Skip to main content

Epic VS Apple: il processo è iniziato e le aziende si accusano a vicenda

Ecco le accuse che le due aziende si sono mosse in tribunale.

È cominciato nei giorni scorsi il processo che vede contrapposte Epic Games e Apple, ed entrambe hanno aperto le danze con delle dichiarazioni preparatorie che non hanno risparmiato colpi all'avversaria.

Nella prima parte del documento redatto da Epic, l'attenzione è stata posta su alcune email tra i dirigenti di Apple che delineerebbero le strategie che l'azienda di Cupertino avrebbe adottato per creare con il suo iOS un ecosistema chiuso, senza spazio per la competizione esterna, così da limitare le scelte degli utenti.

In una email del 2010, il CEO di Apple Steve Jobs parlava del desiderio di "imbrigliare gli utenti nel nostro ecosistema", mentre un altro dipendente Apple nel 2016 parlava delle difficoltà che gli utenti della mela incontrano se decidono di passare ad Android lasciandosi alle spalle l'app iMessage, difficoltà descritte come seriamente impossibilitanti.

Secondo Epic, inoltre, la gestione che Apple fa dell'App Store è spesso arbitraria e non affidabile: pare che l'azienda usasse due pesi e due misure nel decidere su quali transazioni pretendere una percentuale (beni digitali ma non beni fisici, sottoscrizioni ma solo dal 2011) e a quanto questa percentuale avrebbe ammontato. Epic ha citato diverse testimonianze di ex dipendenti Apple secondo cui Steve Jobs avrebbe arbitrariamente fissato l'ormai famosa commissione del 30%, senza discutere il perché.

Secondo Epic, la gestione che Apple fa dell'App Store è spesso arbitraria e inaffidabile.

"Una volta che Apple ha richiesto agli sviluppatori di implementare acquisti in-app, si è trovata a decidere la percentuale della commissione," è scritto nella relazione di Epic. "La scelta del 30% era scollegata dal costo degli strumenti, dei servizi e del supporto che dà agli sviluppatori... Le aziende che decidono i prezzi senza curarsi dei costi hanno un nome: monopoli."

Un esperto nominato da Epic ha testimoniato che il margine di Apple su App Store era del 77,8% nel 2019 e del 74,9% nel 2018, numeri che Apple ha contestato dicendo che non tengono conto del costo dei team di sviluppatori al lavoro su SDK e API associate con l'App Store.

Epic ha inoltre attaccato direttamente la difesa di Apple. La casa di Cupertino ha motivato con esigenze di sicurezza le sue politiche, mentre Epic ha ribattuto che il Mac permette un maggiore livello di libertà rispetto a iOS, e che Apple ha più volte dipinto proprio il più libero Mac come una piattaforma sicura.

La risposta di Apple su questo tema è stata che "ci sono più di 1 miliardo di dispositivi portatili su cui gira iOS, e 1,8 milioni di app su App Store. Ogni dispositivo ha una telecamera, un microfono e il posizionamento GPS. È questo che rende iOS e MacOS diversi".

"iPhone non è un Mac. Capita raramente che qualcuno lasci il suo Mac su un autobus o al cinema. Il Mac non sa sempre dove sei o dove sono i tuoi figli. iOS semplicemente offre più dispositivi, opportunità e incentivi agli attacchi. Rimuovere le specifiche di sicurezza su iPhone vorrebbe dire dare campo libero ai malintenzionati, e questo è uno dei motivi per cui le statistiche di sicurezza su Android sono molto peggiori."

Per Apple rimuovere le specifiche di sicurezza su iPhone vorrebbe dire dare campo libero ai malintenzionati.

Epic ha risposto che la presa che App Store ha sugli utenti iOS dopo l'acquisto iniziale della piattaforma è tale da rappresentare un caso di mercato a marchio unico. Secondo Epic, Apple ha una posizione ancora più dominante di quella che ebbe Kodak quando perse una causa davanti alla corte suprema americana nel 1992, per il suo rifiuto di vendere componenti e servizi a chi acquistava le sue fotocopiatrici di seconda mano.

