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El Shaddai: Ascension of the Metatron

L'action "divino" arriva dal Giappone.

Un pulsante per il salto, uno per l'attacco, uno per lo strafe difensivo e per la parata esauriscono quanto dobbiamo sapere per "pilotare" Enoch nella ricerca dei sette angeli. Come anticipato nell'incipit, tale controparte offensiva del titolo non presenta particolari innovazioni sul genere, proponendo però una struttura solida e reattiva che regala un ottimo feedback al giocatore.

Nella nostra sessione di gioco abbiamo avuto modo di sperimentare le abilità belliche di Enoch dapprima contro nemici "standard", dei mostriciattoli dalla sagoma nera caratterizzati da una resistenza relativamente bassa e da un pattern d'attacco elementare (ottimi per prendere confidenza con il sistema di comandi e apprendere i rudimenti della lotta), per poi trovarci faccia a faccia con avversari più complessi che hanno fatto lievitare sensibilmente il livello di sfida, ridimensionando il nostro atteggiamento spavaldo nei confronti della battaglia e obbligandoci a un approccio più difensivo e oculato.

Le ambientazioni di El Shaddai sono contraddistinti da elementi onirici, con irrequieti fondali dai colori pastello.

Le probabilità di sopravvivenza del nostro eroe aumentano infatti sensibilmente una volta padroneggiata la tecnica del contrattacco, che con un giusto tempismo nella parata del colpo avversario permette ad Enoch di infliggere un maggior quantitativo di danni nel breve arco di tempo in cui il nemico risulta esposto. E se consideriamo che molti combattimenti vedranno il nostro alter ego in netto svantaggio numerico, solo contro creature veloci e particolarmente aggressive, rompere le difese avversarie e schivare correttamente le altrui minacce diventano presto delle strategie imprescindibili.

Come da tradizione, alternando salti, contrattacchi e colpi diretti è possibile inanellare combo spettacolari dall'impatto devastante, capaci di spazzar via in un batter di ciglio i nemici meno agguerriti o, parimenti, di stordire quelli più ostici. In questi frangenti il giocatore potrà decidere se infliggere un danno immediato all'avversario, sfruttando la sua totale assenza di difesa, oppure optare per un approccio più "a lungo termine" strappandogli di mano l'arma (ancora una volta, premendo l'apposito dorsale al tempo giusto).

Le differenti tipologie di armi (che, lo ricordiamo, si deteriorano con l'utilizzo sino a distruggersi del tutto) offrono punti di forza peculiari, che ben si adattano a particolari strategie d'attacco: l'arco, ad esempio, si dimostra ideale sia per combattimenti a lungo raggio, sia per mantenere i nemici più pericolosi a debita distanza. Il Veil, invece, mostra il meglio nel combattimento ravvicinato, sprigionando una potenza d'attacco maggiore ma rendendo Enoch più esposto ai colpi nemici.