Endless Ocean 2: Adventures of the Deep
Nel blu, dipinto di blu…
È un periodo particolare della mia vita: il matrimonio si avvicina, tante cose si stanno accavallando nel giro di pochi mesi e lo stress del “devo fare questo e quello” sta diventando una costante tanto al risveglio quanto al momento in cui posso coricarmi la notte nel mio comodo lettino e chiudere le palpebre. Niente di meglio quindi che sognare a occhi aperti l’agognato viaggio di nozze, con le sue palme, le sue spiagge e tutti i vari ammennicoli che decenni di pubblicità progresso hanno materializzato come la meta ideale per ogni vacanza e cura perfetta per qualsiasi tipo di ansia.
Nell’attesa del fatidico evento, Nintendo ha però ben pensato di venire incontro alle mie esigenze, portando sui monitor dei pacifici possessori della Wii il secondo episodio di uno dei migliori non videogiochi esistenti sul mercato, così che mi sia possibile rilassarmi semplicemente seduto sul mio divano, dandomi spensieratamente allo snorkeling fra le mura domestiche.
Chi ha già avuto modo di imbattersi nel titolo originale sa già cosa aspettarsi: numerose avventure a cavallo delle onde, alla scoperta dei segreti celati nel regno del dio Nettuno, imbracciando una “temibile” macchina fotografica e un “portentoso” scaccia pesci. Se quindi siete la tipologia di giocatore medio che vive unicamente per veder versare sangue i propri nemici, probabilmente siete un po' fuori strada come tipologia di gioco. Se invece cercate un modo di giocare alternativo o semplicemente ritenete che aumentare il proprio karma sia una pratica da perseguire a ogni costo, avete trovato il vostro vitello d'oro.
DIDAPresa infatti coscienza del fatto che il massimo dell'eccitazione sarà quando vi ritroverete a esplorare una caverna celata all'interno di un iceberg, sarete nella predisposizione d'animo corretta per vivere al meglio quella che può essere definita senza timore di smentita un'esperienza rilassante, di quelle che ogni psicologo consiglia per bilanciare il tran tran della vita quotidiana. Anche l’approccio che potrete adottare nello sviscerare il titolo di Arika dice molto dei suoi obiettivi, lasciandovi l’opportunità di propendere per due diverse vie.
Da una parte potrete spingere il piede sull’acceleratore e concludere rapidamente tutti gli obiettivi previsti nella storyline, finalmente degna di tal nome sebbene non memorabile. Dall’altra, potrete prendervela comoda e gustarvi serenamente il dolce cullare delle onde, andando alla scoperta di tutto quello che questo gioco così atipico può offrire a chi scelga di entrare nel suo mondo.
Non sarete soli nel vostro viaggiare, ma gli sviluppatori dopo avervi dotato di un’amena barchetta grazie alla quale solcare le acque del sud pacifico, vi hanno anche donato dei caricaturali compagni di viaggio, il vecchio lupo di mare Jean-Eric e la sua entusiasta figlia Oceanè (un nome una garanzia), con i quali scambiare due parole tra un’immersione e l’altra. Non aspettatevi dialoghi sui massimi sistemi, ma il dipanarsi della trama renderà comunque piacevole questa iterazione virtuale, fra tesori, difesa dell’ambiente e misteriose rovine sommerse.