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Fairytale Fights

E vissero tutti felici e contenti? Non proprio.

C'era una volta il caro, vecchio e confortante mondo delle fiabe. Un universo di spensierata serenità, il locus amoenus della fantasia di ogni bambino. Si sa però, oggigiorno i tempi sono cambiati e nemmeno il paese di Cenerentola & Soci è più quello di una volta: i personaggi delle favole sono praticamente caduti nel dimenticatoio, ed il Piccolo Sarto minaccia di sovvertire per sempre il giusto ordine delle cose. La vostra missione? Ripristinare ad ogni costo l'antico ed idilliaco status quo, riaffermando la popolarità dei protagonisti di un tempo con un vero e proprio bagno di sangue.

Sebbene non originalissima (vedi i casi di American McGee's Alice e Grimm), l'idea del team olandese Playlogic di rappresentare le fiabe con un'incarnazione splatter e compiaciutamente lontana da tutto ciò che è politically correct funziona alla grande ed esercita pure un innegabile fascino: il contrappasso risulta ironico e schizzato, per un'irresistibile atmosfera da cartoon per adulti capace di stregare alla primissima occhiata.

Il lavoro svolto a livello estetico e visivo è encomiabile: la direzione artistica rimane gioiosa e solare senza scadere negli abusati cliché dark, dando vita ad un mondo coloratissimo eppure tremendamente sadico in cui efferatezze e massacri si trasformano in atti spiritosamente innocui. La teatralità del gore echeggia così quella della violenza tutta da ridere di Grattachecca & Fichetto e degli Happy Tree Friends, tra una feroce Cappuccetto Rosso assassina ed un'instabile Biancaneve ben oltre l'orlo della crisi di nervi.

Nella decina di ore necessarie per portare a termine l'avventura attraverserete paesaggi assurdi e truciderete mostriciattoli di ogni tipo, lasciando dietro di voi ettolitri di emoglobina virtuale.

La personalità ed il carattere diventano allora l'evidente fiore all'occhiello di Fairytale Fights: persino la modellazione poligonale volutamente squadrata ed imperfetta trasuda stile, per non parlare dei chiassosi contrasti cromatici delle ambientazioni (frutto di un Unreal Engine 3 a dir poco irriconoscibile nelle sue tonalità lontanissime dagli usuali marroni putrescenti...) o della placida soundtrack medievaleggiante.

Purtroppo o per fortuna però non di sola realizzazione tecnica vive l'homo ludens, ed è proprio a partire dal lato strettamente giocoso che incominciano i problemi di questo picchiaduro a scorrimento dall'anima dichiaratamente pazzoide. Se fondamentalmente il combat system finisce tutto sommato per convincere nella sua visceralità (anche se l'idea di colpire utilizzando l'analogico destro potrebbe far storcere il naso a non pochi appassionati del genere...), lo stesso non si può purtroppo dire di tutta una serie di altri aspetti del gameplay.