Molyneux ci parla di Milo
Un'intervista esclusiva per saperne di più su Project Natal e tutto il resto.
L’ultima volta che Eurogamer ha incontrato Peter Molyneux è stato in occasione della Game Developers Conference di marzo. Nell’occasione il leader di Lionhead aveva accennato del suo prossimo progetto senza tuttavia lasciar trapelare alcun dettaglio. “Non parlerò assolutamente di niente, alcun concept o idea, fino a quando non avremo qualcosa di tangibile da mostrare”.
Fortunatamente il momento far vedere qualcosa è giunto in concomitanza con la conferenza Microsoft tenutasi nei giorni scorsi all’E3 di Los Angeles, nel corso della quale è stato presentato Milo, un ragazzo virtuale con il quale sarà possibile interagire a livello vocale ma non solo. La demo si è rivelata interessante ma ha fatto inevitabilmente scaturire molte domande sulla natura del progetto e su come sarà portato avanti.
Per questo abbiamo chiesto direttamente a Molyneux di spiegarci qualcosa in più riguardo allo sviluppo di Milo e dell’intelligenza artificiale che lo guida, e il celebre designer ha dimostrato come sempre molto trasporto per i progetti e le idee sulle quali sta lavorando.
Ci sono due risposte possibili. Abbiamo iniziato a lavorare sul progetto Natal in cicembre, e la prima cosa che abbiamo fatto è stata fare il giro di tutte le persone in Microsoft. Coloro che si occupano del riconoscimento della calligrafia, coloro che si occupano del riconoscimento dei tratti somatici, coloro che sono impegnati nel riconoscimento dei movimenti. Abbiamo portato avanti la tecnologia insieme e l’abbiamo inserita all’interno del progetto stesso.
Quindi il mondo che avete visto in questa sede è in sviluppo da sicembre. Prima di questa data però ci siamo occupati di quella che viene definita “emotional IA” già dopo il completamento del primo Black & White.
Sì.
Molte cose, come quelle riguardanti il riconoscimento vocale, sono basate su aspetti come la tecnologia di Windows 7. Non abbiamo fatto altro che raccogliere informazioni e metterle insieme. La cosa interessante è che una buona parte di tutta questa roba è stata creata senza una ragione precisa, e quando rendi il tutto omogeneo con qualcosa di questo genere, serve un certo tipo lavoro.
Milo è capace di riconoscere le emozioni trasmesse dal proprio viso, e quelle che scaturiscono dalla voce. E’ in grado di capire alcune parole che si dicono, si può avere una conversazione con lui, gli si può leggere delle storie. Stiamo cercando di mettere insieme tutte queste cose. Alcune sono dei semplici trucchi, sarò assolutamente onesto con voi, per farvi credere che Milo sia reale.
Può riconoscere cosa state indossando. Qualora dovesse notare delle borse sotto i vostri occhi dirà “mi sembri stanco oggi”.
Assolutamente sì. Abbiamo combinato tutti questi aspetti per farvi davvero credere che capisca quello che gli state dicendo.
Proviamo a fare un esperimento. Quando una voce umana dice qualcosa di divertente, c’è un tono differente nella voce. Anche se Milo non è capace di riconoscere la vostra voce, se gli direte qualcosa di buffo, lui lo riconoscerà come qualcosa di divertente. Provatelo ora.
Sì.
[Ci guarda, sorride e annuisce con la testa]
[Ride]
Non ha capito una parola di quello che hai detto, ma dal tono della tua voce ha compreso che stavi raccontando una barzelletta.
Non si è trattato di una vera e propria risata, era più che altro un ammiccamento. Passiamo oltre. Il gioco si chiama Milo and Kate e si giocherà avendo a che fare con una storia. C’è inoltre un altro personaggio chiamato Kate, si tratta di un cane
Non non è come un pappagallo. Milo può riconoscere la vostra scrittura, potete scrivere parole, numeri, disegnare figure e inserirle in questo mondo.