"Vostro onore, Epic vuole raggiungere i consumatori persi all'interno del recinto costruito da Apple", ha concluso il legale nominato da Epic. "Rimuovendo le restrizioni imposte da Apple, Epic e tutti gli altri sviluppatori potrebbero non solo raggiungere direttamente i consumatori ma Epic porterebbe anche innovazione, prezzi inferiori e un servizio clienti migliore. Siamo certi che, una volta che tutte le prove saranno state esaminate, lo stato di monopolio di Apple sarà evidente senza ambiguità, così come il suo agire illegalmente per mantenere detto status".

Nelle sue dichiarazioni preparatorie, Apple ha sottolineato più volte che il successo di App Store avrebbe al contrario aumentato le possibilità di scelta per gli utenti, grazie alla sua offerta di oltre 1,8 milioni di App che hanno fruttato agli sviluppatori più di 3 miliardi di dollari nel terzo quarto del 2019.

Anche Epic, ha sottolineato Apple, ha tratto benefici dalla sua presenza su App Store, con introiti di oltre 750 milioni di dollari solo su iOS. Inoltre, Apple ha detto che non ha mai alzato i prezzi per gli sviluppatori e anzi ha ridotto la sua percentuale sulle sottoscrizioni (dopo il primo anno), video e piccole aziende (Epic ha risposto che l'idea di Apple di guadagnare sulle sottoscrizioni è scorretta in partenza).

L'esperta nominata da Apple, l'ex direttrice del Bureau of Economics della Federal Trade Commission americana (ente governativo a protezione dei consumatori), Francine LaFontaine, si è poi concentrata sulle dichiarazioni di Epic che dipingono l'App Store come un mercato a senso unico: secondo lei, le dichiarazioni di Epic falliscono nel definire esattamente "mercato", dando descrizioni troppo ampie o troppo ristrette di volta in volta.

Secondo Apple, Epic avrebbe guadagnato da Fortnite oltre 750 milioni di dollari solo su iOS.

Secondo LaFontaine, la definizione di mercato che dà Epic è troppo ampia quando sembra includere app di tenore diverso (difficile che un utente si senta obbligato a scegliere tra Fortnite o l'app di McDonalds, per dire), e troppo stretta quando esclude invece scelte che possono accadere (come per esempio succede quando utenti decidono di preferire altre piattaforme per giocare al posto di iOS, ma continuano a condividere l'esperienza con gli utenti Apple grazie al crossplay, di fatto facendo parte di un unico insieme o mercato).

Inoltre, stando ad Apple, la rimozione di Fortnite da App Store e Google Play si è tradotta in un aumento degli utenti sulle altre piattaforme dove è presente il gioco, di fatto ponendole in diretta competizione l'una con l'altra all'interno dello stesso mercato.

Apple ha poi messo in guardia la corte: una vittoria di Epic potrebbe "portare altri ecosistemi a cadere", eliminando di fatto le differenze tra App Store o negozi digitali di Microsoft, Nintendo e Sony (tutt'e tre trattengono le medesime percentuali e impediscono il sideloading di negozi rivali sul loro hardware).

"L'idea più pericolosa che Epic sta vendendo alla corte, è l'idea che i consumatori sarebbero avvantaggiati da una sua vittoria", ha concluso Apple. "Niente potrebbe essere più lontano dalla verità. Epic specula su un mondo in cui Apple è un'azienda differente, e sta chiedendo alla corte di scommettere che quel mondo immaginario sia migliore di quello in cui viviamo oggi. Non lo è".

"Per gli utenti e per gli sviluppatori sarebbe un mondo con meno sicurezza, meno privacy, meno affidabilità, meno qualità e meno scelta. Sarebbe esattamente quello contro cui sono state scritte le leggi sull'antitrust".