo della gentilezza di tutti, ed in particolar modo l'attenzione con cui i personaggi di livello più elevato (soprattutto sui server giapponesi...) erano soliti guidarvi attraverso le zone più impervie, concedendovi magari qualche generoso regalo una tantum.
Concentratevi sul modo in cui PSO riusciva a combinare il meglio del gioco di massa online con l'intimità del multiplayer con gli amici, e ricordatevi di come tutte le numerose difficoltà logistiche venissero vanificate dalla bontà dell'esperienza stessa.
Ricordatevi di tutto ciò perché, in soldoni, quello è anche Dinasty Warriors Strikeforce. Invece degli usuali campi di battaglia pullulanti di interminabili orde di avversari che caratterizza(va)no la serie KOEI quest'ultima versione portatile è stata infatti ricostruita attorno ad una filosofia di gioco profondamente diversa, partendo innanzitutto da scenari più concentrati e a portata di multiplayer cooperativo.
Il gioco vuole essere la risposta KOEI al massiccio boom di vendite di PSP in Giappone -o meglio, è la risposta KOEI ai giochi che hanno determinato quell'impressionante boost di console piazzate. Monster Hunter è ormai un fenomeno di costume nella terra del Sol Levante, responsabile principale del successo del portatile Sony nel 2008, al punto da aver addirittura convinto anche altri sviluppatori relativamente alle opportunità ancora da cogliere in termini di multiplayer su PSP. Ed è così che Dinasty Warriors ha abbandonato il suo sentiero di sempre per seguire da vicino l'immortale classico online di Sega.
Come accadeva in PSO, l'azione in Strikeforce inizia in speciali livelli hub, modellati sulle fattezze delle città dell'antica Cina. Lì avrete modo di comprare oggetti ed armi varie da usare durante la missione. Come se ciò non fosse sufficiente, gli hub saranno progressivamente upgradabili, in modo da assicurare l'accesso a risosrse sempre più evolute e differenti. Per la gioia dei novellini, che potranno solo sognare le sciccherie che voi nerd all'ultimo stadio avrete puntualmente equipaggiato dopo ore e ore di grinding.
Anche se alla fine impersonerete uno degli svariati personaggi del pantheon di Dinasty Warriors, avrete anche qualche basica possibilità di customizzazione dell'avatar tra oggetti ed armature da assegnare. Un cambio piuttosto epocale e forse anche discretamente traumatico per i fan più compiaciutamente hardcore della saga, pari almeno all'introduzione del volo per alcuni guerrieri. Avete letto bene, sì: alcuni oggetti vi consentiranno di spiccare il volo al di sopra del campo di battaglia, cementando alla grande la già non esattamente proverbiale accuratezza storica della serie.