Ecstatica
L'oscuro medioevo ellissoidale di Andrew Spencer.
Se anche voi siete cresciuti a cavallo degli anni '90 a pane e PC, investendo gran parte del vostro tempo libero di fronte a schermo e tastiera piuttosto che in pomeridiane sessioni di nascondino o di sane pallonate tra amici, allora ricorderete per forza di cose il nome di Andrew Spencer.
I venerandi possessori di Commodore 64 avranno fatto un sussulto ripensando al creatore di quel famelico International Soccer che secoli or sono portò tante soddisfazioni e ancora più crampi alle dita.
Ma senza scomodare sua maestà il commodoro (e risparmiandoci in questo modo una triste auto-constatazione sulle numerose primavere passate), torniamo virtualmente ad un assolato pomeriggio del lontano 1994, quando l'allora designer e fondatore degli Andrew Spencer Studios (una compagnia di due persone, a onor del vero) incantò le platee dei giocatori PC con un titolo intrigante e originale, destinato a far parlare di sé nel bene e nel male per parecchio tempo: Ecstatica.
Pubblicato dall'allora Psygnosis (l'attuale e prolifico Studio Liverpool di Sony), il titolo si configura come un survival horror ibrido in terza persona, che alterna ad innumerevoli fasi di combattimento alcune delle meccaniche ludiche tipiche dell'allora imperante adventure game.
Ecstatica raccoglie l'eredità lasciata dal primo indimenticabile Alone in the Dark, facendo propria una modellazione tridimensionale dei personaggi e un sistema di cinematica statica che cambia il proprio punto d'osservazione in base ai movimenti del giocatore. Ma questo, come si suol dire, è solo l'inizio.
A rendere unica l'IP di Spencer è il suo peculiare sistema di rendering 3D, affidato a un motore grafico proprietario "a ellissoidi" che si occupa di ricreare su schermo personaggi e fondali. In sostanza, ogni modello viene suddiviso in sequenze più o meno complesse di ellissoidi, connessi l'uno agli altri in appositi punti articolari al fine di ricreare "bambolotti" anatomicamente corretti e verosimili.
Immaginate di rappresentare braccia e gambe del vostro personaggio con tali strutture e di vincolare ciascuna di queste a un unico busto (anch'esso rotondeggiante) all'altezza delle spalle e delle anche: tanto più è accurata la suddivisione (braccio, avambraccio, coscia), tanto migliore sarà il modello risultante.
Il movimento delle singole parti determina così quello dell'intero insieme, portando alla luce un set di animazioni e di pose statiche (sia per il protagonista che per i comprimari) nutrito ed estremamente vario. Lo stesso sistema grafico viene adoperato per la realizzazione delle location, conferendo all'insieme una resa piacevole e più accattivante di un canonico scenario bidimensionale.
In Ecstatica indosseremo panni di un anonimo viaggiatore (o viaggiatrice, a seconda della scelta iniziale del personaggio) giunto nel villaggio di Tirich verso la fine del X secolo.
Quella che una volta era una località ridente e popolosa dispersa nel cuore dell'Europa Settentrionale appare ora come una città lugubre, disabitata solo all'apparenza e tenuta in scacco da frotte di demoni e creature maligne: origine di tutti i mali è Ecstatica, una giovane alchimista rea di aver lanciato una maledizione sull'intero paese dopo essere stata vittima di un sortilegio.
Il destino di Tirich dipende esclusivamente da quello della ragazza, rinchiusa in uno stato di sonno profondo nei meandri di una prigione sotterranea, e soltanto liberandola dal male che la attanaglia anche i suoi concittadini saranno liberi. E a questo punto, ovviamente, interveniamo noi.
Pur cercando di miscelare due generi intrinsecamente distinti, la preponderanza della componente action su quella avventurosa appare schiacciante. In Ecstatica si combatte moltissimo sin dalle prime battute, scorrazzando in una città trasformata nel più classico inferno medievale.
I nemici brillano per IA, rivelandosi particolarmente ostici e costringendo spesse volte il giocatore a caricare un precedente salvataggio (per nostra fortuna, sarà possibile salvare in totale libertà): da orchi a enormi ragni, passando per gnomi e Minotauri agguerriti, il bestiario delle forze maligne conferma una notevole varietà, oltre che un'abilità di lotta di tutto rispetto.